Turismo

OSPITI PIÙ STRANIERI CHE ITALIANI NEGLI AGRITURISMI ITALIANI

In crescita soprattutto olandesi, belgi, francesi e inglesi. Aumenta il numero degli ospiti, ma per soggiorni abbreviati, cinque giorni in media. Il fatturato delle aziende cresce, anche grazie ad un lieve rivalutazione dei prezzi, ma i redditi, dato l’aumento dei costi, sono fermi ai livelli dell’anno scorso

02 settembre 2006 | Ernesto Vania

A luglio ed agosto negli agriturismi gli ospiti provenienti dall’estero hanno superato gli ospiti italiani. Complessivamente, si evidenzia una ripresa: il 42% delle aziende registra un incremento degli ospiti (+ 5%).

Da tre anni meno presenti i tedeschi, che restano comunque i frequentatori più assidui degli agriturismi italiani (24% sul totale stranieri), crescono gli olandesi (18%) e i belgi (10%); francesi e inglesi seguono all’8%.

Più persone, ma per soggiorni abbreviati (il 40% delle aziende ha avuto una durata media dei soggiorni non superiore a 5 giorni) quindi è più contenuto l’aumento delle presenze (+3,5%). Il fatturato delle aziende cresce, anche grazie ad un lieve rivalutazione dei prezzi, intorno al 2%, ma i redditi, dato l’aumento dei costi, sono fermi ai livelli dell’anno scorso.

Per il 46% delle aziende, internet è il mezzo di contatto più efficace con il mercato; seguono le agenzie (29%), mentre per il 27% passaparola e ritorni hanno prodotto più del 30% delle presenze.
Ma internet è uno strumento non ancora utilizzato appieno: se è vero che il 60% delle aziende si promuove sulla rete attraverso 5 o più portali, è anche vero che sono altrettante le aziende che solo raramente (non più di 2 volte al mese) consultano le statistiche del proprio sito per organizzare razionalmente la propria pubblicità.

Infine, qualche indicazione su chi non ha colto la lieve ripresa di luglio e agosto.
Fra gli agriturismi che hanno lamentato una flessione degli ospiti rispetto allo scorso anno (circa il 20%), il 70% ha ricevuto prevalentemente ospiti italiani. Non sembra tuttavia che il minor numero di ospiti, da attribuire soprattutto al limitato contributo degli stranieri, sia da mettere in relazione con i mezzi di comunicazione scelti, visto che la gran parte di queste aziende ha raccolto il maggior numero di prenotazioni tramite internet o agenzie, mezzi questi tipicamente rivolti anche al mercato internazionale. La flessione– deve piuttosto attribuirsi all’alta concentrazione di offerta, soprattutto in Toscana e in Umbria.

Fonte: Agriturist - Confagricoltura