Italia

LA PROTESTA DI MASSA DELLA COLDIRETTI CONTRO DE CASTRO? INGIUDICABILE. L'OPERATO DEL MINISTRO AD OGGI? ALTRETTANTO INCONCLUDENTE

Guardate un po' cosa si affaccia all'orizzonte: la protesta all'acqua di rose. I finti rivoluzionari da avanspettacolo. Quando c'è da scendere in piazza per questioni serie cala il silenzio, quando si tratta di muovere battaglie strumentali ecco il teatro

14 luglio 2007 | Franco Bonaviri

Noi francamente ci dissociamo. Non possiamo perdere il tempo in questi giochetti da ragazzi. Più chiaramente: si tratta di pure masturbazioni mentali. Nulla di serio.

Certo, la fantasia di chi ha protestato è galoppante, roba da spararsi il cervello.

Ecco il livello di alcuni slogan, riportati dal quotidiano "la Repubblica":

- «Te Castro…Ahhhhhh»

- «Chi lavora la terra / non fa più l´amore / perché De Castro spegne / entusiasmo e ardore».

- «De Castro, ci sei o ci fai?».

La pagliacciata ha avuto luogo l'11 luglio a Bologna, città del ministro Fabrizio De Castro, luogo in cui si nobilita la sua figura, assumendo l'aurea del "professore".

Non vogliamo dilungarci, perché l'attuale ministro ha parecchio deluso, per l'incapacità di gestire i problemi, ma soprattutto nel delineare dei programmi seri. Ma nemmeno vogliamo dilungarci sulla Coldiretti, scesa ai livelli più bassi della sua storia con questa finta rivoluzione del passero.

Siamo troppo nauseati e non vogliamo nemmeno prenderci la briga di approfondire la questione. Ciò che stupisce e amareggia è la spaventosa capacità della Coldiretti nell'arruolare, per una gita a Bologna, contadini da tutta Italia (ma con i soldi di chi? Pagavano i coltivatori?), e, soprattutto, ad angosciarci in modo terribile è la propensione da parte degli agricoltori ad essere abbindolati.

Insomma, quando si tratta di fare sul serio non c'è ombra di contadino che si affacci all'orizzonte, quando invece si mettono in scena le pagliacciate scendono in piazza 150 mila agricoltori, secondo stime della Coldiretti, ma sicuramente la metà secondo la questura, e almeno 150 milioni, invece, secondo le nostre rilevazioni satellitari.
Ma, insomma, quando verrà il tempo per il mondo agricolo di diventare adulto?

Alt! Ora non si va più oltre, perché lo schifo provato è smisurato. Per questo ci limitiano a riportare un dispaccio diffuso al riguardo dal Conaf, duro, ma non velenoso e arrabbiato come queste nostre note.



AGRONOMI: NE’ L’ARROGANZA DI MARINI (COLDIRETTI) NE’ LA TIMIDEZZA DEL MINISTRO DE CASTRO SALVERANNO L’AGRICOLTURA ITALIANA

Dopo mesi di apparente idillio i Dottori Agronomi e Dottori Forestali italiani prendono atto della spaccatura tra la Coldiretti e il Ministro De Castro.
“Ormai da qualche tempo montava la protesta nei confronti del Ministro De Castro – afferma il Presidente Pantaleo Mercurio, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali - da cui ci si aspettava molto, perché, oltre a essere un politico, è un tecnico, esperto di agricoltura. L’azione del Ministro è invece stata eccessivamente timida ed ha inciso solo parzialmente sui veri punti critici del settore primario italiano. Ritengo però eccessivo ed arrogante l’atteggiamento del Presidente Marini (Coldiretti) nelle ultime settimane. Avocandosi il diritto di rappresentanza dell’intera agricoltura italiana, anzi della “nuova agricoltura italiana”, come dichiarato in un suo comunicato, sta pretendendo di dettare al Governo la politica agricola nazionale.”

I Dottori Agronomi e Dottori Forestali non parteggeranno per nessuno in questa disputa che aggrava unicamente lo stato, già precario, del nostro sistema agricolo.
“Era assolutamente necessario, anzi doveroso, pungolare il Ministro – continua Mercurio – affinché le misure contenute nella legge Finanziaria 2007 venissero concretizzate. I ritardi nell’applicazione di alcuni provvedimenti (giovani, società agricole e vendita diretta) erano gravi, anche se non sono sicuro che ogni colpa vada attribuita a De Castro, il quale ha peccato semmai di eccesso di prudenza nei confronti di alcuni soggetti sindacali, cercando di concertare e conciliare posizioni molto diverse, a volte insostenibilmente radicali e oltranziste.
Le recenti pressioni delle organizzazioni agricole, nonché dei tecnici del mondo rurale, hanno fatto comunque in modo che De Castro accelerasse, annunciando, solo qualche giorno fa, il varo dei relativi decreti attuativi. Ci aspettavamo dal Ministro maggiore solerzia e incisività nell’azione, auspicavamo nelle contrattazioni con Bruxelles prese di posizioni più forti e energiche, ma delusione o disappunto non giustificano attacchi personali quali quelli scagliati da Coldiretti.”

I Dottori Agronomi e Dottori Forestali chiedono che, ai prossimi Stati Generali dell’Agricoltura, convocati da De Castro, vi sia un approccio tecnico alle problematiche del comparto primario ovvero che siano date risposte chiare alle molte questioni sollevate in questi mesi dalla categoria (abbandono delle campagne, perdita di valore aggiunto da parte dell’agricoltura, ocm vino…).

Non può essere infatti la piazza il termometro o peggio la bussola per definire le scelte politico-strategiche per il comparto, perché prevarrebbe la demagogia sulla tecnica e sulla scienza. I Dottori Agronomi e Dottori Forestali si attendono, invece, che i “generali” del settore rurale affrontino le spinose tematiche che stanno alla base dell’attuale crisi dell’agricoltura in maniera obiettiva, senza venire trascinati in guerre ideologiche che non portano alcun frutto.

“Possiamo pensare di affidare il futuro della nostra agricoltura – conclude Mercurio – a Coldiretti? E’ pensabile dare carta bianca a un’associazione di categoria che sta perdendo consensi da parte degli agricoltori e va a ricercarli tra i consumatori? Che fa del no la sua bandiera (no trucioli nel vino, no ogm, no alla riforma dell’ocm ortofrutta…)? Che ha perso la battaglia sull’etichettatura d’origine dei prodotti alimentari a Bruxelles (legge 204/2004)? Occorre recuperare la dimensione della realtà e del contesto. All’agricoltura italiana non servono messia. Nessuno ha la bacchetta magica. Noi ci adopereremo perché si svelenisca il clima e si torni presto a lavorare per il bene del settore agricolo italiano.”


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