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"VITA PRECARIA E AMORE ETERNO", OVVERO QUANDO LA NARRATIVA RACCONTA LA REALTA'

Più che una dettagliata analisi sul precariato, il romanzo di Mario Desiati si propone soprattutto quale denuncia per ciò che tale condizione fa diventare. Il precariato viene percepito come una ferita dell’esistenza e una fonte di ansia. L'autore ricorre a una lingua crudele, quasi a materializzare il vissuto

07 ottobre 2006 | Antonella Casilli

Antonella Casilli vista da Filippo Cavaliere de Raho

Martin Bux, siciliano emigrato a Roma è il protagonista di Vita precaria e amore eterno di Mario Desiati pubblicato da Mondadori nella collana “Strade blu”.
Il titolo fa pensare all’ennesimo romanzo sul precariato, cioè sull’assenza di regolari rapporti di lavoro.

Il romanzo di Desiati non è un analisi sul precariato ma una denuncia per quello che si diventa.
Il precariato è percepito come una ferita dell’esistenza, una fonte di ansia, una diminuzione di diritti.

Certamente quanto di più lontano dagli intendimenti del legislatore che si proponeva come obiettivo (riprendendo quanto individuato nel Consiglio Europeo di Lisbona nel 2002 ) di ottenere una crescita economica sostenibile, capace di garantire un aumento sostanziale del tasso di occupazione, di migliorare la qualità del lavoro e di ottenere una più solida coesione sociale.

Si è proceduto, in quest’ottica, ad un programma orientato alla promozione di una società attiva con maggiori possibilità occupazionali provvedendo, contestualmente, ad una maggiore flessibilità della manodopera.
Nei fatti, poi, è accaduto che il precariato, inteso come incertezza lavorativa abbia avuto ripercussioni sull’integrità del soggetto, sul suo equilibrio psico-fisico.

Martin Bux è descritto , infatti, come un cinico, un violento, un negativo, pieno di pregiudizi, tra l’altro.
Non avere rapporti di lavoro normali può pregiudicare anche il benessere e le relazioni umane, rendendo le persone più indisponenti, irascibili e desiderose di prevaricare sugli altri. E’ quello che succede a Martin lavorando in un call-center dove arroganza e mobbing sono all’ordine del giorno.
Mobbing, con definizioni diverse, è in fenomeno risalente nel tempo del quale, solo di recente, l’accresciuta sensibilità e coscienza sociale ne hanno determinato una presa di coscienza ravvisando l’opportunità di misure protettive.

Secondo la definizione di Leymann, che è quella maggiormente accreditata tra gli studiosi di psicologia del lavoro, il mobbing, bossing (se la sequenza degli atti o comportamenti persecutori dal datore di lavoro) consiste in una forma di violenza psicologica, fisica e/o morale che si esprime attraverso attacchi frequenti e duraturi che hanno lo scopo di danneggiare la salute, i canali di comunicazione, il flusso di informazioni, la reputazione e la personalità della vittima minacciando la dignità e l’integrità psicofisica di una persona.
“….non avete capito un… di come si lavora in questo posto se volete continuare a lavorare qui dovete rispettare me… non so se qualcuno di voi avrà mai il rinnovo del contratto qui….”.
Le condizioni di disagio e sofferenza in cui versa il lavoratore si radicano in lui stesso.
Il danno biologico può incidere sull’immagine, sulla dignità, sulla vita di relazione.

Per Martin Bux questo presente buio, precario e vessatorio, che l’autore estrinseca in una lingua crudele quasi a materializzare nella parola il vissuto, è riscattato solo dall’amore che è inteso come compensazione.
Oggetto di quest’ amore compensativo è Toni “..un percorso sacrale, un’immagine fissa che l’accompagna ….sono precario in tutto tranne nell’amore, per Toni compirei qualunque crimine”.

Toni è una donna impegnata in maniera assoluta verso gli altri: "Toni ha nel suo DNA l’abitudine all’ascolto… proviene da un passato remoto dove le sue reincarnazioni sono quelle di donne forti che hanno dedicato la loro vita alla salvezza”.
Toni riempie la vita di Martin di una passione totale, travolgente che diventa morbosa allorché parte per una missione volontaria in Africa: “Regalatemi soltanto il miraggio di Toni. Regalatemi un sfera di cristallo per seguire il suo bel culo e sapere dove lo va poggiando”.

Il miraggio di Toni può regalarglielo solo la madre, la signora Bux, una donna che vive in un mondo parallelo dove ormai Martin sembra destinato ad approdare.
Il lettore, invece, a fine lettura giungerà ad una conclusione certa che ci sono giovani autori che muovendosi con consumata maestria nel mondo della scrittura toccano temi sociali di grande attualità



Mario Desiati, Vita precaria e amore eterno, Mondadori, pp. 217, euro 15