Energia verde 22/05/2014

L'energia rinnovabile ci ha fatto risparmiare un miliardo di euro

Il 30% della produzione italiana viene da fonti verdi ma l’Italia paga i costi dell’ipertrofia burocratica e fiscale, responsabile del 60% del divario con la Germania


In Italia, ormai le rinnovabili rappresentano più di un terzo dell’energia prodotta e hanno avuto un effetto benefico sui prezzi all’ingrosso per circa un miliardo nel 2013.

“Si sta delineando un nuovo modello di mercato – dice Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e direttore scientifico dell’IREX Annual Report, giunto alla sua sesta edizione. – Per reazione alla situazione di stallo italiana, le aziende conquistano nuovi mercati. Nel 2013 la crescita esterna ha raggiunto quasi la metà delle operazioni, sfiorando i 2,9 miliardi di euro, con un +16% sull’anno precedente. In pratica, mentre da noi nel 2013 rispetto all’anno precedente si investiva il 39% in meno nell’eolico e il 30% in meno nel fotovoltaico, le industrie italiane realizzavano oltre tre quarti dei nuovi impianti in altri Paesi, specie nei mercati emergenti e nelle Americhe: circa 1.900 megawatt su 2.400 totali. Molteplici le destinazioni, con in testa Nord e Centro-Sud America (oltre un terzo delle operazioni), mentre si iniziano ad ‘esplorare’ Asia e Africa”.

Il sistema elettrico “raggiungerà un nuovo equilibrio tra il 2017 e il 2020 – spiega ancora  Marangoni – soprattutto con l’avvento della produzione elettrica distribuita e il diffondersi di sistemi di accumulo e stoccaggio, che imporranno nuovi modelli di mercato”. Le analisi dell’Irex riferite a questo triennio mostrano in effetti che, nonostante un progressivo abbandono delle centrali termoelettriche più obsolete, il sistema sarà in equilibrio. Un contributo potrà arrivare anche dai sistemi di accumulo diffusi i quali, accoppiati con i piccoli impianti fotovoltaici diffusi in tutta Italia, potranno portare sensibili benefici agli utenti, così come al sistema Paese nel suo complesso.

Dopo anni di crescita, però, il mercato interno cambia segno e le industrie italiane cercano spazi all'estero: il 76% degli investimenti in nuovi impianti sono infatti internazionali. Lo rileva l'Irex Annual Report 2014. Secondo il nuovo censimento Irex, si costruiscono meno centrali pulite. Il calo complessivo delle operazioni 2013, rispetto al dato dell'anno precedente, è del 25% in termini di potenza e del 23% in termini di valore, con 204 operazioni, corrispondenti a 5.832 megawatt, per un valore stimato di 7,8 miliardi di euro.

In Brasile e in Cile l’eolico costa meno delle fonti tradizionali, mentre nel primo sta partendo la prima gara per il fotovoltaico; in Cina nel 2013 sono stati installati ben 16.000 megawatt di eolico e 12.000 di fotovoltaico; l’India ha norme difficoltose, ma costi di costruzione molto bassi. In Sudafrica sono presenti molte imprese italiane, anche con alleanze tra big player e piccole-medie “pure renewable”. Tutti mercati complessi, ma molto interessanti per le industrie italiane.

Lo studio riporta anche i casi del Marocco, con i primi passi nelle politiche di sviluppo; il Giappone con un settore fotovoltaico esploso grazie a tariffe molto attraenti; il Messico che ha varato riforme per aumentare gli investimenti privati; l’Arabia Saudita con un nuovo ambizioso piano per le rinnovabili e la Turchia con una domanda di elettricità in forte crescita e prezzi crescenti.

di C. S.