Energia verde 08/03/2017

Incrementare la fertilità della terra con il digestato

Ricadute positive in termini di una maggiore biodiversità dei terreni sui quali viene effettuato lo spandimento del digestato, con la possibilità di aumentare la fertilità di terreni ormai esausti e poco produttivi


Realizzare impianti di digestione anaerobica per produrre biogas finalizzato alla generazione di energia e alimentati da liquami zootecnici ha una ricaduta positiva sull’ambiente. Ed un recente studio commissionato dal Consorzio italiano biogas va oltre, poiché arrivano conferme importanti sulle ricadute positive in termini di una maggiore biodiversità dei terreni sui quali viene effettuato lo spandimento del digestato, il sottoprodotto della digestione anaerobica, e sulla possibilità di aumentare la fertilità di terreni ormai esausti e poco produttivi, innescando così un circolo virtuoso tra produzione energetica e zootecnica.

“E’ una buona notizia per l’intero settore agricolo ed in particolare per quelle aree ad agricoltura marginale del Mezzogiorno d’Italia dove per anni il regime delle quote latte ha ridotto la zootecnia ai minimi termini e la monocoltura orientata alla produzione di frumento, associata alla scomparsa delle rotazioni con le leguminose, ha impoverito i terreni - è quanto afferma Francesco Cicalese, amministratore della General Contract di Battipaglia (Salerno), società di ingegneria con 13 dipendenti ed 1,2 milioni di euro di fatturato, impegnata nella progettazione e messa in opera di impianti a biogas e a biometano, in relazione ai risultati della ricerca commissionata dal Consorzio italiano biogas alla Ecofys, società internazionale di consulenza energetica e climatica, in collaborazione con l’Università di Wageningen (Paesi Bassi) e con il Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, presentato il 24 febbraio scorso in occasione della terza edizione di Biogas Italy.

L’aumento degli impianti a biogas in Italia, secondo quanto riportato nello studio del Consorzio italiano biogas , tra il 2010 e il 2013 è stato del 177%, mentre la potenza installata, ad oggi, è di 1.339 MWe. Il 16% dell’energia rinnovabile in Italia è prodotta dalle bioenergia, mentre l’investimento impiantistico in questa rinnovabile tra il 2010 e il 2014 è stato di 4,2 miliardi. Si tratta di una rinnovabile che sta investendo, non poco e in senso positivo, il mondo dell’agricoltura. L’aumento degli impianti a biogas inseriti nelle attività agricole tra il 2010 e il 2014 è stato del 586% in più.

Il perché di questo successo è dentro il modello italiano del biogas che si basa sul criterio delle doppie colture: una invernale denominata ‘di copertura’ viene aggiunta a quella convenzionale del periodo estivo, senza necessità di irrigazione o fertilizzazione aggiuntiva, grazie alle condizioni di umidità favorevoli. La ricerca di Ecofys per il Cib ha dimostrato che l’utilizzo di doppie colture con tecniche agronomiche innovative come la minima lavorazione dei terreni, la fertirrigazione e il precision farming è un modello che può essere diffuso vantaggiosamente anche in altre regioni. Del team faranno parte i professori Jorge Hilbert dell’Inta Argentina, Jeremy Woods dell’Imperial College di Londra, Tom Richard della Penn State University (Usa) e Kurt Thelen della Michigan State University (Usa).

di C. S.