Energia verde 26/05/2014

Cinque ricercatori e imprenditori italiani premiati per efficienza e sostenibilità

Appello dal Monito del Giardino al Governo Renzi per chiedere “un'azione coraggiosa che, attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, dell'efficienza energetica e della chimica verde, ci avvicini al traguardo dell'80% di taglio delle emissioni necessario per il 2050”


Firenze ha premiato la ricerca e l’imprenditoria innovativa e sostenibile il 14 maggio, con il premio “Il Monito del Giardino”, riconoscimento che quest’anno, con il titolo “Dalla natura alla natura, con energia", ha scelto di porre lo accento i meriti di chi sta materialmente costruendo un presente più sostenibile, soprattutto nel campo dell’energia. L’edizione 2014 di questo premio assegnato dalla Fondazione Giardini Monumentali Bardini e Peyron e finanziato dalla Cassa di Risparmio di Firenze, ha visto cinque ricercatori e imprenditori italiani premiati perché hanno contribuito alla sostenibilità e all’efficienza, più la Danimarca, paese europeo in cui già oggi una lampadina su quattro si accende con la sola energia del vento e che da qui alla fine del decennio funzionerà per metà con le rinnovabili. La lista dei premi verdi, è stata aperta dal chimico che ha selezionato le colture utili per bonificare i campi inquinati come quelli della Terra dei Fuochi e allo stesso tempo per produrre biogas, Vito Pignatelli, dell’ENEA e presidente Itabia: a lui andranno 15.000 euro che verranno dedicati a progetti di educazione ambientale. Seguono quattro importanti realtà dell’innovazione italiana. Chiara Tonelli, docente di Architettura a “Roma Tre” e personaggio della divulgazione tv, per il progetto Rhome, un prototipo di abitazione sostenibile dal punto di vista ambientale, energetica e sociale che sarà presentato alle Olimpiadi mondiali della bioarchitettura che si terrà a luglio a Versailles, unico progetto italiano a partecipare. Il prof. Enrico Bonari, coordinatore per la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa del laboratorio Land Lab, guida le attività agricole verso un percorso di buone pratiche del riutilizzo di territori abbandonati per lo sviluppo di energie rinnovabili.

Il prof. Paolo Nannipieri, direttore del Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente dell'Università fiorentina, assieme al suo staff ha preparato un modello di studio del ciclo di vita della filiera del legno dell'Alto Mugello, salvando dal fallimento alcune piccole aziende agricole della zona, grazie all'utilizzo delle biomasse legnose per l'auto-produzione di energia e calore. Infine un imprenditore della Tuscia, Filippo Palombini, della storica azienda zootecnica di Nepi, che svolge le tradizionali attività agricole e di allevamento a impatto quasi zero, grazie al riutilizzo di tutti gli scarti agricoli e forestali del territorio. L'azienda alleva circa 480 bovini da latte Frisone italiani e la superficie totale condotta è di 140 ha circa dei quali 100 ha, sono coltivati e irrigui. Ha un impianto fotovoltaico da 550 kW integrato sulle coperture dei fabbricati agricoli e un impianto di biogas da 750 kW (produzione stimata annua di 4.000.000 kWh elettrici oltre la produzione di calore che è utilizzata in teleriscaldamento). L'impianto a biogas di ultimissima tecnologia utilizza i reflui zootecnici e gli scarti dalle colture agroalimentari per ricavare il metano che poi è trasformato in elettricità e calore.

Titolo di merito anche il fatto che l’azienda è aperta alle visite di altri operatori e di semplici cittadini desiderosi di conoscere il funzionamento dell’impianto.

L’edizione di quest’anno del “Monito del Giardino” ha rilevato poi il suo impegno nella difesa del clima con un appello firmato da oltre 100 personalità della cultura, della ricerca e dell’ambientalismo rivolto al Governo Renzi per chiedere “un'azione coraggiosa che, attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, dell'efficienza energetica e della chimica verde, ci avvicini al traguardo dell'80 per cento di taglio delle emissioni necessario per il 2050”.

di Marcello Ortenzi