Libri 14/07/2012

Libri per l'estate, non perdiamo di vista i saggi

Libri per l'estate, non perdiamo di vista i saggi

Buoni per farci riflettere, aiutano a indirizzare meglio i nostri pensieri. Avete però notato che sono pochi i titoli, nella sezione saggistica, che sviluppino temi agricoli o alimentari? Di solito sono libri ideologicamente orientati, ma noi vi proponiamo una selezione di buone e sane letture


Ed ecco a voi la seconda puntata dedicata ai libri per l'estate. Di libri se ne pubblicano davvero tanti, meglio scegliere quelli giusti, buoni da leggere, senza i condizionamenti del marketing che mira ai bestsellers. Questa volta, dopo la narrativa, voce alla saggistica. Libri anche in questo caso pensati per i lettori di Teatro Naturale.

Buona lettura, e non dimenticate di segnalarci anche voi alcuni utili e piacevoli titoli.

L. C.

Maria Rita Parsi, Ingrati. La sindrome rancorosa del beneficato, Mondadori

Cos'è la "sindrome rancorosa del beneficato"? Una forma di ingratitudine? Ben di più. L'eccellenza dell'ingratitudine. Comune, per altro, ai più. Senza che i molti ingrati "beneficati" abbiano la capacità, la forza, la decisionalità interiore, il coraggio e, perfino, l'onestà intellettuale ed etica di prenderne atto. La "sindrome rancorosa del beneficato" è, allora, quel sordo, ingiustificato rancore (il più delle volte covato inconsapevolmente; altre volte, invece, cosciente) che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente "debito di riconoscenza" nei confronti del suo benefattore. Un beneficio che egli "dovrebbe" spontaneamente riconoscere ma che non riesce, fino in fondo, ad accettare di aver ricevuto. Al punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o a negarlo o a sminuirlo o, addirittura, a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare. Questo nuovo libro di Maria Rita Parsi parla dell'ingratitudine, quella mancanza di riconoscenza che ognuno di noi ha incontrato almeno una volta nella vita. Attraverso una serie di storie esemplari, l'analisi delle tipologie di benefattori e beneficati, il decalogo del buon benefattore e del beneficato riconoscente e un identikit interattivo, l'autrice insegna a riconoscere l'ingratitudine e a difendersene, arginare i danni e usarla addirittura per rafforzarsi.

 

Antonio Pascale, Pane e pace. Il cibo, il progresso, il sapere nostalgico, Chiarelettere

La storia di tre generazioni. Noon è un romanzo, è un excursus veloce sul rapporto che l'uomo intrattiene con la terra e con quello che mangia attraverso l'evoluzione in agricoltura e la ricerca scientifica. Un modo tutto particolare e nuovo per parlare di noi, dei nostri nonni e del nostro futuro. I pomodori dei primi del secolo sono molto diversi da quelli di oggi, così pure i frumenti, le barbabietole, e oggi chi lavora la terra non sta più piegato a togliere insetti e a concimare. Ogm, contaminazioni a vari livelli hanno migliorato molto la nostra capacità di produzione. Pensate che tra il Medioevo e i primi anni del secolo scorso non c'era differenza nella produzione di grano. Era sempre la stessa: una tonnellata, e non era abbastanza. La gente aveva fame, il cibo era un'ossessione. Così i ricordi familiari si uniscono alle conoscenze di uno scrittore che da anni porta avanti una sua battaglia personale in favore della conoscenza scientifica e della consapevolezza critica. La storia delle piante, gli incroci che nel tempo sono stati provati definiscono un modo di stare a tavola, la storia di un paese e di un territorio.

 

Marino Niola, Non tutto fa brodo, Il Mulino

Senza grassi, senza zucchero, senza calorie, senza uova, senza latte. Oggi al nostro cibo chiediamo soprattutto di essere senza qualcosa. L'esatto contrario dei nostri genitori e della loro alimentazione da miracolo economico, che era tutta un'addizione di proteine, di vitamine, di burri, di panne. Siamo ossessionati da un'attenzione quasi maniacale a quel che mangiamo, facendo del controllo sugli alimenti il succedaneo del controllo sulla realtà. Se "tutto fa brodo" era la parola d'ordine dell'indigenza, ora riscopriamo la cucina delle finzioni, i finti ragù, le finte trippe, la finta carne. Un illusionistico teatro del gusto dove un ingrediente fa la parte di un altro. Sublimi espressioni delle nostre culture popolari, questi trompe-l'oeil alimentari nati per ingannare la fame hanno conquistato i piani alti della tavola e celebrano un doppio trionfo, etico e gastronomico.

