Libri

La bellezza? Chi lavora la terra fa finta di non vederla

In "Rossovermiglio" Benedetta Cibrario entra paesaggio del Chianti, in un panorama da togliere il fiato. Accanto all’amore per il vino, le vicende di una donna appassionata e ribelle

25 ottobre 2008 | Antonella Casilli

Antonella Casilli

Oggi so che c’è bellezza e bellezza. E questo vale anche per i luoghi, non soltanto per le persone.
Qui... solo una quieta infilata di vigne ordinate... chi la lavora, la terra, fa finta di non vederla questa bellezza: gli pare un vezzo da pigri fermarsi a guardare la valle quando l’ombra l’allaga o il sole filtra nel bosco e disegna un sentiero. Non è disprezzo o disattenzione,soltanto abitudine.
La terra è la terra, il bosco è il bosco e la vigna è la vigna.


Inizia così Rossovermiglio, l’elegante e garbato romanzo che Benedetta Cibrario ha pubblicato per i tipi di Feltrinelli e le è valso il premio Campiello.

Il meraviglioso paesaggio del Chianti, il vitigno ramato, un panorama da togliere il fiato, l’amore per il vino e le vicende di una donna la cui vita avrebbe potuto condurla altrove ed invece ha scelto questi luoghi, sono protagonisti del romanzo.

Il libro scorre grazie ad una prosa dallo stile impeccabile, in una doppia
dimensione tra ricordo e contingente che convince e coinvolge il lettore.
In una Torino Liberty, in un mondo fotografato nel momento della fine, si muove una giovane donna fragile ed orgogliosa, condannata all’infelicità di un matrimonio combinato sino a che appare all’orizzonte un uomo affascinane ed enigmatico.

E qui la modernità del romanzo, il senso di ribellione che fa diventare il genere umano carnefice e vittima di se stesso, e questo porta anche alla solitudine, la solitudine di chi è imbalsamato in stereotipi di una società formale.
La solitudine di un latifondo isolato, di una casa piena di spifferi i cui rumori assordanti sono quelli dei ricordi, dei pensieri ingombranti, ed in questa solitudine, in un crescendo di suspance riceverà indicazioni nebulose di quello che avrebbe potuto essere e non è stato, il senso di quello che ha cercato tutta la vita sino ad arrivare a togliere il senso ai comportamenti di tutta una
vita.

Solo la presbiopia del tempo la aiuterà a capire la fallacità di una felicità tra braccia enigmatiche anzichè avvicinarsi col cuore in mano a chi sarebbe stato giusto se non imposto.
Con penna lieve e felice, la Cibrario tratteggia i confini impercettibili tra verità e menzogna, tra torto e ragione, al punto da rendere questo romanzo molto più moderno e vicino a noi di tanti, la cui vuotezza di pensiero rendono impossibile al lettore qualsivoglia identificazione.



Benedetta Cibrario, Rossovermiglio, Feltrinelli, pp. 213, euro 15

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