A regola d'arte 06/11/2020

Le donne frantoiano: il futuro dell'olio extra vergine di oliva italiano nelle loro mani

Le donne frantoiano: il futuro dell'olio extra vergine di oliva italiano nelle loro mani

Dalla testa delle ragazze a San Casciano Val di Pesa e dalla tecnologia di quelle macchine escono poi extra vergini di oliva straordinari, in grado di farsi valere sui mercati e ai concorsi in Italia e nel mondo


Judyta, polacca di nascita, toscana nel midollo, ha lasciato il lavoro di assistente dentista e nel 2012 ha fondato la Ranocchiaia con il marito Gian Luca Grandis; Natalia, ristoratrice e mamma di un bimbo di 5 anni; Sofia, studentessa di Agraria; Emilia, due figli di 8 e 16 anni; Donatella, un figlio di 19 anni; Silvia, sorella di Gian Luca; Nicole, aspirante attrice, che ha ereditato dai nonni in Puglia la passione per l'olio extravergine d'oliva.

Eccola la squadra che sta lavorando nel frantoio di San Casciano Val di Pesa, a un tiro di schioppo da Firenze. Sette donne, età media 31 anni, alle prese chi con la cassa integrazione, chi col lavoro a casa, chi con la famiglia, che hanno deciso di passare dalle parole ai fatti. In un mondo in cui il ‘rosa’ è garantito per legge nella cabina elettorale, queste ragazze hanno aspettato deciso di impegnarsi sul serio e non solo per fare notizia, in un’impresa nuova.

E che impresa! Il cancello è sempre chiuso in via Cellini a San Casciano, per entrare serve qualificarsi a Donatella e solo dopo si può apre. Dentro pare la cucina di casa: ordine, pulizia su tutto, poche chiacchiere e a ognuna il suo. Tutte indiscutibilmente alla pulizia, sempre, di ogni cosa, poi chi al muletto, chi alla selezione delle olive, chi al frangitore, chi ai bottoni, perché qui, a La Ranocchiaia, non si accende la macchina e si va a ruota, si valuta si sceglie l’uso della tecnologia a seconda delle caratteristiche delle olive. Poi tutte con l’olio sotto il naso e in bocca, per assaggiare, capire, conoscere e riconoscere.

A guidare la squadra Judyta: “Sono orgogliosa della mia squadra - spiega - perché insieme, grazie a un po' di flessibilità e cercando di venire incontro alle necessità di ognuna, riusciamo a produrre un olio di alta qualità: non è sempre facile, per me e le mie collaboratrici, conciliare vita privata e lavoro. Abbiamo una passione comune che ci tiene unite e ci consente di reggere l’impegno perché le giornate sono lunghe, l’attenzione deve essere sempre massima e la fatica ad un certo punto si fa sentire davvero”.

Poi c’è Gian Luca Grandis che capita l’aria che tirava a San Casciano s’è rimesso in viaggio a portare le sue conoscenze della gestione dei sistemi di estrazione di qua e di là e Covid permettendo, tra auto e aerei s’è messo in viaggio, dalla Puglia alla Turchia, dalla Slovenia alla Croazia; lui che ama definire l’azienda di famiglia “Frantoio Grandis - evo designer”, perché questa è la realtà delle cose.

Dalla testa di quelle ragazze e dalla tecnologia di quelle macchine escono poi oli straordinari, in grado di farsi valere sui mercati e ai concorsi in Italia e nel mondo. Peccato che l’olio è diverso dal vino anche in questo.

Il vino è sempre di una Cantina, a volte di un enologo, mentre l’olio è sempre delle olive, dell’olivicoltore o di chi lo vende, quasi mai di chi lo fa. Manca il piacere di raccontare di chi sono le mani che rispettando il valore del frutto ne hanno saputo estrarre una meraviglia d’olio.

Se poi sono mani di ragazze, impegnate in un lavoro da sempre attribuito ai maschietti meglio ancora. E non è pubblicità!

di Maurizio Pescari