Bio e Natura

Il nemico del noce: Rhagoletis completa

Gli 8600 ettari di noce italiano vanno difesi da questo insetto che si nutre del frutto. La Rhagoletis completa è originaria dagli Stati Uniti d'America e la sua prima apparizione in Europa si è verficata in Svizzera, negli anni ’80

23 febbraio 2018 | Giulio Brescia

La mosca della noce (Rhagoletis completa CRESSON,1929 ) è un insetto dell'ordine dei Ditteri famiglia dei Tephritidi, parassita delle piante di Noce (Juglans sp.) è in grado di causare consistenti perdite produttive e deprezzamenti qualitativi, a causa dell'imbruniento del gheriglio che è il seme e la parte edule (Il frutto è una drupa).
Il genere Rhagoletis è costituito da 65-70 specie , la maggior parte delle quali sono oligofaghe e attaccano solo piante biologicamente e strettamente correlate, sono parassiti di importanza economica.
La maggior parte delle specie di Rhagoletis hanno una biologia simile ,molte di queste specie sono di grande interesse agrario perché rientrano fra i principali fitofagi di diverse piante coltivate e sono genericamente chiamate mosche della frutta .
La Rhagoletis completa è originaria dagli Stati Uniti d'America centrali e meridionali e la sua prima apparizione in Europa si è verficata in Svizzera, negli anni ’80. In Italia la presenza della Rhagoletis completa è stata accertata per la prima volta nel 1991 in Friuli Venezia Giulia e Veneto ( Duso, 1991), in seguito ha colonizzato il Trentino-Alto-Adice , nel 1991, il 50% delle noci raccolte in alcuni frutteti italiani del nord Italia era infestato da R. completa ( Ciampolini e Trematerra 1992 ), nel 1995 la sua presenza è stata accertata nel centro Italia e nel 2010 ha fatto la sua comparsa anche in Campania (Benchi et al., 2010), attacca diverse specie del genere Juglans (Noce), ma è capace di infestare anche Prunus persica e Malus ssp.
Le cultivar di noce danneggiate sono; Sorrento, Malizia, California, Hartley,Chandler e Franquette, diversa suscettibilità varietale legata a due variabili legate tra di loro: periodo di maturazione e durezza del mallo, in genere vengono colpite le cultivar precoci rispetto a quelle tardive.

Adulto di Rhagoletis completa
foto di Carlo Bonardi MI

Morfologia e Biologia

L'adulto, ha una lunghezza di 4-8 mm, è facilmente riconoscibile per lo scutello color crema, che può presentare anche delle macchie nere, ; le ali sono trasparenti, con tre bande scure di cui la più esterna a forma di V, con cellule bm e cup di profondità simile; cup con una breve estensione acuta. ; capo con tre paia di setole frontali e due paia di setole orbitali; coppia posteriore reclinata, gena (guancia) con solo setole corte anteriori. Primo flagellomero (terzo segmento antennale) leggermente appuntito all'apice. Torace e addome dal giallo pallido all'arancio con bande trasversali scure.
La larva è invece di colore bianco giallastro, apoda e microcefala, . Pupa di colore giallo scuro-marrone a forma di barilotto.La mosca della noce compie solo una generazione l’anno : durante l'inverno sverna nel terreno (a circa 5-15 cm di profondità) sotto forma di pupa; gli adulti possono vivere fino a 40 giorni , in condizioni ottimali emergono da fine giugno a metà agosto o talvolta in settembre-ottobre se le condizioni climatiche lo permettono; il picco di deposizione è alla fine di agosto ( Kasana e Aliniazee, 1996 ).
Ogni femmina può deporne da 200 a 400 uova, in gruppi da cinque a venti unità, all'interno del mallo delle noci, generalmente scegliendo le più tenere; le femmine marcano le noci già infestate con un feromone inibitore. Le uova si schiudono entro una settimana, dalle uova fuoriescono le larvette che iniziano a nutrirsi del mallo; sono presenti tre stadi larvali, maturano in 3-5 settimane, quindi si lasciano cadere dall'albero per interrarsi nel terreno; la diapausa dura normalmente un anno, ma può protrarsi fino a tre.

Danni

Il Dittero è considerato uno dei fitofagi più pericolosi per il Noce nel mondo, il danno è causato dalla larva, che alimentandosi del frutto può indurre la cascola e l'annerimento del mallo (Esocarpo), con una macchia scura che si estende progressivamente fino a coprire tutto il frutto, e dalla quale può sgorgare un liquido nerastro ricco di tannino. Il mallo rinsecchisce, aderendo al guscio (Endocarpo) e rendendone difficoltosa l'asportazione, e i secreti possono impregnarlo; nel caso, il guscio annerisce a sua volta, contagiando infine anche la polpa del frutto che può ammuffire o rinsecchire con imbrunimento del gheriglio e conseguente diminuzione del valore commerciale del prodotto.. Inoltre, altri insetti possono essere attirati dal mallo in decomposizione, e deporvi a loro volta le uova. L'attacco di popolazioni coinvolte nelle prime infestazioni impedisce la maturazione del nocciolo il che si traduce in noci avvizzite o gusci vuoti ( Hislop et al,. 1981).

