Libri

LA LETTERATURA SPOSA IL CIBO

In tre volumi editi da Garzanti, i riferimenti al mondo della gastronomia esprimono le nuove tendenze della narrativa contemporanea.
Ai lettori di “Teatro Naturale” proponiamo i romanzi di Muriel Barbery, James Runcie e Peter Mayle

06 settembre 2003 | Maria Carla Squeo

Muriel Barbery (vedi foto), francese, è nata nel 1969. Con il suo romanzo d’esordio Une gourmandise, pubblicato presso Gallimard nel 2000, ha vinto il Prix Bacchus/Bsn. Garzanti lo propone ai lettori italiani nella traduzione di Roberto Rossi, con il titolo Una golosità (pp. 124, € 11,88).
La giovane autrice in questo gradevolissimo libro racconta il lungo viaggio compiuto dal “massimo critico gastronomico del pianeta” che, trovandosi in punto di morte, vorrebbe in qualche modo ricordare e rivivere il sapore perfetto che lo aveva segnato sin da bambino. L’uomo si muove così alla ricerca di quel sapore perduto che alla fine gli permette, forse inaspettatamente, di ritrovare il vero gusto della vita (vedi anche: www.barbery.net).

James Runcie, invece, oltre a essere conosciuto e apprezzato in qualità di giornalista, si occupa di cinematografia nelle vesti di regista e sceneggiatore. La scoperta del cioccolato. Un romanzo d’amore e altre squisitezze è la sua prima opera narrativa (titolo originale: The discovery of Chiocolate) tradotta per Garzanti (pp. 250, € 15,00) da Sara Caraffini, con protagonista un giovane notaio di Siviglia, tale Diego de Godoy, che giunge in Messico al seguito dei conquistadores spagnoli. In questa terra d’oltreoceano conosce una bellisima donna, di cui s’innamora perdutamente. Il legame d’amore tra i due viene brutalmente interrotto per un sanguinoso e cruento conflitto che lo spinge al ritorno imprevisto in patria. Dalla donna, di nome Ignacia, riceve un liquido magico quale prova d’amore; lui promette che non smetterà mai di cercarla; con quel liquido, che si rivela ben presto un elisir di immortalità, attraversa secoli e paesi per ritrovare l’oggetto del desiderio.

Peter Mayle, infine, autore del celebre Un anno in Provenza, pubblica per Garzanti il libro Lezioni di francese. Avventure con coltello, forchetta e flute (pp. 240, € 14,00), nella traduzione di Serena Lauzi (titolo originale: French Lessons).
Il protagonista, un diciannovenne britannico cresciuto nel deserto gastronomico e nutrito nelle grigie mense del dopoguerra, compie un viaggio nella Parigi dei ristorantini e dei bistrot, cui fa seguito un viaggio in Provenza. Scopre così un Paese ricco di radicate tradizioni culinarie e di straordinari vini. Queste avventure dimostrano come il piacere della lettura spesso coincida anche con quello della buona tavola.


Alcuni stralci

Muriel Barbery: “E’ da re che prendevo possesso della tavola. Eravamo i monarchi, gli astri di qualche ora di banchetto che avrebbe deciso il loro futuro, disegnato l’orizzonte, tragicamente vicino o deliziosamente lontano e radioso, delle loro speranze di cuochi. Entravo in sala come il console entra nell’arena per essere acclamato e ordinavo che la festa iniziasse”.

James Runcie: “Sorseggiai di nuovo e il gusto stranamente confortante cominciò a insinuarsi nel mio palato come se una sola sorsata non potesse mai rivelarsi sufficiente. Era un liquido che suscitava unicamente il desiderio di berne ancora e iniziò a riempire tutto il mio corpo con la sua levigatezza, come se non dovessi più temere il dolore del mondo e come se tutte le ansie potessero dileguarsi. Sorrisi alla donna e, a gesti, chiesi notizie sulla natura della bevanda. Rispose con un’unica parola: ‘cacahuatl’”.

Peter Mayle: “Suppongo di aver posseduto delle papille gustative anche in gioventù, ma è certo che sono rimaste a lungo indisturbate. Il cibo era carburante per il corpo, e in molti casi un carburante non particolarmente appetitoso. Ho ancora vivo il ricordo della mensa scolastica, dove l’abbinamento delle pietanze pareva rigorosamente regolato in base al colore: grigia la carne, grigie le patate, grigie le verdure, grigio il sapore. All’epoca pensavo che la cosa fosse assolutamente normale”.

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