 

Simone Weil, Manifesto per la soppressione dei partiti politici, Castelvecchi

Il semplice uso delle parole democrazia e repubblica obbliga a interrogarsi con estrema attenzione sulle seguenti questioni: come dare all'uomo la possibilità di esprimere il proprio giudizio sui grandi problemi della vita pubblica? Come impedire che circoli tra il popolo, nel momento in cui sta esprimendo la sua volontà, una sorta di rabbia distruttiva collettiva? Non è possibile parlare di legittimità repubblicana senza pensare a queste due domande. Non è facile trovare delle soluzioni, ma è evidente, dopo un attento esame, che qualsiasi soluzione implica, prima di tutto, la soppressione dei partiti politici. Pubblicato per la prima volta nel 1950, a sette anni dalla scomparsa dell'autrice, il manifesto di "Simone l'eretica" venne interpretato come una lancinante profezia antistalinista: un testo in cui si afferma che aderire all'ideologia di un partito, in determinate condizioni storiche, significa rinunciare a pensare.

 

Leonardo Becchetti, Il mercato siamo noi, Bruno Mondadori

Sviluppare potenzialità inespresse e creare circoli virtuosi è possibile: lo capiremo quando sapremo vedere gli altri, più che come minaccia, come risorsa o, ancor meglio, come coloro senza i quali non possiamo essere felici. Questo libro farà scoprire al lettore, sballottato dalle tempeste dei mercati finanziari, che il mercato siamo noi e il voto con il portafoglio dei cittadini responsabili può portarci all'obiettivo della felicità economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile. Lavorare per aumentare il benessere degli ultimi è la via faticosa ma gratificante che consente di risolvere la nostra povertà di senso e di raggiungere l'equilibrio ambientale.

 

Emanuele Campiglio, L'economia buona, Bruno Mondadori

Il nostro è un periodo stimolante per parlare di economia. E il momento di fare progetti. Tutti noi vogliamo un presente e un futuro di qualità, un sistema capace di assicurare benessere entro i limiti imposti dall'ambiente naturale. Identificare le strategie - pratiche, politiche e teoriche - per arrivarci è un passo importante. Questo libro presenta aspetti diversi del cambiamento: i comportamenti individuali (la cosiddetta "rivoluzione dal basso'"); le reti sociali; e i macro-attori come governi, banche, istituzioni internazionali. Per mostrare che l'economia buona non solo è rispettosa delle esigenze degli individui e dell'ambiente, ma è anche una buona economia: efficace, realistica, equilibrata.

 

Edmondo Berselli, L'economia giusta, Einaudi

"Edmondo Berselli se n'è andato. Ma, prima di lasciarci, ha scritto questo saggio, denso e veloce al tempo stesso. E dedicato alla ricerca di nuove vie verso "l'economia giusta", in tempi di crisi globale, dopo la fine della "superstizione monetarista". L'autore ripercorre criticamente i contributi teorici, le esperienze politiche e di governo più significative, dall'Ottocento fino ad oggi. Scivola, con agilità, fra il marxismo e la dottrina sociale della Chiesa, il pensiero liberale e il socialismo, la socialdemocrazia e il neo-liberismo. Ai confini tra economia, sociologia, filosofia e storia. Un approccio ibrido, come il linguaggio - diretto e suggestivo. Inconfondibile. La conclusione è disincantata. Finita, rovinosamente, l'era del "pensiero unico monetarista", siamo rimasti senza risposte. Perché le alternative hanno già fallito. Non riescono ad essere credibili. Così, molto semplicemente, dovremo abituarci "ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri". Berselli lascia cadere questo ammonimento nelle ultime righe. Quasi un invito a non dimenticare. Noi, certamente, non ci dimenticheremo di lui." (Ilvo Diamanti). Con prefazione di Romano Prodi.

