Italia

Nel 2010 l'agricoltura italiana continua a veder nero

PIL in leggera ripresa ma calo del valore aggiunto. Se si confermassero le tendenze sarebbe il terzo peggior risultato dal 2004. Reddditi ancora in calo per gli agricoltori

13 novembre 2010 | Graziano Alderighi

L'Istat vede al rialzo il PIL dell'agricoltura, e questo è indubbiamente un buon indice e una positiva notizia, ma purtroppo continua a diminuire il valore aggiunto nel settore primario.

Secondo la stima preliminare effettuata dl nostro Istituto di statistica il prodotto interno lordo nel III trimestre 2010 segnerebbe un +1,0% rispetto al terzo trimestre del 2009 e +0,2% rispetto al trimestre precedente.
Cifre modeste ma che fanno ben sperare in una ripresina ma le dolenti note vengono molto presto.

Ismea, infatti, ha valutato che il valore aggiunto agricolo nel III trimestre 2010 è calato dell’1,9% rispetto al precedente e dello 0,8% rispetto al terzo trimestre del 2009.

''Dipende da come si intendono i numeri'' cosi' Giancarlo Galan, mnistro dell'Agricoltura, ha commentato la stima preliminare dell'Istat sul Pil nel terzo trimestre.''Se intendiamo l'agricoltura in senso stretto sappiamo tutti che è un settore in crisi e in difficoltà. Ma per tutto quello che avviene nella trasformazione del prodotto, mi sembra che stia andando bene e dia all'Italia un lustro senza precedenti. Insomma, ognuno legge i dati come vuole'', ha concluso Galan.

Caustico invece il commento di Cia e Confagricoltura.

Se fosse confermata questa tendenza, a fine anno il valore aggiunto agricolo calerebbe del 2,6%, proseguendo la performance negativa degli ultimi anni. Confagricoltura evidenzia, infatti, che il valore aggiunto in agricoltura è diminuito negli ultimi sei anni di 2 miliardi, passando da 30 a 28 miliardi di euro circa; meno 7,4%. Se si eccettua la “ripresina” del 2007-2008, i tassi di variazione degli ultimi anni sono sempre stati negativi. Il fatto è, secondo Confagricoltura, che al di là della classica tendenza anticiclica del settore primario rispetto al totale dell’economia, qui sembra si vada consolidando un calo del valore della produzione agricola, non controbilanciato da una flessione proporzionale dei consumi intermedi. Se proseguirà questo trend potremmo registrare un’altra annata con redditi in flessione per gli agricoltori. Una situazione che richiede anche interventi politici urgenti e mirati per riequilibrare i mercati e dare fiducia agli operatori.



“La crisi dell’agricoltura è ormai sotto gli occhi di tutti. E il governo continua a non accorgersene - ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi - Il calo registrato dell’Istat, anche se non ancora quantificato, dimostra l’emergenza che vivono migliaia di aziende. Un valore aggiunto che a fine anno dovrebbe scendere del 3%. Problemi complessi confermati, del resto, anche dalle stime sull’annata agraria 2010 che vede una produzione in calo (meno 2%), un’ulteriore flessione (3-4%) dei prezzi all’origine; un calo del 3,5% degli investimenti, una contrazione (6-7%) dei redditi dei produttori, mentre i costi di produzione dovrebbero avere una crescita tra il 4 e il 5%. Una situazione drammatica che rischia di gettare sul lastrico tantissime imprese che non riescono più a stare sul mercato."

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