Energia verde

Il futuro sono i pannelli a celle termoradiative, per produrre energia di notte

Una ricerca dell’Università della California apre la strada ad un nuovo modo di produrre energia rinnovabile, sfruttando l'emissione di calore dalla terra di notte

04 febbraio 2020 | T N

L'applicazione pratica della nuova ricerca, al momento, non permetterà di sostituirsi al normale fotovoltaico ma certamente potrà andare ad integrazione degli impianti solari oggi esistenti, poichè promette di produrre energia elettrica di notte, quanto appunti i pannelli solari sono inattivi.

La sperimentazione è dell'Università di Davis e si basa sull'utilizzo di celle termoradiative anzichè fotovoltaiche.

Il team di ricercatori, guidati da Jeremy Munday, del dipartimento di Ingegneria elettrica e informatica dell’università, ha messo a punto un prototipo di pannello in grado di generare durante la notte 500 watt di energia per metro quadrato, ovvero una quantità pari a circa un quarto di quella prodotta di giorno da un normale pannello solare.

Il funzionamento prevede l'utilizzo delle leggi della termodinamica: un oggetto caldo rispetto all’ambiente circostante irradia calore come luce infrarossa, mentre una cella fotovoltaica, che è fredda rispetto al Sole assorbe la luce. 

“L’energia termica proveniente dal Sole verso la Terra viene prelevata durante il giorno da un pannello solare, che la converte in elettricità”, spiega a Inverse Munday. “Quello che fa il nuovo dispositivo notturno è molto simile, ma ora il corpo caldo è la Terra e lo Spazio è il corpo freddo”.

Per generare elettricità, a differenza della cella fotovoltaica utilizzata in un pannello solare, nel nuovo dispositivo i ricercatori si sono serviti della cella termoradiativa, che genera energia irradiando calore nell’ambiente circostante. “Una normale cella solare genera energia assorbendo la luce, generando una tensione e il flusso di corrente”, spiega l’autore. “In questi nuovi dispositivi, invece, viene emessa luce e la corrente e la tensione vanno nella direzione opposta, ma si genera comunque energia”.

Servirà, tuttavia, ancora molto lavoro per migliorare l’efficienza del nuovo dispositivo. Il primo quesito da risolvere ora sarà quello di quali materiali utilizzare: se per i pannelli tradizionali viene generalmente usato il silicio, ottimo materiale per assorbire la luce, i ricercatori stanno cercando di capire quale materiale possa catturare la luce a una lunghezza d’onda estremamente lunga. Probabilmente alcune leghe di mercurio.

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