Energia verde

La green economy italiana è fra le migliori in Europa

Negli indicatori chiave della green economy, tra cui compare l'agricoltura biologica, l'Italia si piazza ai primi posti in Europa. Quattro i primi posti collezionati: quota raggiunta di rinnovabili sul consumo finale di energia, riciclo dei rifiuti speciali, emissioni pro-capite di CO2 nei trasporti e prodotti agroalimentari di qualità certificata

09 novembre 2016 | C. S.

La green economy italiana mostra la migliore performance complessiva fra le 5 principali economie europee, posizionandosi davanti a Germania, Regno Unito, Francia e Spagna negli indicatori chiave delle tematiche strategiche della green economy (emissioni di gas serra, rinnovabili, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, eco-innovazione, agroalimentare di qualità ecologica, capitale naturale e mobilità sostenibile). In un “medagliere” simbolico indicato nella Relazione totalizza 4 primi posti nella quota raggiunta di rinnovabili sul consumo finale di energia, nel riciclo dei rifiuti speciali, nelle emissioni pro-capite di CO2 nei trasporti e nei prodotti agroalimentari di qualità certificata; 3 secondi posti nell’efficienza energetica per unità di Pil, nella produttività delle risorse e nell’agricoltura biologica; 5 terzi posti, quindi in una posizione intermedia della classifica, nella riduzione dei gas serra dal 1990, nel riciclo dei rifiuti urbani, nell’ecoinnovazione, nella estensione dei siti naturali tutelati, nel rapporto tra ferrovia e strada nel traffico merci terrestre; 3 quarti posti su tematiche come il miglioramento dell’efficienza energetica negli ultimi dieci anni, la crescita delle rinnovabili negli ultimi tre anni e il consumo di suolo; dove si registrano importanti ritardi che vanno recuperati; 1 quinto posto nella crescita dei gas serra nel 2015 che desta preoccupazioni per il futuro e richiede misure di correzione anche in vista dei maggiori impegni previsti dall’attuazione dell’Accordo di Parigi.

Emissioni di gas serra: Da una’ analisi più approfondita emerge che tra il 1990 e il 2014 l’Italia ha ridotto le proprie emissioni di gas serra di circa il 20%, leggermente al di sotto della riduzione media europea che è stata di -24%, e si è posizionata al 3° posto fra i 5 grandi Paesi europei dopo il Regno Unito (- 34%) e la Germania (- 28%) . Nel 2015 la posizione dell’Italia è significativamente peggiorata con un aumento di tali emissioni di ben il 3,5%.

Efficienza energetica- l’Italia ha una performance migliore della media europea ed è al 2° posto della classifica dei cinque grandi Paesi, dietro solo al Regno Unito. Analizzando invece l’andamento nel tempo, dal 2005 al 2014, vediamo che l’intensità energetica del Pil dell’Italia è migliorata del 16%: meno della media europea (18%) e questo mette l’ Italia solo al 4° posto fra le grandi economie Ue.

Rinnovabili - Per quanto riguarda la quota del consumo finale lordo soddisfatto con fonti energetiche rinnovabili, nel 2014 l’Italia ha raggiunto il 17,1%, superiore alla media europea del 16% che la mette al 1° posto fra i cinque grandi Paesi europei. L’Italia deve però prestare attenzione poiché questo primato fra i grandi Paesi europei rischia di durare poco: negli ultimi tre anni l’Italia ha, infatti, fermato la crescita dei nuovi investimenti in fonti rinnovabili e nel 2014 per nuovi investimenti in fonti rinnovabili è scesa al 4° posto.

Rifiuti Nel riciclo dei rifiuti urbani l’Italia col 42%, si colloca un punto percentuale sotto la media Ue28 e al 3° posto fra i cinque grandi Paesi europei. Nel riciclo dei rifiuti speciali, con circa 99 milioni di ton pari al 76%, l’Italia si colloca invece al 1° posto fra i cinque grandi paesi.

Produttività delle risorse - Misurata come consumo interno di materiali per unità di Pil, l’Italia, con 3 euro al kg, si colloca al 2° posto fra i cinque grandi Paesi europei.

Eco-innovazione - l’Italia ha una posizione al di sopra della media europea ed è al 3° posto della classifica dei cinque, dietro a Germania e Francia.

Agricoltura bio e di qualità -Con 1,4 milioni di ettari coltivati con criteri biologici, l’Italia si colloca in Europa al 2° posto, dopo la Spagna (1,7 milioni di ettari). L’Italia si colloca, ben al di sopra della media, al 1° posto in Europa per prodotti agroalimentari certificati per qualità e tracciabilità.

Consumo di suolo - col 7% l’Italia è in una condizione peggiore della media europea (4,3%), in 4° posizione fra i cinque grandi Paesi europei. Per quanto riguarda l’estensione dei siti terrestri (Sic e Zps) di importanza comunitaria della Rete natura 2000, l’Italia tutela circa 57 mila Km2, ed è al 3° posto fra i grandi Paesi.

Emissioni pro capite di CO2 nel settore trasporti - in Italia sono inferiori della media europea (1,76) e ciò mette l’ Italia al 1° posto fra i grandi Paesi europei. Per quanto riguarda il traffico merci terrestre, nel 2013, l’Italia, con l’85% delle tonnellate/km su strada, fa peggio della media europea, del 73%, e con 5,88 t/km trasportate su gomma per ogni tonnellata trasportata su ferro, è al 3° posto fra i cinque grandi Paesi europei.

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