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La passione di don Bosco per il vino. Ora si pensa di elevarlo a protettore dei viticoltori
A richiederlo sono i sindaci del Monferrato e i vignaioli piemontesi. La richiesta ufficiale a "Golosaria", in programma per il prossimo 15 marzo a Moncucco Torinese
07 marzo 2009 | Sarah Scaparone
Don Bosco patrono dei vignaioli italiani: questa la storica richiesta che i sindaci del Monferrato e i vignaioli piemontesi proporranno domenica 15 marzo nell'ambito diGolosaria, la rassegna di cultura e gusto del Club Papillon.
L'appuntamento sarà alle ore 15.00 a Colle Don Bosco, per un incontro dedicato al Santo che, nel corso della sua vita, ha dimostrato più volte il suo amore non solo per l'agricoltura ma anche per la vitivinicoltura.
Nella biografia del Santo si parla infatti di un libro intitolato L'enologo italiano: un piccolo volume, pare scritto verso la fine del 1844, in cui si spiegavano in modo semplice e divulgativo la coltura della vite, le condizioni di una buona cantina, la preparazione di botti e tini e come produrre vino.
Ma la passione di Don Bosco per questo argomento trapela anche dalle testimonianze di vecchi vitivinicoltori della zona di Chieri, oltre che dai suoi scritti pubblicati sul "Galantuomo", editato nella collana mensile "Le letture cattoliche". Proprio in uno dei suoi articoli del 1857 si evince: "Il vino fa bene, se buono e bevuto con discrezione; l'eccesso nel bere abbrevia la vita ed è causa infausta di guai e di miseria per tante famiglie".
La passione di Don Bosco per i campi e le vigne proviene dalla sua vita trascorsa in campagna e dal lavoro che il papà Francesco faceva ai Becchi. La biografia del Santo segnala poi che a soli 12 anni custodiva mucche e faceva il vignaiolo a Moncucco e, a questo proposto, si narra ancora oggi di come la vigna che lavorò alla Cascina Moglia, abbia resistito più a lungo di altre alla filossera e del fatto che il suo vino fu donato a Giovanni Paolo II durante la visita del secolo scorso.
Fu invece la vigna del fratello Giuseppe, denunciata come proprietà di Giovanni, la dote necessaria per essere ordinato sacerdote, come richiedeva la consuetudine ecclesiastica. Non a caso dunque, nelle vigne del Monferrato, Don Bosco portò spesso i suoi ragazzi a vendemmiare e a festeggiare la Madonna del Rosario, e legato al vino è anche l'episodio della sua guarigione del 1840: dopo un anno di dolori e un mese di costrizione a letto guarì mangiando del pane al miglio e bevendo un bottiglione di vino che gli donò mamma Margherita.
L'iniziativa di avanzare la proposta di San Giovanni Bosco patrono dei vignaioli arriva dunque da Moncucco Torinese, sede della Bottega del vino dedicata al Freisa e anche sede di Golosaria nel Monferrato che si animerà dal 6 all'8 marzo e, nella zona del Basso Monferrato, il 14 e 15 marzo.
Per maggiori informazioni: www.golosaria.it
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