Libri 05/03/2014

Come ti frego il consumatore, facendolo felice

In un'approfondita indagine il premio Pulitzer Michael Moss ricostruisce le strategie dispiegate dai colossi dell'industria alimentare per diventare partner nelle campagne contro la cattiva nutrizione, facendo comunque buoni affari riempiendo i cibi quotidiani di zucchero, sale e grassi


E' uno di quei libri che non si dovrebbe leggere, specie se si fa la spesa al supermercato. Difficile guardare gli scaffali e i prodotti esposti allo stesso modo.

E' vero che il libro riferisce delle tattiche e delle strategie utilizzate dalle multinazionali negli Stati Uniti, ma siamo sicuri che non facciano la stessa cosa anche in Europa.

Come quale libro... E' il bestseller del momento: Grassi, dolci, salati. Come l’industria alimentare ci ha ingannato e continua a farlo.
L'autore è il premio Pulitzer Michael Moss, giornalista investigativo del New York Times, ed è stato pubblicato da Mondadori, uscendo nelle librerie da pochi giorni.

Michael Moss ricostruisce le strategie dispiegate dai colossi dell'industria alimentare per accreditarsi come partner affidabili nelle campagne governative contro la cattiva nutrizione. Da una parte dicevano di voler ridurre nei loro prodotti la cospicua presenza di zucchero, sale e grassi. Dall'altra utilizzavano scienza e tecnica per massimizzarne gli effetti, rendendo ancor più dipendenti i consumatori dai loro cibi. Dipendenza fisica? Certo.

Per vendere non è possibile prescindere da una buona dose dei tre ingredienti di elezione, perché lo zucchero, oltre a addolcire, aggiunge volume e consistenza; i grassi esaltano la sensazione al palato; con poco sale, molti prodotti perdono sapore. Per questo le società del settore alimentare ne studiano e controllano l'utilizzo in maniera sistematica e nei loro laboratori gli scienziati calcolano il bliss point (il punto di beatitudine), ossia “l'esatta quantità di zucchero, grassi o sale che spedirà i consumatori al settimo cielo”.

Secondo l'autore è ingenuo pensare che i colossi del settore intendano comportarsi con particolare sensibilità sociale: l'obiettivo della grande produzione è unicamente quello di fare profitti e conquistare nuove quote di mercato battendo i concorrenti.

Se questo significa creare delle vere e proprie dipendenze alimentari, tanto meglio. I clienti fedeli vengono definiti dalle aziende “forti utilizzatori”. E' un'espressione che per l'autore “evoca un'immagine di tossici alla ricerca della loro dose”.

L’aggiunta di zucchero in ogni preparazione (anche salata e viceversa), la polverizzazione del sale per colpire in modo più diretto i sensori del gusto, la presenza di grandi quantità di grassi dannosi per l’organismo sono accompagnati da seducenti “textures”, cioè una particolare consistenza sotto i denti o sul palato, la finta fragranza (il crunch o crock) data dal rumore dell’alimento durante la masticazione, l’impatto gustativo dirompente al primo morso che lascia velocemente spazio ad un boccone successivo.

A tutto questo si aggiunge la pubblicità, anche quella ingannevole.

Il risultato è quello che conosciamo: obesità e incremento esponenziale della sindrome metabolica e di tutte le patologie collegate, che faranno felici le multinazionali del farmaco.

di T N