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"LA PRIMA VOLTA", UN ROMANZO CON GRANDE PROTAGONISTA IL CALCIO

Le pagine nere dello sport nazionale hanno defraudato di tanti sogni ed entusiasmi quanti credono nella lealtà dello sport. Una storia minimale, quella raccontata da Franco Bernini, che approda alla complessità di romanzo epico

27 maggio 2006 | Antonella Casilli

La vita che si ha davanti è l’unica vera superiorità
che un uomo possa contrapporre a un altro

Antonio Debenedetti



Non sono mai stata un’ultrà, non sono mai stata una tifosa, non sono neanche stata una sportiva, ma sempre una telespettatrice che si gode(va) lo spettacolo.
Le pagine nere dello sport nazionale hanno defraudato di tanti sogni ed entusiasmi tutti, tutti i milioni di tifosi, sportivi e semplici telespettatori che credono nella lealtà dello sport.

E’ bello, in questo momento, in cui il calcio giocato diviene argomento collaterale al calcio ragionato in menti distorte, leggere il romanzo di Franco Bernini La prima volta edito, per i tipi di Einaudi, nella collana Arcipelago.
Il ritmo della narrazione è da 90° minuto incalzante ed incessante, il lettore si trova completamente assorbito dalla storia.

8 maggio 1898, siamo a Torino e quattro squadre: il Genoa Criket and Athletic Club, il Football Club Torino, International F.C. e la Società Ginnastica disputano il primo campionato di football della storia.
I giocatori non sono come oggi calciatori professionisti, ma operai, impiegati, aristocratici, deputati del regno, individui, insomma, di provenienze diversissime ma che insieme si applicano con professionalità e serietà nello sport.

Una storia minimale che approda alla complessità di romanzo epico perchè dietro la storia del primo campionato di football ve ne sono molte altre.
Nello stesso giorno l’Italia è interessata dai moti popolari contro l’aumento del prezzo del pane.
L’eco di questo disagio arriva anche nei campi instaurando alleanze trasversali tra compagni di squadra ed alleati politici.
Con dovizia di particolari per le umane peculiarità di ciascuno Bernini ci racconta di Venaria il deputato che oltre al gioco pensa al rischio che la sua poltrona vacilli se dovesse cadere il governo, di David Jason Brandi il calciatore poeta, un anarchico sentimantale che vive quella giornata con animo altalenante tra i turbamenti altrui ed i propri , del poliziotto che vorrebbe sventare qualche attentato che frutti una promozione con ritorno premio nella sua Napoli, del giornalista a caccia di scoop, le storie di cuore di due bellissime donne Benedicte giovane donna ingenua ed ambita ed Enrichetta donna instabile e innamorata non corrisposta, il referee, l’arbitro “la voce del dovere ”, il depositario delle regole, l’auto che non è detto debba avere un grande futuro ("vuoi mettere quanto è più comoda una bella carrozza").

In questa girandola di personaggi il grande protagonista è il calcio ("lo sport che noi abbiamo fatto nascere ha davanti a se il futuro").
E le pagine che parlano del grande sport sono veramente tanto godibili e quantunque da alcuni possano essere lette con la nostalgia di un amarcord, a tutti restituiscono il sapore delle passioni autentiche ("nulla di buono esisterebbe senza la fatica").
Ed in questo momento storico più che mai possiamo godere del suono di espressioni come: "confronto onesto, lotta leale, agonismo corretto, onore, carattere, forza interiore".

Le belle letture aiutano sempre ad evadere dal contingente, la lettura di questo bel romanzo di Bernini, che con dei flash fa rivivere l’infanzia del calcio italiano, offre dei respiri di vita a chi soffre per la proprie passioni sporcate.
Il calcio non è fatto solo da gente che per il proprio tornaconto economico ha tarpato le ali a giovani promesse, è fatto anche da chi, negli allevamenti, ha insegnato che la correttezza è la prima delle virtù di un footballer.
Questo succedeva ai tempi della Prima volta e succede anche oggi.



Franco Bernini, La prima volta, collana L'Arcipelago, Einaudi, pp. 208, euro 12,00

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