Energia verde
L'energia rinnovabile rappresenta già il passato?
100 miliardi di euro. E quanto è stato speso dall'Unione europea in incentivi per l'energia verde. Un mare di soldi che, secondo alcuni economisti, non ha prodottyo buoni risultati, sotto il profilo costi-benefici. Ora il premio Nobel italiano Carlo Rubbia annuncia una nuova tecnologia
23 gennaio 2015 | T N
Lo sviluppo delle energie rinnovabili è stato eccessivamente condizionato dai contributi pubblici, pari a 100 miliardi di euro negli ultimi anni da parte dell'Unione europea.
L'eurodeputato M5s, Tiziana Beghin, ha portato alla luce le ambiguità e le incongruenze del settore: nonostante siano abbastanza evidenti le potenzialità geografiche delle varie aree, paradossalmente uno stato particolarmente soleggiato come la Spagna ha investito fortemente nell’energia eolica, mentre una nazione molto ventilata come la Germania è leader nel settore del solare fotovoltaico.
Ancor più espliciti due economisti. “E’ del tutto evidente – affermano Marco Ponti, Giorgio Ragazzi e Francesco Ramella sulla base di dati della commissione europea e del Ceer (Consiglio europeo dei regolatori dell’energia) – come gli incentivi previsti per il fotovoltaico e per le altre rinnovabili non risultino essere giustificabili in termini di rapporto costi-benefici. Anche volendo prescindere da una valutazione di efficienza, il livello di sussidio previsto per il fotovoltaico è ingiustificato in base a una valutazione costi-efficacia”.
Infiltrazioni mafiose nei parchi eolici del sud e mega truffe allo Stato e alla comunità, come quella scoperta in Piemonte: ricavi non dichiarati per oltre 600mila euro, costi indebitamente detratti per oltre 1,5 milioni di euro, violazioni all’Iva per oltre 2 milioni di euro e una base imponibile Irap sottratta a tassazione pari a circa 2,5 milioni di euro. Ad individuarli sono state le Fiamme gialle di Mondovì (Cuneo) dopo un controllo fiscale nei confronti di alcune aziende del Monregalese, operanti nel settore delle energie rinnovabili.
Il futuro delle rinnovabili è dunque già scritto? Sì, secondo Carlo Rubbia, premio Nobel italiano, che lavora presso il Politecnico di Karlsruhe in Germania.
“Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia per produrre energia da fonti fossili senza emissione di CO2 - ha spiegato Rubbia - Si tratta di un metodo in grado di "spaccare" il metano, detto methan cracking, dividendolo in carbonio e idrogeno. Dall’idrogeno a quel punto è possibile produrre energia senza liberare anidride carbonica mentre il carbonio può essere usato per altri scopi”.
Il nuovo metodo messo a punto nei laboratori tedeschi potrebbe quindi rappresentare una valida alternativa di produzione di energia pulita ai più costosi metodi da fonti rinnovabili.
Secondo il fisico italiano, la scelta dell’Europa di investire tutto sullo sviluppo delle rinnovabili rischia di tagliarla fuori. “Gli Usa, e molte altre nazioni, stanno spostando i loro sforzi – ha spiegato Rubbia – nello sfruttamento del gas naturale i cui costi di estrazione sono stati abbattuti da nuove tecniche. Questo garantisce una nuova era di ‘abbondanza’ dove però sarà necessario trovare nuovi metodi per abbattere la CO2″.
Una possibile strada potrebbe quindi arrivare dalla possibilità di ‘rompere’ il metano e il prossimo passo, ha aggiunto Rubbia, sarà quello di passare allo sviluppo applicativo.
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