Turismo

L'agriturismo regge l'onda d'urto del Covid ma dimezza il fatturato

L'agriturismo regge l'onda d'urto del Covid ma dimezza il fatturato

L’agriturismo, che ha perso più di 750 milioni di euro su base annua, vede il suo valore passare da 1,56 miliardi di euro del 2019 a 802 milioni di euro del 2020

22 marzo 2022 | C. S.

Anche nel 2021, per il secondo anno consecutivo, il pubblico italiano è stato protagonista della vacanza agrituristica. La domanda interna ha sommato in sé
i frequentatori abituali dell'agriturismo e molti nuovi clienti.

Nel corso del 2021, circa il 70% delle imprese intervistate ha registrato segnali di ripresa e quasi un quarto ha registrato aumenti di richieste da parte di ospiti della zona (domanda di prossimità) e fidelizzati. In particolare, sono emerse valutazioni positive anche per i mesi di giugno e settembre, oltre che per quelli di altissima stagione, a testimonianza di una certa tendenza verso la destagionalizzazione della vacanza in agriturismo.

Per oltre il 39% delle imprese intervistate, rispetto al 2020, c’è stata, inoltre, una tendenza alla disintermediazione, testimoniata dall’aumento delle richieste dirette di ospitalità a discapito di quelle veicolate da portali o agenzie di viaggio.

Le vacanze dell’ultimo minuto hanno caratterizzato la stagione 2021, soprattutto a causa delle incertezze legate all’emergenza sanitaria. Per l’81% delle imprese le prenotazioni da parte degli ospiti stranieri sono state fatte con un anticipo inferiore o uguale a un mese dall’arrivo nella struttura, il dato sale al 92% nel caso degli ospiti italiani. Allo stesso tempo si è ridotta la tendenza “mordi e fuggi”, come conferma l’aumento della permanenza media degli ospiti, in controtendenza rispetto a quanto verificatosi negli ultimi anni.

Nonostante il difficile 2020, l’insieme delle attività secondarie e di supporto all’agricoltura continua a rappresentare circa il 20% del valore complessivo della produzione del settore primario. Tutte le voci dell’agricoltura, a eccezione delle  oltivazioni erbacee, hanno subìto cali importanti di valore con la perdita maggiore registrata dalle attività secondarie che subiscono, per la prima volta dopo molto tempo,
una brusca battuta d’arresto causata principalmente dalle restrizioni e chiusure che hanno coinvolto le attività agrituristiche.

Se l’agricoltura ha resistito, limitando le perdite nell’ultimo biennio, per contro il turismo è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi, per via delle restrizioni negli spostamenti. Nel 2020, con il blocco delle frontiere, che ha drasticamente frenato i flussi di visitatori dall'estero, la spesa delle famiglie non residenti ha subìto una contrazione, rispetto al 2019, di circa 26,8 miliardi di euro (-60%).

In questo contesto, inevitabilmente, anche l’offerta agrituristica italiana, con quasi 25 mila aziende, ha affrontato una crisi di liquidità senza precedenti laddove sono venute a mancare in particolare le entrate del primo periodo di lockdown, coincidente con
l’apertura della stagione.

L’agriturismo, che ha perso più di 750 milioni di euro su base annua, vede il suo valore della produzione dimezzarsi passando da 1,56 miliardi di euro del 2019 a 802 milioni di euro del 2020, rallentando bruscamente la crescita ininterrotta degli ultimi anni.

L’analisi dei dati dei movimenti turistici negli esercizi ricettivi restituisce un quadro, nel complesso, impietoso. Lo shock del turismo non ha risparmiato nessuna tipologia di attività, tuttavia, l’agriturismo è stato il comparto che in assoluto ha registrato le perdite minori. Se, nel 2020, il turismo italiano ha perso complessivamente 228,3 milioni di notti (-53% rispetto al 2019), l’agriturismo ha registrato 9,2 milioni di pernottamenti, con una riduzione del 34% su base annua, determinata soprattutto dal crollo della domanda estera (-57,9%), in parte attenuata da una minor flessione della domanda interna che si è ridimensionata appena del 2,7%. Proprio in conseguenza di queste dinamiche, l’agriturismo ha aumentato la propria quota di mercato sull’intero settore turistico passando dal 2,9% al 4% per numero di ospiti e dal 3,2% al
4,4% per pernottamenti.

Con la pandemia sono cambiate le modalità di organizzazione dei viaggi con un sensibile aumento della quota di italiani che ha prenotato direttamente presso le strutture ricettive, cresciuta dal 24,1% al 39,4%, che si traduce in una riduzione del ricorso all’intermediazione e ai grandi i portali di prenotazione (Online Travel Agency e metamotori). Allo stesso modo è aumentata ulteriormente la quota delle prenotazioni effettuate tramite internet (sette italiani su dieci). Conseguentemente al minor ricorso all’intermediazione via web, si continua a registrare un calo di strutture disponibili sulle piattaforme online, tendenza che riguarda anche l’agriturismo.

"Il quadro tracciato - ha affermato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Gian Marco Centinaio - ha evidenziato come il settore sia stato un esempio non solo di resilienza, ma anche di vitalità, nel complicato contesto dovuto alle conseguenze del Covid-19. Nonostante la pandemia abbia ridotto in modo importante il fatturato di molte aziende, l'agriturismo si è confermato come uno dei comparti più vivaci e dinamici dell'agricoltura italiana - e del turismo - sia in termini di offerta che di potenzialità. Lo confermano i dati del 2021 che fanno registrare segnali di ripresa per le imprese del settore. Sono sempre stato convinto - continua il sottosegretario - che il turismo legato ai nostri prodotti di eccellenza, come il vino e anche l'olio, e in generale al ricco patrimonio enogastronomico che rende unica l'Italia nel mondo, possa essere uno strumento per valorizzare ulteriormente i territori e contribuire a integrare il valore complessivo della nostra agricoltura anche nelle aree meno conosciute. La pandemia, d'altronde, ha portato a far riscoprire, e in alcuni casi a scoprire, agli stessi italiani un turismo di prossimità, sostenibile e attento all'ambiente. Tipicità, benessere, natura, educazione, attenzione al sociale - ha concluso il sottosegretario -sono tutti elementi che rendono il modello italiano di multifunzionalità un caso di successo e dal grande potenziale."