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LA BIOETICA FILOSOFICA E L’AGRICOLTURA GENETICAMENTE MODIFICATA

In un saggio di Sergio Bartolommei per le Edizioni Ets, dal titolo Etica e biocoltura, si prende in esame un tema spinoso e molto attuale con estrema lucidità e senza pregiudizi. Ma è giusto ritenere intrinsecamente malvagia la tecnologia transgenica? Quali soluzioni si prospettano?

17 aprile 2004 | Carlotta Baltini Roversi

L’autore ha affrontato in altri libri tematiche inerenti la natura e l’ambiente. Ha pubblicato i volumi Etica e ambiente (1990) ed Etica e natura. Una rivoluzione copernicana in etica? (1995). Questa volta invece ha sviluppato un tema spinosissimo, in cui spesso a dominare lo scenario sono soprattutto le prese di posizione più estreme, al limite del fanatismo ideologico. Si pensi a certi irrigidimenti anche a livello istituzionale, non sempre supportati da ragioni valide.
Il tema in questione sono le applicazioni della bio-industria nel settore agro-alimentare. La creazione dei cibi transgenici quale manifestazione evidente di un abuso di carattere etico. “Al di là di alcuni legittimi interrogativi – si legge – nella critica delle tecnologie agroalimentari a base genetica sembra di avvertire l’eco delle antiche denunce del peccato in base alle quali certe pratiche erano considerate sbagliate in sé, ovvero intrinsecamente malvage”. Di conseguenza, o si è da una parte, o dall’altra. O per il Bene, o per il Male. La tendenza dominante coinvolge dunque un giudizio morale sugli Ogm, di aperta condanna. Non si prospettano alternative, o ci si abbandona alla barbarie o alla civiltà. Ma è proprio così?

Bartolommei ha scritto un saggio, Etica e biocoltura. La bioetica filosofica e l’agricoltura geneticamente modificata, che si può anche non condividere, ma che sicuramente si può riconoscere lucido ed essenziale. L’autore, dottore di ricerca in filosofia, si propone lo scopo di sgomberare il campo da una serie di pseudo-argomenti che supportano alcune obiezioni cosiddette di principio.

A chi è rivolto il libro? A quanti della questione Ogm ne fanno un campo di battaglia e un motivo per muovere accuse ai ricercatori impegnati su tale fronte. Purtroppo come spesso accade la scarsa conoscenza della materia spinge alcuni ad abbracciare posizioni che non hanno alcuna base razionale. Il libro può per esempio essere utile ad Alfonso Pecoraro Scanio, un ex ministro delle Politiche agricole, oggi presidente dei Verdi, ma anche all’attuale ministro Gianni Alemanno, entrambi, pur appartenendo a opposti schieramenti, con posizioni comuni in tale battaglia anti Ogm.
Battaglia nobilissima, certo; ma le argomentazioni dovrebbero essere chiare e ben motivate, non invece generiche e senza fondamento scientifico, e filosofico.


Sergio Bartolommei, Etica e biocoltura. La bioetica filosofica e l’agricoltura geneticamente modificata, Edizioni ETS, Pisa 2003; pp. 138, euro 12,00; info@edizioniets.com, link esterno