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QUALE ACQUA PER LA NOSTRA SALUTE?

Bere tutti i giorni un’acqua veramente buona e pura migliora senz'altro la salute e il benessere psicofisico. C'è molta disinformazione sul tema, ma ora, in un libro di Andreas Fellin per le edizioni Tecniche nuove, è possibile avere le indicazioni utili, chiare e semplici, per scegliere senza sbagliare

14 febbraio 2004 | Francesca Racalmuto

Il libro, giunto ormai alla seconda edizione, apre con una serie di curiose e accattivanti citazioni. Da quella in luce positiva di Johann Wolfang Goethe (“Tutto nasce dall’acqua / tutto è mantenuto dall’acqua”) a quella in chiave negativa a firma di Louis Pasteur (“La maggior parte delle malattie provengono dall’acqua”); da quella elogiativa di Henry Thoreau (“L’acqua è la migliore bevanda per l’uomo intelligente”) a quella minacciosa di Norman Walzer (“L’acqua può distruggere la salute”). Un chiaro segnale di come l’acqua raccolga in sé più chiavi di lettura e interpretazioni.

Il libro, scritto dallo studioso di gestione delle risorse idriche Andreas Fellin, intende evidenziare in particolare quanto l’acqua sia importante per l’organismo umano quando questa è però sana e pura. Il ricercatore studia anche le acque in relazione alla salute umana e tra le sue principali attività rientra pure quella di occupersi della qualità dell’acqua al fine di utilizzarla nel modo migliore sia nell’ambito della prevenzione, sia in quello delle terapie curative.

Il tema è tra i più attuali, dal momento che si tratta di una risorsa fondamentale per la vita. L’uomo è costituito per il 70 per cento da acqua infatti. Tutte le cellule, i tessuti corporei e il sistema circolatorio hanno perciò bisogno di acqua pura per poter funzionare correttamente. Il libro, edito da Tecniche nuove, è dunque utile per un approccio che sia facile ma egualmente fondato su basi scientifiche. Comprende ben undici capitoli. Si inizia ovviamente con il chiarimento di cosa sia per l’esattezza l’acqua, attraverso un quadro compositivo che ne evidenzia le tante identità. Sì, perché l’acqua non è sic et simpliciter l’H2O che tutti conoscono nella formulazione chimica studiata a scuola. Non lo è perché sono molteplici le sostanze microbiologiche o chimiche in essa contenute. “Con ogni sorso d’acqua – spiega opportunamente l’autore – oltre agli atomi di idrogeno e di ossigeno, immettiamo anche una pluralità di sostanze chimiche e minerali che soltanto in rari casi possono fungere da sostanze nutritive. Nella maggior parte dei casi tali elementi agiscono sull’organismo come stimoli che provocano delle reazioni”. E’ evidente che le patologie che possono derivare (gotta, calcoli renali, invecchiamento precoce, arteriosclerosi, calcificazioni articolari,…) dall’assunzione delle acque è un rischio sempre possibile. Introdurre acqua inquinata o satura di sali minerali inorganici è un po’ come mettere olio usato o sporco nel motore di una macchina. Le conseguenze sono il malfunzionamento e la rottura del mezzo; per questo occorre conoscere bene la natura delle acque che decidiamo di assumere.

Nel libro sono riportati tutti i dati convalidati dalla scienza ufficiale, oltre che i fatti e le conoscenze derivanti da esperimenti ed esperienze quotidiane degli omeopati e dei medici aperti a nuove metodologie. Solo un’acqua che risponde a tutte le caratteristiche descritte nel libro dall’autore è da considerarsi salutare, agevolando perciò il corretto lavoro dell’organismo, evitando di conseguenza dei depositi indesiderati e rallentando inoltre il processo di invecchiamento cellulare. “La quantità di “acqua salutare” consigliata è di 1,5-2 litri al giorno. Solo in questo modo si purifica infatti il corpo, mantenendolo pulito e favorendo gli scambi intracellulari. Questi scambi sono peraltro utili per il corretto funzionamento delle reazioni chimiche dell’organismo e della sua lucidità intellettuale. Per questo motivo, dunque, Thoreau ha visto giusto: “L’acqua (ma quella buona però) è la migliore bevanda per l’uomo intelligente.





Andreas Fellin, Quale acqua per la nostra salute?; seconda edizione, Tecniche nuove, Milano 2003; pp. 116, euro 13,90


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