Italia

Trattori in piazza e Coldiretti contro. Si acuiscono le divisioni nel mondo agricolo

Luogo del contendere la questione “quote latte”. Un decreto contestato. Il Ministro replica: “chi dice che è un provvedimento per pochi intimi dice una bugia”

07 marzo 2009 | Graziano Alderighi

Il decreto quote latte riguarda oltre 17.000 aziende, su un totale di 40 mila.
Si tratta di circa il 10% delle aziende, che producono il 25% dei dieci milioni e 800 mila tonnellate di latte prodotte ogni anno nel nostro Paese.
Questa la replica del Ministro Zaia, durante la conferenza stampa convocata presso la sede della Coldiretti.
“Sei anni fa, un'azienda poteva avere un milione di euro di multa e cento vacche in lattazione senza quote: avrebbe rateizzato la sua multa in 14 anni senza interessi e comprato sul libero mercato l'equivalente della quota spendendo circa 15 mila euro (0,48 cent/kg). La stessa azienda, se rateizzasse oggi, avrebbe la quota regalata dallo Stato per un contro valore di 120 mila euro (0,12 cent/kg) e dovrebbe pagare una rateizzazione al 6% di interessi, che gli costerebbe in 14 anni più di un milione di euro. Mi pare che parlare di sanatoria sia fuorviante. Per "scoraggiare” i produttori illegali, nel decreto abbiamo anche introdotto – ha spiegato Zaia - due clausole: se si produce senza quota, la multa è aumentata del 150% e le quote non si potranno vendere fino al primo aprile 2015. Di fatto quindi, chi non rispetta le regole viene espulso dal sistema".

Solidale col Ministro, il Presidente Coldiretti afferma "rappresentiamo da soli oltre il 60% degli allevamenti da latte in Italia e ci sentiamo addosso tutta la responsabilità di agire con serietà e coerenza per risolvere concretamente i problemi della nostra gente. Portare i trattori ad Arcore ha il forte sapore della demagogia che il tempo giudicherà”.
Dopo l’aperta sfiducia all’ex Ministro De Castro, con la manifestazione dei 100.000 a Bologna, la Coldiretti torna filogovernativa, non senza una vena polemica "rispettiamo ogni forma di protesta, ma - ha affermato il Presidente Marini - siamo preoccupati e dispiaciuti che i problemi degli allevatori vengano utilizzati per questioni politiche o per regolare i conti all’interno di una singola organizzazione.”

Nel frattempo i trattori provenienti dalle province lombarde e dal piemonte erano entrati nel piazzale di fronte al centro commerciale di Villasanta, a poca distanza dall'abitazione del Presidente del Consiglio ad Arcore, per la manifestazione organizzata da Confagricoltura e Cia. I manifestanti hanno esposto striscioni con le scritte "traditi dallo stato", "onesto non paga", "lega ladrona" e "allevatori padani contro Zaia".
“In queste ore – ha detto il Presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni – abbiamo ascoltato molte falsità. C’è chi ha voluto minimizzare la portata della mobilitazione; c’è chi ci ha accusato di demagogia solo perché avvertiamo il bisogno di tutelare fino in fondo gli interessi e le legittime aspettative dei produttori onesti (siano o non siano iscritti a Confagricoltura); c’è chi ha continuato a dire che diamo in giro “numeri strani” sugli splafonatori. Mi sembra che tutte queste dichiarazioni si siano rivelate un boomerang perché gli allevatori hanno aperto gli occhi e sanno chi difende i reali interessi delle imprese agricole e della zootecnia italiana. La mobilitazione continua e verificheremo – ha sottolineato Federico Vecchioni - se c’è la volontà concreta di risolvere positivamente il problema, consentendo di ripristinare, il prima possibile, le condizioni normative in grado di assicurare una corretta gestione del regime delle quote latte”.

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