Energia verde 21/10/2016

Per un'economia sempre più green, biomasse legnose nelle bioraffinerie

Per un'economia sempre più green, biomasse legnose nelle bioraffinerie

Una giornata di lavoro a Firenze per approfondire le esperienze maturate nell'ambito delle filiere bosco-legno-energia sorte sul territorio nazionale. Gli scarti agroforestali non solo come materia prima per fare energia ma soprattutto per realizzare altri prodotti utili


Regione Toscana, Anci e Accademia Georgofili il 3 ottobre hanno proposto nuovi approcci per la valorizzazione delle biomasse agroforestali a uso energetico, in un convegno a Firenze. L’appuntamento è stato utilizzato per mettere a fuoco i problemi e le opportunità della filiera bosco-legno-energia, filiera integrata tra i tre settori. L'utilizzo delle biomasse – l'uso , cioè, come fonte di energia dei prodotti di origine forestale o agricola – si sta progressivamente affermando. La filiera è basata sull’uso di biomasse solide (legno) di origine sia forestale che agricola. In particolare, si parla di cippato, legno ridotto in scaglie con dimensioni variabili da alcuni millimetri ad un paio di centimetri. E’ prodotto a partire da tronchi e ramaglie attraverso una macchina detta, appunto, cippatrice. Oppure si può utilizzare il pellet, cilindretti di segatura essiccata e compressa.
E’ stato evidenziato dalle relazioni del Prof.Bonari dell’Università Sant’Anna di Pisa e socio Itabia, dal prof.Chiaromonti dell’Università di Firenze ma anche da altre relazioni, il concetto che oggi si devono inquadrare gli scarti agroforestali non solo come materia prima per fare energia ma soprattutto per riutilizzarli per realizzare altri prodotti utili, secondo le direttive sulla Bioeconomia dell’UE. Un esempio sono i progetti di ricerca dell’Università di Firenze sull’utilizzo della pirolisi per produrre carboni vegetali e il Biochar. Bonari ha evidenziato che le colture da biomasse sono da considerare fattore di riutilizzo di tanti territori marginali, specie in montagna,che non sono coltivati per il settore food perché non adatti e non suscettibili di dare redditi adeguati ai coltivatori.

Un altro argomento di cui si è parlato è stato quello relativo alla divulgazione delle informazioni sulle caratteristiche degli impianti energetici da biomassa presso i cittadini del territorio dedicato. In diversi comuni toscani che hanno ricevuto un impianto agro energetico di piccole dimensioni hanno prima visto un’attività divulgativa e poi sono stati costituiti sportelli informativi stabili aperti alle domande della popolazione; in questo modo gli impianti hanno potuto stabilizzarsi e anche aumentare nella fornitura di energia e calore. Anche l’Anci toscana si è attrezzata con un Tavolo dedicato proprio all’agroenergia con il quale si è elaborato un piano informativo verso i comuni interessati sul tema delle biomasse. Questo, anche in vista di una ripresa degli investimenti regionali verso teleriscaldamento e produzione energetica da piccoli impianti, energia rinnovabile diffusa nel territorio, specialmente dove non arriva il metano. La dott.ssa Elisabetta Gravano del settore forestale della regione, ha puntualizzato che il settore bioenergetico ha bisogno del superamento di diversi problemi legati alle nuove professionalità e all’inesperienza degli attori coinvolti nel settore stesso. Realizzare piccoli impianti di teleriscaldamento e/o cogenerazione richiede un’attenta verifica di sostenibilità economica e ambientale che deve necessariamente partire dal territorio, dalla reale presenza di biomassa locale e dalla sua accessibilità.
Un fattore di sicurezza per la popolazione in relazione a eventuali impatti ambientali negativi degli impianti è l'osservatorio permanente iBioNet, di cui il prof.Claudio Fagarazzi dell'Università di Firenze, Dipartimento di Gestione dei sistemi agrari, alimentari e forestali, ha illustrato il funzionamento. L'osservatorio consente, attraverso un monitoraggio remoto, la trasparenza dei processi produttivi fornendo in tempo reale dettagliati report ambientali. E’ un sistema di supporto per chi ha poteri decisionali (istituzioni, enti pubblici) in quanto permette di valutare costantemente la resa energetica degli impianti termici e cogenerativi, stimare il loro impatto economico ed ambientale, fornire informazioni sulle risorse agro-forestali disponibili sul territorio.

I rappresentanti del Mipaaf intervenuti hanno poi riferito relativamente ai tavoli di filiera legno e filiera agro-energia che il Ministero coordina. I Tavoli lavorano anche per formulare i Piani di settore, operativi, con azioni obiettive, che possono essere prese e trasferite sui PSR regionali. Sono Tavoli tecnici con rappresentanti delle filiere delle Regioni e degli Enti di ricerca, e delle categorie operative interessate ad attuarli. I I due settori appaiono integrati oggi e sono legati da uno sviluppo parallelo che il ministero ha intenzione di accentuare. Si è ricordato, infine, che diverse misure dell’attuale PSR hanno potenzialità di investimento per l’agroenergia che potranno essere sfruttate dagli operatori e dagli enti locali per lo sviluppo rurale.

di Marcello Ortenzi

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