Energia verde
La bioeconomia è il modello di sviluppo del futuro
Bioeconomia protagonista del Fondo di Sviluppo e Coesione nazionale. La nuova programmazione 2021-2027 prevede interventi diversificati per la realizzazione di obiettivi legati alla transizione verde
08 luglio 2022 | Marcello Ortenzi
Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Cluster SPRING e Assobiotec – Federchimica ha presentato di recente l’8° Rapporto sulla “Bioeconomia in Europa”, che ha evidenziato un valore di produzione pari a 364,3 miliardi di euro in Italia. Le stime aggiornate al 2021 riportano la positività del settore, che ha raggiunto 1.500 miliardi di valore della produzione e oltre 7 milioni di occupati nel complesso di Francia, Germania, Italia e Spagna. Si nota che i settori che hanno un maggior peso nel creare il valore della produzione totale in Italia sono il settore alimentare, bevande e tabacco, quello dell’agricoltura silvicultura e pesca e quello della carta e prodotti derivati. Il maggiore tasso di crescita nel valore della produzione l’ha registrato dal 2019 al 2021 il settore del legno e prodotti associati (+ 26%).
Tra le altre cose è da considerare che Bioeconomia risulta protagonista anche del Fondo di Sviluppo e Coesione nazionale. Infatti, la nuova programmazione 2021-2027 del Fondo prevede un insieme di interventi diversificati per la realizzazione di obiettivi di grande rilievo legati alla transizione verde. In particolare la Bioeconomia circolare è ritenuta una nuova frontiera della crescita economica sostenibile del Paese e per la riduzione dei divari territoriali. Il settore risulta cruciale in tutti gli assi identificati a livello di scelte di intervento pubblico. Ciò riguarda soprattutto il tema della competitività delle imprese. C’è, infatti, l’impegno generale di indirizzare una quota significativa del Fondo,in coordinamento con il PNRR, verso il metasettore trasversale della Bioeconomia.
I principi della Bioeconomia hanno un potenziale elevato nell’adozione di processi produttivi più efficienti sul piano energetico e nella produzione diffusa di energia elettrica da fonti rinnovabili. Inoltre, il metasettore propone numerose soluzioni per il riutilizzo delle materie prime seconde, in un’ottica circolare e locale. Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont ha puntualizzato che “Occorre di riconoscere il valore sistemico della Bioeconomia circolare, il suo potenziale rigenerativo, i suoi bioprodotti come catalizzatori del cambiamento. Inoltre la Bioeconomia ha la capacità di diminuire l’utilizzo di risorse non rinnovabili, massimizzando l’efficienza e la sostenibilità delle risorse rinnovabili. Ed è inoltre in grado di sfruttare residui e di produrre bioenergia”.
Appare necessario accelerare proprio nella direzione indicata dalla Bastioli. Oggi vi è necessità di pensare a un nuovo modello di sviluppo economico che prenda in considerazione la compatibilità tra attività economiche e ambiente naturale. Infatti lo sviluppo sostenibile comprende anche finalità sociali, di giustizia redistributiva, di equità inter e infra generazionale e di mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi naturali. in una logica di maggiore attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale.
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