Frutto attaccato da giovani larve.
da Biocontrol Ch.

Prevenzione e Controllo

Nel commercio internazionale, il principale mezzo di dispersione verso aree precedentemente non infestate è il trasporto di frutta contenente larve vive. Esiste anche il rischio del trasporto di pupe nel suolo o di imballaggi con piante che hanno già prodotto frutti.Al momento del rilevamento, i frutti caduti e infetti devono essere rimossi e distrutti. Se possibile, anche gli alberi ospiti selvatici e abbandonati dovrebbero essere distrutti (Boller e Prokopy 1976). La rimozione dei frutti infestati rappresenta una significativa misura preventiva. Frutti caduti al suolo devono essere subito eliminati per impedire che le larve escano dalla noce e si possano impupare nel terreno. Una misura simile è la copertura del suolo con teli sotto gli alberi, cosicché le larve non possano impuparsi e svernare nel terreno. Il raccolto anticipato può essere usato per evitare l'attacco del fitofago ( Yokoyama e Miller 1997).
Il monitoraggio con trappole cromotropiche gialle ci permette di definire l'entità di popolazione e la cattura di un certo numero di adulti, le trappole vanno utilizzate durante il periodo di volo ( Giugno-Settembre ) .Il controllo verso la fine di Luglio, sulla pianta ci consente di verificare l'inizio dell'attività trofica del carpofago e decidere il momento di intervento con varie strategie.
Trattamenti chimici con prodotti convenzionali ,(quando la legge lo prevede oppure deroghe ecc..) come i discussi neonecotinoidi (Thiacloprid) prodotto che è ammesso per la lotta della seconda generazione della carpocapsa del melo (Cydia pomonella),e nonostante non sia registrato per la mosca della noce , ha buoni effetti anche contro la mosca della noce.L'esecuzione di due trattamenti a distanza di 15 giorni garantisce risultati migliori, il Fosmet è registrato su noce, è un'insetticida fosforganico che esplica la propria azione per contatto e per ingestione. E' dotato di proprietà citotropiche: viene assorbito dalle foglie e dalle altre parti verdi della pianta diffondendosi negli strati più superficiali dell'epidermide.
I trattamenti ammessi dalla normativa del biologico si basano sulla tecnica del “Attract and Kill” e riguardano l'utilizzo di un'esca proteica localizzata (oppure per aspersione) e miscelata con lo Spinosad, da risultati accettabili, il controllo invece con i nemici naturali del Dittero si basano sull'utilizzo, su predatori di uova come Pyemotes ventricosus e Orius insidiosus, parassitoidi come Sparangia rugosicollis, Opius humilis e Biosteres ssp.

"In Italia ci sono oltre 8.600 ettari di noce, concentrati soprattutto in Campania (24,5%), Lazio (7,9%), Sicilia (6,7%), Veneto (6%), Piemonte (5,8%) ed Emilia-Romagna (5,6%) (Dati Istat 2010). A livello mondiale i maggiori produttori sono Cina (1.289.572 tonnellate e il 43,7% della produzione), Iran (434.649 t pari al 14,7%) e Usa (418.775 t pari al 14,2%), negli ultimi anni anche il Cile e l'Australia sono cresciuti moltissimo.
L'Italia è al settimo posto con 11.900 tonnellate pari all'1,1% (Fonte dati Fao 2014).
Le rese produttive vanno in media dalle 2 t/ha di noci con guscio di varietà Malizia e Sorrento, fino alle 6 t/ha di Hartley e Chandler, per una quotazione media di di 2 -3 euro/kg, la mosca delle noci è in grado di provocare la perdita del 30-60% dei frutti, nonchè di svalutare i prodotti che sopravvivono, ma che rimangono anneriti nel guscio. La perdita economica per un operatore che subisce un attacco dalla Rhagoletis completa può quindi arrivare fino a 1400 euro/ha: una cifra considerevole, se si pensa che ogni ettaro può rendere una cifra che va dai 4000 ai 15000 euro.
Le opportunità di mercato, oltretutto, sono molto interessanti: oggi la produzione italiana copre meno di un terzo della domanda domestica e solo una piccola parte dell'offerta è rappresentata da noci di alta qualità. "In Italia si consumano 50mila tonnellate di noci all'anno; in Europa 500mila all'anno: l'80% di questi volumi è importato principalmente da California e Cile", "Non dobbiamo dimenticare che nel nostro Paese il consumo è in continua crescita è il contesto potrebbe rappresentare una opportunità per i giovani che non vedono prospettive per il loro futuro."

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