Energia verde

Capraia, l'isola pilota per l'economia circolare

Il programma “Capraia Smart Island” si rende concreto dopo il meeting internazionale di giugno. La popolazione dell’isola ormai partecipa attivamente a un percorso che in partenza sembrava utopico

13 luglio 2018 | Marcello Ortenzi

Il 14 febbraio 2017 il Ministero dello sviluppo economico adottava il decreto 14 febbraio 2017 per avviare una progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili. Come stabilito da un articolo del decreto l’Autorità per l’Energia (oggi Arera) avrebbe dovuto approvare, entro sei mesi, una delibera che individuasse i criteri per la remunerazione della produzione pulita. Però a oggi l’ente ha solamente avviato una consultazione con il dco 115/2018, proponendo di applicare la regolazione vigente in tema di condizioni di accesso alla remunerazione, di connessione alla rete e di ritiro dedicato/scambio sul posto. Intanto le isole minori seguitano a soffrire di una situazione energetica problematica e di problemi legati a una certa emarginazione nell’ambito delle istituzioni, quale i collegamenti al continente o l’eliminazione dei rifiuti. Tuttavia, ci sono tentativi in atto per intervenire in alcune isole per avviare nuovi interventi su ambiente economia e infrastrutture urbane. A Capraia, isola inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un pool di enti pubblici e associazioni sta sviluppando un progetto complessivo di rivitalizzazione dell’isola e di recente un secondo meeting a un anno di distanza dal primo ha fatto il punto sugli sviluppi del "Capraia Smart Island". L’obiettivo dell’iniziativa è di creare un modello pilota di sviluppo sostenibile valido per altre piccole isole del Mar Mediterraneo, e anche per analoghe realtà in giro per il mondo. Si tratta di cercare il giusto equilibrio tra le attività antropiche e il territorio che può diventare un vero e proprio laboratorio a cielo aperto i cui esiti si potranno trasferire anche in ambiti in cui l’isolamento è dato da barriere geografiche diverse dal mare, come per esempio le aree montane. Il comune di Capraia, il Parco, CNR, Chimica Verde Bionet, Itabia, Regione Toscana hanno impostato una serie azioni dirette su vari settori: un sistema economico capace di rigenerarsi in modo che i rifiuti diventino materia da valorizzare, l’approvvigionamento energetico che eviti il carburante fossile per adottare fonti rinnovabili ed efficienza, il risparmio delle risorse e la qualità delle materie prime rientrino nella strategia dello sviluppo locale sostenibile. Con quest’approccio si è pensato di ampliare il concetto smart andando anche oltre al ciclo dei rifiuti, all’energia rinnovabile, alla mobilità sostenibile e all’efficienza degli edifici. Tali aspetti sono tutti necessari, ma non sufficienti! S’intende, infatti, lavorare anche su acqua, agricoltura, pesca e porto da trasformare in un “ecoporto”.

Il secondo meeting di giugno si è concentrato sull’approfondimento di due argomenti specifici, agricoltura (uso efficiente dell’acqua e delle risorse) e rifiuti (raccolta differenziata e chiusura del ciclo). In tale occasione tecnici e imprenditori hanno raggiunto l’isola per trasferire le proprie competenze ai residenti negli argomenti già prefissati. Sono stati identificati una serie di bandi con cui finanziare iniziative su Capraia o di più ampio raggio e tra queste si attende l’approvazione del progetto europeo Horizon 2020 denominato “PEARLS”, acronimo che sintetizza l’intenzione di favorire l’impiego di fonti rinnovabili locali per la produzione di energia nelle isole. La proposta di progetto, presentata lo scorso aprile, ha riunito un eccellente partenariato (11 partner per sei Paesi europei) e prevede una leadership italiana con il coordinamento del Cnr e il prezioso coinvolgimento di Enel Green Power. Si è resa concreta una stretta collaborazione tra l’Ateneo di Firenze e diverse aziende agricole locali, per il ripristino di antichi e preziosi terrazzamenti e relativi sistemi di captazione, raccolta e distribuzione delle acque piovane. Come in tutte le piccole isole avere acqua sufficiente a disposizione è un problema molto sentito fra la popolazione. Finora il progetto “Capraia Smart Island” e i lavori relativi hanno visto solo un impegno volontario di una nutrita schiera di tecnici e scienziati. Questi sono riusciti a trasmettere, fin dalle prime battute, il loro entusiasmo alla popolazione dell’isola, che ormai partecipa attivamente a un percorso che in partenza sembrava utopico. Nel corso dell’ultimo evento, grazie all’interessamento di Green Evolution, società italiana che promuove la bioeconomia in tutto il mondo, l’impresa olandese Synbra Technology ha accettato di donare all’Agriturismo “Valle di Portovecchio” di Capraia uno speciale compostatore in grado di funzionare in modo efficiente in qualsiasi periodo dell’anno. L’apparecchio è in grado di trasformare la sostanza organica di scarti e avanzi in humus da utilizzare per le produzioni agricole. Inoltre, lo stesso gruppo industriale olandese, ha firmato un accordo con la Coop Maricoltura e Ricerca di Capraia per una fornitura a prezzi calmierati di speciali cassette per il loro pesce biologico allevato in mare. Tali cassette sono realizzate in BIOFOAM™, un biopolimero espanso biodegradabile e compostabile che sostituirà quelle tradizionali di polistirolo impattanti per l’ambiente marino e con elevati costi di smaltimento.

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