Energia verde 13/05/2022

Le moderne stufe e caldaie a legna e pellet aiutano il clima

Le moderne stufe e caldaie a legna e pellet aiutano il clima

Tra le energie rinnovabili la legna è la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane. Negli ultimi sei anni consumati circa 11 milioni di tonnellate di legna, 3,2 milioni di pellet e 1,3 milioni di cippato


L’incremento dei prezzi energetici, esplosi ultimamente anche per la disastrosa guerra in Ucraina ha comportato il rincaro delle materie prime agricole, sollecitando in conseguenza la necessità di trovare alternative energetiche ai carburanti fossili. Prevedendo già ora il ritorno da ottobre all’accensione dei termosifoni, tra i consumatori si nota un nuovo interesse per stufe e caminetti.

C'è chi pensa già a fare scorta di legna e di pellet per essere poi pronto ad affrontare l'inverno, incurante di un potenziale aumento dei prezzi autunnali. In questo quadro in evoluzione, si torna a guardare al patrimonio agroforestale, adesso al centro della scena.

Annalisa Paniz direttrice della Associazione Nazionale energie agroforestali ha evidenziato recentemente che i boschi coprono il 36 per cento della superficie nazionale. Negli ultimi 50 anni sono risultati in crescita, ma si può notare che molti versano in condizioni di abbandono a causa di spopolamento delle aree di montagna e di alcune colline. I boschi italiani per due terzi appartengono a privati e un terzo è pubblico, di enti locali e comunanze agroforestali. “Le foreste italiane sono sottosfruttate” afferma Paniz, mentre i boschi e il legname sono risorse preziose.

Tra le energie rinnovabili la legna è la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane, il giro d’affari da 4 miliardi di euro, con 14 mila aziende, 72 mila addetti e il 70 per cento degli apparecchi a pellet in Europa progettati e costruiti in Italia. Negli ultimi sei anni si sono consumati circa 11 milioni di tonnellate di legna da ardere; 3,2 milioni di tonnellate di pellet e 1,3 milioni di cippato.

Dai convegni che si sono tenuti presso il recente evento “Progetto Fuoco” a Verona, è stato evidenziato che il 66 per cento dei generatori presenti nel Paese ha più di dieci anni, il 19 per cento dai 5 ai 10 anni e il 5 per cento ha meno di 5 anni.

Proprio la riduzione dell’eccessivo numero di generatori vecchi è l ‘obiettivo che si pone il settore della biomassa forestale, al fine di ridurre e risolvere il problema del particolato, che solo gli impianti moderni e più performanti sono in grado di abbattere le emissioni di polveri sottili. Il turn-over tecnologico è la prima soluzione per contribuire in modo incisivo alla riduzione dell’impatto della combustione domestica di legna da ardere e pellet sulla qualità dell’aria. Contemporaneamente, è fondamentale avviare un’estesa azione di informazione e sensibilizzazione degli utenti finali, in particolare di chi utilizza legna da ardere.

Secondo alcuni studi, la scorretta conduzione dell’apparecchio può, infatti, causare un incremento delle emissioni anche di 10 volte rispetto ad un utilizzo ottimale. AIEL si propone di avviare la sostituzione di almeno 350.000 apparecchi all’anno, contemperando l’educazione del consumatore finale perché gestisca correttamente il proprio generatore di calore a biomassa per migliorare la qualità dell’aria nei prossimi 10 anni. L’effetto combinato di queste due azioni produrrebbe una riduzione in 10 anni delle emissioni di particolato nell’ordine del 70% ai fini del miglioramento climatico.

di Marcello Ortenzi