Italia

VITA DIFFICILE PER OLIVICOLTORI E FRANTOIANI

Le Istituzioni vacillano, il Paese si mobilita. Accade che i ministri sclerino, emanando decreti assurdi. Come la "tassa sull'olio" imposta da Altero Matteoli. Ma l'Italia che lavora resiste. Con le armi della cultura. Opponendo azioni che partono dal basso

06 marzo 2004 | Franco Bonaviri

“Per evitare che il versamento del contributo per il riciclaggio previsto a partire dal trimestre aprile-giugno si traduca in una ‘tassa’ ingiustificata sui consumi familiari di olio alimentare siamo pronti a presentare ricorso al Tar del Lazio per chiedere l'annullamento, previa sospensione, del Decreto del Ministero dell'Ambiente, del 27 novembre 2003”.
Inizia in questo modo un recentissimo comunicato diffuso dalla Coldiretti con la chiara intenzione di manifestare il proprio dissenso da una balorda – proprio così: B-A-L-O-R-D-A !– direttiva bislacca e senza senso.

Il protagonista dell’inqualificabile iniziativa è un certo Altero Matteoli, un ministro della Repubblica italiana e non uno sprovveduto e improvvisato uomo della strada, purtroppo.
Sull’argomento ritorneremo comunque con un’inchiesta; e intanto, per tirarci un po’ su il morale, segnaliamo alcune iniziative volute dall’Italia che lavora. Lo facciamo con l’intenzione di evidenziare come da qualche tempo a questa parte si sia creata una notevole distanza – difficile in tempi brevi da colmare – tra Istituzioni e società civile.
Da una parte c’è chi distrugge, con vessazioni inconcepibili, lo slancio che sembra riguardare il comparto olio di oliva, dall’altra c’è invece chi tenta in tutti i modi di costruire qualcosa di significativo, realizzando per quanto possibile alcuni progetti importanti e decisivi per creare una svolta determinante e fare “cultura di prodotto”.

Per sostenere l’impegno dei tanti coraggiosi che tentano, nonostante i molti impedimenti in atto, di promuovere la conoscenza dell’olio di oliva e la formazione di una specifica cultura di prodotto, poniamo dunque all’attenzione dei lettori una lodevole iniziativa. A segnalarcela è la ricercatrice del Cnr Annalisa Rotondi, in forza all’Ibimet, l’Istituto di Biometeorologia di Bologna.
Così, dopo aver dedicato il giusto spazio al libro del professor Enrico Baldini sull’olivicoltura dei Colli Bolognesi – nel numero 5 di “Teatro Naturale” del 31 gennaio scorso – riprendiamo l’argomento olio in luoghi di produzione insoliti, seppure ricchi di testimonianze storiche, con la segnalazione di un corso di analisi sensoriale organizzato proprio a Bologna per soddisfare le esigenze dei nuovi olivicoltori del territorio, dal momento che finora le attenzioni si sono concentrate soprattutto in Romagna.
Può sembrare una iniziativa tra le tante – ed è vero, lo è – ma si inserisce in un contesto nuovo e per certi aspetti inedito, con una specifica volontà orientata a creare le condizioni perché si sensibilizzino i nuovi produttori olivicoli ad acquisire la cultura della qualità. Sono segnali positivi, questi, perché si deve partire dal basso per giungere poi a riscontri di grande respiro e successo. Pensate alla grande gloria a cui sono assunti gli extra vergini romagnoli, un tempo sconosciuti al resto del Paese. Oggi, per iniziativa personale di Franco Spada e della Cooperativa di Brisighella, si sono ottenuti risultati impensabili per quanti credevano vani gli sforzi e le profusioni di energie positive, quelle che appunto giungono da aree oliandole marginali, ma non per questo meno significative.

Oggi le iniziative che inizialmente appaiono le meno vincenti si rivelano per contro una scoperta davvero esaltante. Un altro ricercatore del Cnr, Francesco Giovanni Leone, del Ceris di Torino, ci segnala invece una promettente olivicoltura in aree per nulla olivicole. Si è parlato e scritto sempre di diciotto regioni olearie, e invece vi sono anche il Piemonte e la Valle d’Aosta ad essere oggi coinvolte nella coltivazione dell’olivo. Poca quantità di olivi, certo, ma già si sono ricavati i primi oli. Sono, tali segni di olivicoltura eroica, una risposta chiara e inequivoca all’insulsa decisione del ministro Altero Matteoli. Una tassa sull’olio per affossare un settore oggi in netta ripresa, ma ancora in fase di delicato rilancio.

Ritorneremo comunque su tali argomenti, con attente e scrupolose analisi e inchieste, proprio per verificare la sensibilità degli addetti ai lavori al riguardo. Intanto valgano queste mie testimonianze veloci, e solo di primo impatto, per giungere in seguito a un accurato studio del fenomeno. Insomma, c’è un Paese vivo, vitale, che non rinuncia ad andare avanti. C’è un Paese che oppone resistenza alle decisioni senza senso e senza futuro, c’è un’Italia che si muove con grande intelligenza e onestà morale.

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