 

Annia Ciezadlo, I giorni del miele e dello zenzero, Piemme

"Quando sono arrivata in Medio Oriente, anni fa, fresca di nozze con un giornalista libanese, come molti americani sapevo poco di cultura araba. Allora ho fatto quello che faccio di solito quando mi trovo in un posto che non conosco: cucino. Cucino quello che compro nei mercati, cucino cose che mi sono familiari e cose che non lo sono per niente. Ho visto molta guerra, ma anche molta vita quotidiana. Ci si dimentica spesso che, ovunque ci sia un conflitto, ce n'è un altro che si svolge nell'ombra, e che non si vede in tv. E la guerra dei civili, per i quali la vita diventa un'infinita sequenza di cose che non si possono più fare. Però mangiare si deve. Per questo il cibo è così importante in tempo di guerra: per sentirsi vivi. So che il cibo da solo non basta a fare la pace. Ma penso al panettiere che tiene aperto il forno perché il suo quartiere abbia il pane. Al ristoratore che trasforma il suo caffè in centro per rifugiati. A loro modo sono combattenti. Combattono per tenere viva la civiltà." Dai circoli letterari proibiti di Baghdad alle cucine di Beirut dove si preparano le ricette più antiche del mondo, Annia Ciezadlo ci porta nel cuore del Medio Oriente attraverso i suoi sapori. Mentre fuori imperversa la guerra, il cibo diventa un'oasi in cui la pace, la condivisione e la fratellanza sono possibili. Una ricetta per restare umani.

 

Robert I. Sutton, Il metodo antistronzi. Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è, Lit

Nel 2004 la "Harvard Business Review" pubblicò le venti idee per l'economia del futuro. Tra queste figurava la proposta di Robert Sutton, professore a Stanford, di adottare un metodo per liberare le aziende da bastardi, arroganti, tiranni, maleducati e prepotenti di qualsiasi età, sesso o livello. Secondo numerose ricerche, infatti, il loro comportamento aggressivo e umiliante demotiva i lavoratori, sgretola l'affiatamento del gruppo, causa l'aumento del turn over e dell'assenteismo, provocando danni enormi non solo alle vittime ma anche alle strutture in cui operano. Quella proposta è diventata un testo rigoroso e acuto, vivace e ricco di umorismo, che non si limita alla sola analisi della situazione ma fornisce suggerimenti pratici sia ai dipendenti che ai manager per identificarli e isolarli evitando il contagio, venire a patti con loro (solo quando necessario) e, se proprio inevitabile, cancellarli dalla propria esistenza.

 

Guido Martinetti, Federico Grom, Grom. Storia di un'amicizia, qualche gelato e molti fiori, Bompiani

Una grande amicizia, un grande sogno, una grande impresa, una nuova filosofia di vita fatta di lavoro, amore per la natura, qualità assoluta. E questo il senso di "Gelatai: storia di un'amicizia", un libro che racconta una delle più sorprendenti e straordinarie storie italiane degli ultimi anni. E la storia di due ragazzi italiani (un enologo e un manager) che, inseguendo un sogno allo stesso tempo semplice e rivoluzionario - "fare il gelato più buono del mondo", partono da un negozietto di 30mq in zona stazione a Torino e, in pochissimi anni, si impongono come marchio cult sulla scena del food internazionale e aprono oltre 50 negozi "Grom" in tutto il mondo, dando vita, di fatto, all'unica "multinazionale" dell'alta qualità nel settore della gelateria.

 

Anna Riccardi Candiani, Louis Oudart e i vini nobili del Piemonte. Storia di un enologo francese, Slow Food

Enologo, socio della Reale Società Agraria di Torino e commerciante di vino in Genova, Louis Claude Oudart è un misterioso personaggio del mondo enologico risorgimentale. L'astuto negoziante a capo della Maison Oudart e Bruché, che gli fruttava guadagni nel capoluogo ligure, impressionava l'ambiente vinicolo piemontese - e gli accademici sabaudi - con i suoi esperimenti sui vini di Langa, in particolare sul Nebbiolo secco di Neive. L'origine del Barbaresco di Neive fra documenti di archivio, registri contabili, trattati di ampelografia e geniali intuizioni enologiche. Prefazione di Carlo Petrini.

 

di T N

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