Turismo

Gli italiani si ritrovano in cantina

Cantine aperte torna con un carico di rinnovamento e per il 2010 si guarda già all’estero. Attenzione all’ambiente, i wine lovers sono assai sensibili al rapporto vino e rispetto del territorio

30 maggio 2009 | Ernesto Vania

Turismo enologico in continua crescita.

Alla vigilia della 17^ edizione di Cantine aperte in programma il 31 maggio, Chiara Lungarotti presidentessa del Movimento turismo del vino, promotore dell’iniziativa che ogni anno coinvolge un milione di persone, dice che “sinergie tra produttori e istituzioni sarebbero auspicabili, perché il turismo del vino è una risorsa per entrare in contatto con nuovi consumatori, facendoli diventare ambasciatori dei nostri prodotti e dei nostri territori anche all’estero”
.
Tra i visitatori delle aziende che aderiscono a Cantine aperte, infatti, ci sono molti stranieri e comunque anche gli italiani si spostano dalla propria zona di residenza per conoscere nuove aree di produzione.

In questa direzione va la Commissione per l’enogastronomia, voluto dalla neoministra al turismo Michela Vittoria Brambilla e che lavorerà in sinergia con il titolare del dicastero delle politiche agricole Luca Zaia per la promozione, la valorizzazione e la destagionalizzazione del turismo enogastronomico.

Secondo il Centro studi Veronafiere il 40% degli italiani acquista il vino che consuma abitualmente direttamente in cantina. Il 46%, inoltre, considera le degustazioni in azienda uno strumento efficace di promozione, mentre per il 34% lo sono gli eventi aperti al pubblico nelle varie città per degustare e acquistare vino direttamente dai produttori.
Inoltre il 50% dei wine lover partecipa a Cantine aperte e circa il 30% si dedica al turismo enogastronomico o percorre le Strade del vino. Rispetto alla media nazionale, infine, gli enoappassionati sono più sensibili alle tematiche ambientali (75,5% contro 42%), perché l’82,5% di loro ritiene che esiste uno stretto rapporto tra vino e tutela dell’ambiente.

Per attrarre sempre nuovi consumatori “ogni anno Cantine aperte si rinnova – dice Lungarotti – e dal 2010 intendiamo lanciare una campagna mirata di comunicazione dell’iniziativa all’estero”.

Sviluppare il business del turismo enologico significa infatti far conoscere i vini italiani nel mondo, ma bisogna garantire al visitatore un’ospitalità adeguata e di qualità, sia che si tratti di super appassionati che di neofiti curiosi aperti a nuove conoscenze sensoriali e culturali. L’esperienza delle cantine già attive nell’accoglienza può essere trainante per il sistema viticolo nazionale, fatto di tanti vini e altrettante zone di produzione con proprie peculiarità.

Fonte: Veronafiere

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