Turismo 15/04/2022

Il turista enogastronomico internazionale è infedele quanto il consumatore d'olio d'oliva

Il turista enogastronomico internazionale è infedele quanto il consumatore d'olio d'oliva

Per rendere omogenee le offerte turistiche esperienziali italiane, ma per rendere gli olivicoltori protagonisti nella produzione di qualità che il turista si aspetta, e capaci di cogliere queste nuove opportunità offerte dall’turismo, c’è bisogno di formazione


Il turismo rurale traina la crescita dell’agroalimentare italiano, anche attraverso l’offerta agrituristica. Un comparto che durante la pandemia si è dimostrato più resistente rispetto all’alberghiero, con un calo delle presenze del 30% contro il 50% del ricettivo tradizionale. È quanto emerso ieri nel corso della tavola rotonda inaugurale di Sol&Agrifood, Il Salone dell’agroalimentare di qualità in fiera a Verona fino al 13 aprile.

Il direttore generale di Veronafiere Spa, Giovanni Mantovani, ha ribadito il ruolo centrale che la fiera ricopre come protagonista al fianco delle aziende oleicole e vitivinicole, accomunata dall’essere nella maggioranza piccole e medie imprese, da affiancare con i dovuti strumenti per l’ingresso sul mercato italiano e estero. “Nel piano di sviluppo di Veronafiere - ha detto Mantovani - è ben definita l’intenzione di dare a Sol&Agrifood una autonomia rispetto all’attuale concomitanza con Vinitaly. Un passo reso necessario dalle dinamiche che si stanno sviluppando, quelle turistiche soprattutto, che incrementano il valore delle produzioni di questo settore dell’agroalimentare di qualità”.  

“La pandemia ha fatto capire a tutti quanto è importante stare in salute e stare bene – ha affermato Filippo Gallinella, presidente Commissione agricoltura della Camera – e oggi la richiesta è cambiata: non portare a casa solo il prodotto ma anche come cucinare un piatto tipico, come si fa l’olio, come si fa il vino. Il turista del futuro vuole portare a casa un’esperienza.”

I DATI ISMEA - Il settore si sta adattando molto velocemente alle nuove tendenze con il 75% degli agriturismi che ha attivato nuovi servizi nel corso del 2021 e tra i più apprezzati vi è lo spazio per lo smart working, come confermato da Ismea. “È accentuata la richiesta verso opzioni verdi e eco-friendly, ma anche alla biodiversità - ha affermato Umberto Selmi di Ismea -. Cresce il desiderio di conoscenza dei processi di trasformazione del cibo, anche tramite visite guidate presso cantine, caseifici, laboratori artigianali”. Il 58% dei turisti rurali vuole approfittare di itinerari naturalistici e ben uno su due mira a scoprire nuovi prodotti biologici, con un agriturista su tre che vuole visitare un laboratorio di produzione agroalimentare. Anche il mondo dell’olio di oliva può approfittare di questo trend.

IL TURISTA INFEDELE - “Il turista enogastronomico internazionale è infedele per definizione - ha spiegato Paolo Morbidoni, presidente della Federazione delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori - scompariranno coloro che trascorrono le vacanze nello stesso posto per dieci anni o più. Dobbiamo quindi prepararci alla sfida di accogliere nuovi turisti che vogliono esperienze culturali, naturalistiche ed enogastronomiche, tutte raccolte in un territorio e nello stesso tempo”.

PAROLA D’ORDINE: FORMAZIONE - Con questi cambiamenti bisogna innescare modifiche infrastrutturali profonde.

“Bisogna sgombrare il campo da un equivoco, il PNRR non dà soldi per le imprese agricole e agrituristiche - ha spiegato Dario Stefano, presidente Commissione politiche europee del Senato - ma per il territorio, per migliorare le infrastrutture, le strade fisiche e digitali, perché il turista trovi le aziende e le offerte. Abbiamo anche una nuova sfida davanti, quella di rendere omogenee le offerte turistiche esperienziali italiane, ma per rendere gli olivicoltori protagonisti nella produzione di qualità che il turista si aspetta, e capaci di cogliere queste nuove opportunità offerte dall’turismo, c’è bisogno di formazione, definita, seria, a ogni livello, dagli Istituti Agrari, agli Alberghieri, alle Facoltà universitarie. Una formazione - ha concluso Stefàno - che oggi manca in un Paese come il nostro. Solo così possiamo vincere la competizione internazionale.”

COMMODITY O ALIMENTO - L’olio in questo contesto può giocare un ruolo cruciale, come ha ricordato Gennaro Sicolo, presidente di ItaliaOlivicola: “È necessario fare chiarezza tra commodity o alimento! Altrimenti non verremo mai a capo della situazione. Noi stiamo parlando oggi dell’ingrediente principe della dieta mediterranea, che può raccontare il territorio, le nostre storie e le nostre tradizioni”.

di C. S.