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La Dieta Mediterranea, oltre un regime alimentare: è un modus vivendi
La Dieta Mediterranea è un un modello vincente sul fronte nutrizionale e socioculturale, in grado di giocare un ruolo essenziale nella crescita sul territorio di una economia sostenibile. Il Crea pubblica un Libro bianco per scommettere sul futuro
05 maggio 2016 | C. S.
La Dieta Mediterranea è, come suggerisce l'etimologia della parola (dal greco diaita), uno stile di vita, un modus vivendi, un elemento relazionale e culturale che rafforza il senso di appartenenza e di condivisione tra i popoli che vivono nel bacino del Mediterraneo. Perché il "mangiare insieme", tipico della Dieta Mediterranea, non significa semplicemente consumare un pasto ma vuol dire rafforzare il fondamento delle relazioni interpersonali, promuovere il dialogo e la creatività, tramandare l'identità e i valori delle comunità.
Pane, pasta, verdure, legumi, frutta fresca e secca, ma anche carni bianche, pesce, latticini, uova, olio d'oliva e vino sono gli alimenti alla base della Dieta Mediterranea. Un modello alimentare sano ed equilibrato fondato prevalentemente su cibi di origine vegetale e sul loro consumo diversificato e bilanciato, che viene tramandato di generazione in generazione in sette diversi Paesi affacciati sul "Mare Nostrum". Numerosi studi scientifici hanno dimostrato inoltre che la Dieta Mediterranea è una dieta salubre che aiuta a prevenire le principali malattie croniche come patologie cardiovascolari, diabete, bulimia e obesità e, grazie al potere al potere antiossidante dell'olio d'oliva unito al consumo di verdure, un mezzo importante nella prevenzione dei tumori.

Il modello alimentare che più di ogni altro rispecchia la nostra cultura e la nostra tradizione gastronomica, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, scommette su un futuro di sviluppo, all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione. Questo l’obiettivo con cui il Crea - il principale ente italiano di ricerca agroalimentare - ha supportato il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nell’elaborazione del Libro Bianco sulla Dieta Mediterranea.
La pubblicazione è stata presentata a Napoli, in occasione della due giorni che chiude l’anno italiano di presidenza della rete dei 7 Paesi della Dieta Mediterranea. I ricercatori del Centro di Politiche e Bioeconomia del Crea, hanno studiato il cammino percorso fin qui dalla miriade di soggetti (Istituzioni, Comunità emblematiche, studiosi) che hanno sostenuto e promosso quello che, secondo le evidenze scientifiche, è uno dei regimi alimentari più sani. Ne è emerso un modello vincente sul fronte nutrizionale e socioculturale, in grado di giocare un ruolo essenziale nella crescita sul territorio di una economia sostenibile: da un’agricoltura attenta alla biodiversità, all’ambiente e alla stagionalità a un’innovazione tecnologica che garantisca ai consumatori qualità, salubrità e disponibilità dei prodotti, ad un turismo che valorizzi i paesaggi, i saperi e i sapori legati alla dieta mediterranea.
Per massimizzare questo patrimonio, occorre – secondo il Libro Bianco del Crea – fare però ancora più sistema, mettendo in rete pubblico e privato, azioni e risorse anche in ambiti diversi per intensificare lo sforzo di promozione e valorizzazione.
“Dalla ricerca del Creaemerge un nuovo slancio per lo sfruttamento e la tutela di un patrimonio come la dieta mediterranea – afferma soddisfatto il commissario straordinario Crea Salvatore Parlato – Indicazioni utili per impostare politiche di sviluppo e attività di ricerca in grado di moltiplicare il valore sociale ed economico che la dieta mediterranea può generare all’interno del nostro settore agroalimentare”.
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