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TRA EROS E AVVENTURA, LA STORIA DI UNA DONNA CAPACE DI ASCOLTARE LA PROPRIA INTERIORITA’

In un’epoca in cui tutti si sentono sociologi del proprio orticello, questa moderna Emma Bovary si ascolta e raggiunge un incontrovertibile risultato. “Amore a Cape Town” è il nuovo, soprendente romanzo di Bianca Garavelli

13 gennaio 2007 | Antonella Casilli

Antonella Casilli vista da Filippo Cavaliere de Raho

E’ ormai opinione diffusa che, se le donne non leggessero, il mercato libraio ne risentirebbe, è, infatti, in espansione la letteratura da donna a donna.
Ogniqualvolta italiane come Sveva Casati Modignani, Maria Venturi o straniere come Rosamund Pilcher ed Isabel Allende approdano in classifica, vi restano a lungo.
E’ di pochi giorni or sono il debutto in rosa di una scrittrice precedentemente impegnata in altri campi. Mi riferisco a Bianca Garavelli – autrice di Amore a Cape Town, in libreria per i tipi di Avagliano – il cui precedente lavoro è il commento alla Commedia edito da Bompiani per la scuola.

Bianca Garavelli è studiosa di poesia contemporanea e medievale, particolare su cui è fondamentale porre l’accento per introdurre un romanzo in cui l’elemento ameno della narrazione si coniuga amabilmente ad alti livelli stilistici della scrittura creandone un gradevolissimo mix.
La lettrice tipo della Garavelli la immagino come una donna che alterna sempre al lifting fisico quello del cervello, una donna che ama leggere di vorticosi sentimenti con occhio attento all’affabulazione.

L’io narrante è una bella donna, italiana di mezza età che non avendo trovato l’Amore in Italia cerca di scoprirlo nella parte bianca del continente nero.
Pensa, spera, che in questa terra “dagli spazi sterminati e dai colori inattesi contro un cielo di una limpidezza cristallina”, in questo altrove geografico possa esserci un analogo umano.
E’ con questo stato d’animo che incontra Guido: “pochi uomini al mondo possiedono questo tipo di sguardo, ne sono certa”; “non vorrei che lui mi fosse apparso diverso da come davvero è. Non vorrei che il mio entusiasmo fosse per un’apparenza illusoria senza alcuna relazione con la realtà”.

L’ambientazione africana, il contesto diverso offrono alla donna la possibilità, pur nella situazione di straniamento che dà le vertigini, di interrogarsi se la Soluzione Straniera consista,”non nel trovare un fidanzato sicuro e insostituibile in una terra lontana, ma nell’essere sempre con uno straniero accanto a sé”.

Pur preda dei propri impulsi questa donna conserva la capacità di assecondare i propri desideri e ascoltare la propria interiorità.
Amore, eros, avventura, tipici elementi in rosa sono tutti presenti, ma vi è di più, vi è un protagonista indiscusso ed assoluto, l’interiorità, quella vita che dà la possibilità ad una persona di sentirsi sempre a casa, l’ininterrotto dialogo con sé.
La conferma arriva, pagina dopo pagina, quando confessa il valore simbolico che la data del suo compleanno ha per lei.
“Il simbolo di un valore, di un’armonia tra la mia anima e la vita che è di una portata inesprimibile. E questa lo sarebbe stata in modo particolare. Sarebbe stato importante passarla con Guido”.

Guido le dà forfait ma la delusione non la prostra, tutt'altro, le infonde un bisogno fisico di rimescolare le proprie energie compresse e frustrate.
E’così che interagisce con Eddy, un Guido ancora giovane, puro, ancora pieno di energia intatta.
Eddy, il ragazzo che l’avrebbe voluta e non l’ha avuta, perché questa donna così attenta alle proprie emozioni non ha capito niente di quelle degli altri.
Ho trovato sublime il dialogo interiore di questa moderna Emma Bovary, in un’epoca in cui tutti si sentono sociologi del proprio orticello lei si ascolta e raggiunge un incontrovertibile risultato la conoscenza di se stessa scevra da qualsiasi supina accettazione .



Bianca Garavelli, Amore a Cape Town, Avagliano, pp. 156, euro 12