Turismo

NELLE “DIMORE DI BACCO” IL VINO INCONTRA IL TURISTA

Fa il suo esordio una guida sulle appetibilità turistiche delle aziende vitivinicole italiane a firma di Cinzia Tosetti e Carlo Ravanello. Si tratta di uno strumento moderno e coraggioso, utile per far conoscere il discreto e affascinante mondo delle “sentinelle del territorio”

29 aprile 2006 | L. C.

E’ con piacere che presentiamo una guida ai vini, certamente l’ennesima tra le tante, è vero, ma non per questo poco o meno gradita; anzi, va precisato che Le dimore di Bacco ha perfino il pregio di essere insolita nel titolo. Il fatto poi che a redigerla siano due giornalisti della levatura di Carlo Ravanello e Cinzia Tosetti, molto apprezzati e seri, ci convince ancora di più.

La guida in questione si apre dunque con curiosità e occhi nuovi alle aziende vitivinicole italiane. Si tratta di una pubblicazione nata dall’esperienza pluriennale maturata dai suoi ideatori Ravanello e Tosetti, in giro per ogni luogo, quasi ad annusare l’aria e a scoprire la realtà per quello che è, non per quel che appare dai comunicati per la stampa. L’iniziativa ha richiesto tante energie e risorse, ed è nata pertanto grazie alla preziosa collaborazione tra la società Simposio e l’Associazione nazionale delle Città del vino.



La coppia Ravanello e Tosetti ha impiegato tanti anni di lavoro, svolto nell’ambito delle aziende che operano in campo vitivinicolo, per verificare con mano la realtà. La loro esperienza sul campo si è poi strutturata con le collaborazioni che negli anni hanno stretto con il Movimento del Turismo del Vino, l’Associazione nazionale delle Città del Vino, le varie Strade del Vini, nonché con i rapporti, diretti e franchi, con i vari enti, dalle Regioni alle Province, dai Comuni ai Consorzi, dalle Associazioni di produttori a quelle che raccolgono i sommeliers, e ad altri attori della filiera enoica. L’impegno, insomma, è a tutto tondo.

Cosa si propone la guida?
Le dimore di Bacco è una guida che si propone di offrire ai tour operators, oltre che ai turisti del vino, come affermano gli autori, “una panoramica la più ampia possibile sulle aziende vitivinicole italiane, interpretandole non tanto secondo i classici metri di giudizio sui vini prodotti, ma attraverso una serie di parametri che portano alla definizione di valori numerici la cui somma conduce al valore complessivo dell’azienda stessa. Non si è potuto quindi non tenere conto, nelle valutazioni che appaiono sulla guida, dell’ambiente in cui l’ azienda vitivinicola è inserita, della sua storia, della sua presenza attiva sul territorio, degli impianti e delle strutture, della sua capacità di accoglienza, del management, dei rapporti con la clientela, della volontà di comunicazione e, naturalmente, (ma senza esserne conditio sine qua non) della qualità dei suoi prodotti. Fattori tutti, cui sono stati assommati altri contributi suggeriti da cartelli segnalatori ben visibili, pannelli pubblicitari collocati lungo le strade, adeguate indicazioni stradali, parcheggi comodi ed ampi, e altro ancora”.

Il progetto editoriale ha uno scopo ben preciso. Con Le dimore di Bacco, come ben si evince dal titolo, si è inteso offrire un utile contributo all’attività delle imprese vitivinicole che stanno vivendo ora una propria fase evolutiva.
In che modo? Lo suggeriscono gli stessi autori con il seguente assioma: “l’enologo può fare il vino buono, ma è solo il proprietario che può fare buona l’Azienda”.

Eiste – precisano Ravanello e Tosetti – “la certezza ormai generalmente acquisita che il futuro della vitivinicoltura italiana si debba ricercare anche nello sviluppo di un turismo attento e responsabile in grado di portare sui territori un flusso di risorse superiore a quello realizzabile con il solo svolgimento dell’attività agricola”.
E aggiungono: “La motivazione che spinge al viaggio gli appassionati è composta, infatti, oltre che dall’attrattiva per il vino, anche da stimoli non strettamente legati all’attività produttiva come la natura, il clima, l’arte, la gastronomia tipica e, last but not least, i rapporti umani”.

Il turismo enogastronomico in Italia ha registrato negli ultimi anni un forte incremento, ed è proprio per tale motivo – spiegano gli autori Ravanello e Tosetti – ch’è sembrato “quanto mai opportuno il momento per la nascita di quest’opera”.
“Il nostro impegno – proseguono – si è espresso nel voler fornire uno strumento di servizio affinché i tour operators possano essere agevolati nell’inserire le aziende vitivinicole nelle loro offerte turistiche, rispondendo ad una domanda sempre più esigente, e, al tempo stesso, offrendo al turista le opportune indicazioni per visitare le cantine più interessanti. E questo, non solo sulla base della qualità dei prodotti da essa commercializzati, ma anche e soprattutto, per l’importanza che essa riveste sul territorio in termini turistici, culturali, ambientali e di capacità d’accoglienza. L’intento infatti, lo ripetiamo, non è tanto quello di parlare del vino, quanto di parlare delle aziende che lo producono, laddove la qualità di questo rappresenta solo una parte della valutazione che in definitiva deriva anche da altri importanti termini di raffronto”.

Chi sono gli autori?
Carlo Ravanello ha una formazione di biochimico ed enologo, e da anni scrive per le principali testate nazionali di settore; ha pubblicato peraltro diversi volumi inerenti i territori, i vini e i prodotti tradizionali, tra i quali La via Aemilia, Umbria, dove la cucina è un’arte, Città del Vino di Sicilia, Cucina e Vini dell’Alto Adige.
Cinzia Tosetti, invece, si è laureata in Scienze geografiche applicate con una tesi sul “Marketing delle Aziende del Vino”, ma da anni, oltre a essere una qualificata sommelier, scrive su diverse testate di settore, tra le quali “Terre del Vino”, la rivista dell’Associazione Nazionale delle Città del vino.

Il libro
Carlo Ravanello, Cinzia Tosetti, Le dimore di Bacco. Guida alle appetibilità turistiche delle aziende vitivinicole italiane, Bacchetta Editore, pp. 288, euro 15

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