Italia

LE CELEBRAZIONI PER SANT’ANTONIO ABATE HANNO VESTITO A FESTA IL MONDO AGRICOLO

Si tratta di una tradizione molto sentita in Italia. Nelle campagne trova ovunque un’adesione molto forte. Si tratta di una occasione importante per mantenere vivo il legame con le radici culturali e religiose della nostra terra. Antonio, detto il Grande, è divenuto uno dei santi più popolari del Medioevo, il più narrato dalle leggende e il più dipinto dai pittori

22 gennaio 2005 | Marco Rossi

La festa del Santo, a Gerusalemme, si celebrava già nel V secolo. La tradizione copta, siriaca e bizantina indicava come giorno della sua morte, cioè della sua nascita celeste, i1 17 gennaio. A questa data la sua festa venne introdotta anche a Roma nel XII secolo. Da allora Antonio, detto il Grande, divenne uno dei Santi più popolari del Medioevo, più narrato dalle leggende e più dipinto dai pittori.

A Brescia, tra l’altro, è da sempre viva nel mondo rurale una forte devozione nei suoi confronti. Il santo Antonio è considerato a tutti gli effetti il protettore degli allevatori. E così, anche quest'anno, nella giornata di lunedì 17 gennaio sono state moltissime le iniziative in favore di sant'Antonio Abate.



La giornata si è contraddistinta per l’insieme di riti religiosi e civili, secondo una tradizione che, seppur tra alti e bassi, è rimasta molto sentita dagli agricoltori, arrivando fino ad oggi senza smarrire il suo significato più profondo.

"Credo sia positivo incoraggiare il mantenimento e la valorizzazione di simili tradizioni”, ha ammesso l’assessore all’agricoltura della Provincia di Brescia Mariastella Gelmini, intervenuta ad una fra le tante manifestazioni celebrative che si sono succedute in giro per l’Italia, quella di Manerbio, nel Bresciano. “Sono tradizioni che fanno parte del tessuto culturale delle nostre campagne e della tradizione delle nostre genti. Il mio personale auspicio – ha aggiunto la Gelmini - è che il senso di certi gesti semplici, ma carichi di altissimo valore religioso, possano continuare ad accompagnare ancora a lungo il lavoro e le scelte degli agricoltori, in una continuità con un passato forse lontano ma che rappresenta un patrimonio imprescindibile per continuare a crescere".

Ma chi era in particolare sant'Antonio Abate?
Sant'Atanasio - il grande Patriarca di Alessandria, che oltre ad essere suo ammiratore, fu il suo primo biografo - lo chiamò “il fondatore dell'ascetismo”, quindi di una vita austera fatta di sacrificio e di penitenza.

Antonio rimase nel deserto d'Egitto per più di ottant'anni, morendo vecchissimo, più che secolare, nel 356. Pochi santi ebbero la sua popolarità. Viene invocato per la salute del corpo, e specialmente contro quella afflizione ancora nota come "fuoco di sant'Antonio".
Nelle campagne gli venne affidata la protezione del bestiame, e fu allora che apparve ai suoi piedi il roseo porcellino, come simbolo di salute e floridità. La sua immagine si moltiplicò in tutte le stalle, in atto di benedire gli animali. domestici. Ancora oggi, è molto comune trovare l'immagine di sant'Antonio Abate nelle stalle delle campagne bresciane: e nel giorno della ricorrenza, che in alcuni casi viene ancora anticipato da veglie in cascine e fattorie. La distribuzione dell'effige del Santo è dunque una delle pratiche più diffuse.

Nel corso della celebrazione liturgica è tradizione che gli allevatori portino gli animali per la benedizione. Spesso la giornata si conclude con occasioni conviviali, e quest'anno in alcuni comuni le celebrazioni si protrarranno addirittura fino a domenica 23 gennaio.

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