A regola d'arte 26/09/2014

Dagli antipasti ai dolci, non potremmo presentare nessun piatto senza olio extra vergine d’oliva

Arrivando sulla spiaggia di Pistis, percorrendo una linea retta dall’entroterra di Terralba verso il Tirreno si incontra una coppia, Cristiano e Lella: un'armonia perfetta, nella vita e in tavola


La Sardegna fuori stagione è un vero privilegio. Lasciamo le rovine della maestosa città punico-romana di Tharros, che domina il promontorio settentrionale del golfo di Oristano, e attraversiamo boschi pervasi dal gradevole e acuto profumo di eucalipto, in questo frangente attutito da quello dolce del latte appena munto nelle vicine fattorie modello di Arborea, per raggiungere e visitare le straordinarie vigne di Bovale a Terralba.

Non abbiamo voluto neppure negarci un ultimo bagno, rimandando la scelta del ristorante serale senza immaginare che la scoperta gastronomica ci sarebbe stata regalata proprio dalla spiaggia. Arriviamo sulla spiaggia di Pistis, percorrendo una linea retta dall’entroterra di Terralba verso il Tirreno. Un piccolo stabilimento, l’unico, ci accoglie con quel senso naturale di ospitalità proprio dei sardi. Chiediamo di indicarci un posto dove prenotare la cena e ci viene suggerito un ristorante che ha sede nella casa di pietra che domina la spiaggia. “Se cercate il miglior pesce fresco della zona, siete nel posto giusto”.

A fine pomeriggio i gestori devono andarsene ma ci invitano a rimanere, a ribadire l’arte dell’accoglienza che caratterizza la cultura sarda. Un’ora dopo entriamo per la cena e restiamo sorpresi visto che proprio loro, i due signori della spiaggia, ci vengono incontro con lo stesso sorriso.

“Abbiamo iniziato nel 2001 servendo qualche piatto pronto sulla spiaggia – ci racconta Cristiano Murgia – qualche anno dopo, sempre lì, abbiamo aperto un piccolo locale. Più che un ristorante sembrava una nave di legno… Dal ristorante vedevamo il rudere di Tziu Tinu, un tipo che staccava il freezer per risparmiare facendo marcire tutto quello che c’era dentro. Dopo 9 anni di complesse ed estenuanti pratiche burocratiche siamo finalmente riusciti a ristrutturarlo e oggi vorremmo allargarci con una bella veranda sulla terrazza”.

Una coppia al lavoro, lui in sala, lei, Lella Desogus, in cucina. La formula vincente della ristorazione italiana. Lei inizia una frase, lui la completa, entrando sempre ‘a tempo’, in armonia perfetta.

Considera questo lavoro artigianato o arte?
“Cucinare è la mia espressione personale – ci dice Lella - Da piccola giocavo con le pentoline, poi ho studiato, continuo a farlo, imparo, sperimento con curiosità. Sono innamorata di questo mestiere. Prediligo i primi piatti anche se non li mangio.”

Qual è il rapporto con i prodotti del territorio? (Mentre faccio questa domanda entra un signore che porta delle attinie (i pomodori di mare) appena pescate).
“Vede – sorride Lella - ha già avuto la risposta. Il pesce ci salta in tavola. Dal mare e da Marceddì, la nostra laguna, che essendo aperta offre pesci e molluschi delicati.”

E l’olio extravergine d’oliva?
Prende la parola Cristiano. “Ci sono cresciuto in mezzo. Lo produciamo a casa per utilizzo familiare e al ristorante utilizziamo quella dei produttori sardi.”
“La Nera di Gonnos – prosegue Lella - regala un olio delicato che non copre il gusto delle preparazioni di pesce. Le piccole verdi invece danno un olio piccante, perfetto per le finiture. Infine la bianca per le fritture e per la salamoia. Dagli antipasti ai dolci, non potremmo presentare nessun piatto senza olio extravergine d’oliva.

Ci racconti un suo piatto.
“Le isole – ci spiega la chef – è il piatto augurale che ho creato per l’apertura del ristorante, motivo per cui ci sono particolarmente affezionata. È un rotolo di pasta con gambero rosso di Sicilia e bottarga di Marceddì. Un omaggio alle due grandi isole italiane.”

Chiudiamo la cena con la Seadas (sa seadas), nella versione alleggerita e interpretata di Lella. La accompagna il vino augurale Assoluto ottenuto da uve Nasco che nella tradizione veniva offerto agli amici per lasciare il miglior ricordo di sé.

Sa seadas di Lella
È un piatto molto semplice che si può replicare purché la materia prima sia eccellente.
Sul pane guttiau (pane carasau introso d’olio extravergine d’oliva) versare il pecorino sciolto in un pentolino (noi usiamo quello del caseificio Siamanna di Oristano) profumato con poca scorza di limone. Aggiungere a coperture miele di corbezzolo o di cardo (di Gonnos) e servire nel cartoccio che mantiene il calore.

 

FRONT’E MARI
Pistis – 09031 Arbus
info@ristorantefrontemari.it
tutto l’anno (da ottobre a marzo solo venerdì, sabato e domenica)

di Rosa Artusi

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

Commenti 0