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La prima notte di nozze. Sullo sfondo una romantica distesa di ciottoli a Chesil Beach

“Erano giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini...". I protagonisti del nuovo romanzo di Ian Mc Ewan, vittime di tutto il non detto prima della rivoluzione sessuale

26 gennaio 2008 | Antonella Casilli

Antonella Casilli vista da Filippo Cavaliere de Raho

Il "Times Litterary Supplement" ha decretato che ogni nuovo libro di Ian Mc Ewan “è un avvenimento”, il lettore vuole farlo subito suo e si immerge nella lettura certo di affrontare momenti di puro godimento letterario. Da fuori magari non lo si guarda neanche.

La sovra copertina di Chesil Beach, edito da Einaudi è, invece, un vero
capolavoro. Sul consueto, elegantissimo sfondo bianco-Einaudi vi è una
foto di Chris Frazer Smith: mille sfumature di celeste a rappresentare (solo?) un cielo; non c’è stasi, le nuvole incombono, una donna corre sulla spiaggia che il lettore saprà poi, essere di ciottoli, la lunga e romantica distesa di ciottoli di Chesil Beach.

Per sapere perché la donna corra e visto che sembra lo faccia più per allontanarsi da qualcuno che per raggiungere qualcun altro, visto che all’orizzonte non vi è nessuno, iniziamo a leggere il libro.
“Erano giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini in quella loro prima notte di nozze, nonché figli di un tempo in cui affrontare a voce problemi
sessuali risultava semplicemente impossibile”.

Sono Edward Mayhew e Florence Ponting giovane coppia vittima di tutto il non detto prima della rivoluzione sessuale che si suole datare 1963 cioè “tra la fine del bando a Lady Chatterly e il primo ellepì dei Beattles”.
A quarant’anni dal sessantotto, quando in tanti si cimentano in saggi per parlare di tutto quello che l’ha preceduto, McEwan usa la formula del romanzo, per aprirsi ad analisi colta.

Attraverso la storia personale della coppia, in un mix di pubblico e privato, affronta tutte le mutazioni antropologiche grazie alla capacità di calarsi nella microstoria personale che diviene se non universale (grazie a Dio, in questo caso) certamente spia del tempo.

Già in Sabato avevamo avuto modo di vedere come Mc Ewan svolga nel romanzo un arco di tempo limitato, qui non è il giorno ad essere misurato, ma poche ore quelle che bastano a ritrarre un epoca attraverso il suo momento più intimo, il silenzio sociale che si intreccia al pudore personale dando respiro solo al silenzio, assordante in cui una parola o un gesto potrebbero riscattare frustrazioni, fallimento e rabbia e amarezza.

L’autore resta graziosamente alle spalle della coppia, e con lui il lettore, non
guarda con occhio morboso ma con condivisione commossa rappresenta
quello che è stato e che avrebbe potuto essere.



Ian Mc Ewan, Chesil Beach, Einaudi, pp. 136, euro 15,50