Libri 30/10/2010

Anche la matematica suscita emozioni

Tullia Gallina Toschi ci invita alla scoperta di Nassim Taleb, uno tra i più acuti matematici-statistici che proprio ieri ha tenuto una conferenza al Festival della Scienza. Il suo libro, Giocati dal caso, fa parlare con un "procedere matematico" un uomo autistico, avido, tenero ed emotivo


Scettico e antipatico, questo autore acuto, dal pensiero ossessivo e tenero.
Cercavo Il cigno nero (The Black Swan) quest’estate, ma era finito dovunque: ho letto prima Giocati dal caso.

Sono stata isolata dal gruppo marittimo, bollata come noiosa, volevo parlare solo di statistica, io che per lavoro ne vengo spesso travolta. Stavo a ripassare sui tovaglioli le proprietà fondamentali di una distribuzione, la media, l’errore standard, la varianza. Così, perché mi andava.

Girando pagina, mi divertivo e mi perdevo in quel linguaggio matematico, inquinato o rotto (a scelta del lettore) dalle emozioni.
Simpatie e antipatie fortissime, esseri umani dell’ufficio accanto, seguiti dall’autore negli anni, vite sbirciate ed elaborate, come facciamo tutti, per poter tracciare poche linee comportamentali rilevanti.
Taleb e la sua coscienza binaria: buoni e cattivi.

Perché da qualche parte bisogna schierarsi. E lui si schiera. Fino a sostenere, in tempi ipocriti, utilitaristi e buonisti, l’importanza del nemico per vivere. La capacità di riconoscimento del nemico.
Quel tipo di nemico al quale si vuole male in modo leggendario (e certo non violento), alla maniera del comico che lo ricopre delle maledizioni più improbabili, ridicole e concatenate. E ghigna.

Più che una trama uno schema, che si sviluppa tra temi cari a chi ha avuto una formazione scientifica, senza possederne i limiti.
Lo humor sottile e snob attraversa le parole, dalla massima del coach sulla “grassona”, fino alle scimmie che, assatanate come Gremlins, si buttano sulle macchine da scrivere per comporre l’Iliade.
Qualche volta, percorsa da un brivido, l’ho trovato quasi pericoloso, spesso sono stata rapita dall’uso nitido del ragionamento deduttivo.

Taleb guarda agli effetti, si nasconde e si pone domande e domande sul caso.
E cerca di convincere il lettore come oggi sia irrinunciabile una comprensione multivariata, multidimensionale, per provare a scegliere o anche solo per stare al mondo con consapevolezza.

Saggiando, ricorre felicemente al mito e se, per divulgare, semplifica e cade in pochi tranelli da guru comportamentale, questo non abbassa mai davvero il livello del libro che resta intrigante, divertente e, a basse dosi, difficile, soprattutto per essere tanto letto.

Indimenticabile e galante il riferimento alle doti oratorie di Cleopatra, che, per la conversazione brillante e non per il naso sottile e allungato (che sollievo, di questi tempi!), incantò sia Cesare che Antonio.

L’autore apre il libro come un articolo scientifico, con la Tabella 1 (La tabella della confusione) e conclude senza vere conclusioni, se non la serpeggiante convinzione che non siamo adatti alla vita, a questa vita consegnata al caso, che può restare dignitosa ed elegante, se ci si impegna un po’.


di Tullia Gallina Toschi