Energia verde

Italiani in crisi e per scaldarsi scelgono la legna

Aumento record del 15% delle importazioni di legna nel 2013 rispetto allo scorso anno. Secondo dati Aiel oggi si vendono 2 milioni di tonnellate di pellet e oltre 16milioni di tonnellate di legna e cippato da ardere

27 novembre 2013 | Marcello Ortenzi

Tra i vari comparti aggrediti dalla crisi economica in Italia, c’è anche il riscaldamento domestico, che per risparmiare punta oggi sul ritorno delle stufe e dei camini, facendo segnare un aumento record del 15% delle importazioni di legna nel 2013 rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat riguardanti i primi sette mesi del 2013 dai quali si evidenza che quest'anno con l'arrivo dell'inverno ci sono oltre sei milioni di stufe e camini accesi sul territorio nazionale, che possono contare su una miriade di tipologie e tecniche di funzionamento assai avanzate. Secondo dati Aiel oggi si vendono 2 milioni di tonnellate di pellet e oltre 16milioni di tonnellate di legna e cippato da ardere. Con l'importazione di ben 3,5 miliardi di chili di legna da ardere nel corso di tutto il 2013 che saranno bruciati per garantire il caldo nelle case e uffici dei cittadini, l'Italia - stima la Coldiretti - è diventato il primo importatore mondiale di legna. Infatti, abbiamo un parco nazionale di stufe che si aggira sui 2 milioni di unità, con previsione di crescita a 3,6 milioni al 2020 e di 17mila caldaie oggi e almeno 30mila nel 2020. Una dimostrazione evidente del ritorno di modalità di riscaldamento che sembravano dimenticate dovuto - evidenzia la Coldiretti - al crescente interesse verso una forma di energia che è diventata competitiva dal punto di vista economico oltre ad essere più sostenibile dal punto di vista ambientale. Tuttavia i sistemi di riscaldamento odierni possono utilizzare anche altre biomasse solide di scarto, come nocciolino, sansa disoleata, gusci, potature, senza dimenticare il pellet, che se ben gestite possono produrre energia termica adeguata ai climi più rigidi.
Sul territorio nazionale sono presenti 10 milioni e 400 mila ettari di superficie forestale circa, in aumento del 20% negli ultimi 20 anni, di cui viene utilizzato meno del 15% della ricrescita annuale. Inoltre, esiste un forte potenziale di biomasse agroforestali nel sud Italia, come evidenziato nel corso del recente Agrilevante di Bari, che rappresenterebbero un potenziale energetico di circa 10 milioni di MWh primari (equivalenti a 850.000 ton. di petrolio). Con una gestione e uso delle foreste e dei terreni forestali corretta, in modo di mantenerne la biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, ora e nel futuro, può essere prelevata, quasi senza alterarne la sostenibilità, una quantità di 23,7 milioni di tonnellate/anno di combustibile che riduce i consumi attuali di petrolio di ulteriori 5,4 milioni di tonnellate e così compensare anche il fabbisogno energetico del Paese. Gli ecobonus in detrazione sull'acquisto di stufe e caldaie a legna e pellet e il contributo del GSE del Conto Energia Termico sono ulteriori incentivi oggi in azione per spingere verso questo genere di riscaldamento.

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