Italia

Ma quanto è FICO la Calabria dell'olio extra vergine d'oliva

La Calabria ha donato a FICO sei mestosi olivi secolari, dedicando ben tre settimane di attenzione sull'extra vergine. A Bologna si alterneranno per discutere di questo prodotto diversi conoscitori dell'olio regionale tra cui i responsabili delle DOP Bruzio, Lamezia, e Alto Crotonese e quello dell'IGP Olio di Calabria

30 novembre 2017 | Rosario Franco

Si è aperta a Bologna FICO Eataly World, la prima Fabbrica Italiana Contadina, il più grande parco agricolo del mondo che secondo il suo ideatore dovrà accogliere nella struttura oltre 6 milioni di visitatori. Una vetrina importantissima nella quale la Regione Calabria è protagonista con il suo spazio espositivo per promuovere e valorizzare i prodotti dell’enogastronomia calabrese.

La Regione Calabria accoglie sin da subito i visitatori di FICO, perché sei maestosi ulivi secolari calabresi, sono stati donati alla manifestazione che li ha posizionati in maniera permanente ai quattro ingressi principali dall'Olearia San Giorgio che rappresenta una delle migliori e più prestigiose aziende olivicole della Regione. In queste prime settimane di presenza a FICO, la Regione Calabria sta dando dato il meglio di se, presentando e facendo gustare al cospetto di tutti i visitatori, delle sue sorprendenti produzioni enogastronomiche. Dalla ormai conosciutissima 'nduja di Spilinga, al Bergamotto presentato con tutti le sue varianti produttive dalle essenze ai succhi. Vino, Fichi, Miele, Liquirizia, Formaggi, Salumi, Cedro ed Agrumi Vari sono stati sempre al centro dell'attenzione.

Non manca certamente neanche l'Olio Extra Vergine a cui, vista l'importanza, la Regione ha deciso di proporre ben tre settimane di attenzione su questo prodotto denominandole "la Calabria al centro di una goccia" durante le quali si alternano per discutere di questo prodotto diversi conoscitori dell'EVO di Calabria tra cui i responsabili delle DOP Bruzio, Lamezia, e Alto Crotonese e quello dell'IGP Olio di Calabria. Si cerca quindi di offrire alla miriade di visitatori che ogni giorno affollano i padiglioni di FICO il meglio di quello che può offrire la regione non disdegnando alcuni e non secondari passaggi anche su quanto offre il territorio dal punto di vista turistico ricreativo.

Se FICO Eataly World, con il suo Parco agroalimentare, “mette l’Italia al centro del mondo”, la Calabria è senza dubbio – e da sempre – al centro del Mediterraneo, con il nostro mare chiuso che nell’antichità rappresentava tutto il mondo conosciuto. Non è un caso che ad accogliere i visitatori di FICO ci sono sei olivi secolari, trasportati dalla Calabria e posti ai lati di ogni ingresso principale, mentre all’interno c’è proprio un albero di fico donato per l’occasione dalla Regione Calabria. Un motivo di orgoglio e un giusto riconoscimento per la storia, le tradizioni e l’identità della regione.Valori che sono ben espressi anche dalla presenza simbolica, a Bologna, di questi alberi monumentali, testimoni del passato e messaggeri di solennità. Del resto, la Calabria, grazie alla sua posizione strategica, è sempre stata veicolo e approdo di merci e di idee che hanno avuto strettissimi legami con la cultura del cibo e dell’alimentazione, in una magnifica contaminazione che ha interessato, nel tempo, l’intero bacino di questo mare, universalmente riconosciuto come la “culla della civiltà”.

Non per nulla, la Calabria è stata inserita da The New York Times al trentasettesimo posto tra i cinquantadue luoghi nel mondo da visitare e “da assaggiare” nel 2017. Così come, proprio in Calabria e precisamente a Nicotera, nel 1957, gli studi di Ancel Keys hanno dato origine a quella che è stata chiamata “dieta mediterranea”, con i suoi innumerevoli benefici sul piano del benessere e della salute, tra l’altro riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Sappiamo che il cibo è parte di noi, ed è sempre il frutto, diretto o indiretto, della terra che ci appartiene o che ci ospita, quando non arriva da altre parti del mondo per essere trasformato, cucinato e interpretato. È qualcosa che trascende il semplice atto del nutrirsi per assumere, con il progredire delle civiltà, un significato sempre più profondo e di tipo culturale. In questa fase storica siamo soliti associare la parola bellezza alla Calabria. È perché si è acquisita consapevolezza del suo valore, materiale e immateriale, ma soprattutto perché si è finalmente imparato a riconoscere elementi costitutivi della bellezza forse per troppo tempo trascurati o dimenticati. Della Calabria colpisce subito la bellezza degli ottocento chilometri di coste bagnate dai suoi due mari, quella dei rilievi dell’interno con i parchi naturali e i paesaggi indimenticabili, dei borghi con i loro centri storici e le loro tradizioni, del patrimonio storico-artistico presente nei tanti parchi archeologici e musei. Ma un sapore o un odore sono anche bellezza! Come lo sono i processi di lavorazione della terra e dei suoi frutti, gli animali allevati a scopi alimentari, come avviene dalla notte dei tempi, con quella cura e quel rispetto che sono propri della nostra civiltà contadina. Molti prodotti tipici della Calabria si possono facilmente associare a particolari luoghi del suo territorio da cui traggono origine, ai quali sono indissolubilmente legati, come pure a momenti salienti del suo recente passato o della sua antichissima storia. I visitatori dimostrano pieno compiacimento per la presenza della Regione e manifestano enorme attenzione ai vari ed innumerevoli prodotti presentati con l'occasione rivolgendo al personale incaricato domande circostanziate su dove è possibile reperirlo chiedendo anche informazioni aggiuntive relative anche alle potenzialità salutari e nutraceutiche che caratterizzano questi frutti della terra.

La Calabria con FICO vuole presentare se stessa a tutti i visitatori nei modi più confacenti alle sue potenzialità, i primi riscontri dicono che questa può essere una strada percorribile per raggiungere l'obiettivo di valorizzare tutte le sue produzioni enogastronomiche di qualità.

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