Gastronomia
Merenda nell’oiveta tra mare e campagna di Calenella

Domenica 9 giugno terzo incontro per il Piano Strategico di Recupero degli uliveti. Lectio Magistralis sulla protezione dell’ulivo poi le degustazioni di olio extravergine di oliva e paposcia
28 maggio 2024 | C. S.
Una domenica tra gli uliveti secolari di Calenella, per una merenda pomeridiana tra le piante monumentali e per celebrare il terzo incontro di comunità verso la redazione del Piano Strategico di Recupero degli uliveti di Vico del Gargano. È questa l’iniziativa che si terrà domenica 9 giugno, dalle ore 17, nella Piana di Calenella, in località Colucci. L’evento sarà ospitato dall’Azienda Agricola Andrea Piccolo. La Merenda nell’Oliveta è organizzata dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, di cui Vico del Gargano è parte integrante. Tra gli ulivi secolari, oltre alla merenda, si potrà partecipare a una Lectio Magistralis del professor Salvatore Germinale, dell’Università di Foggia, incentrata su “La protezione dell’ulivo dagli insetti: strategie di controllo integrato dei fitofagi”. Saranno degustati olii extravergini d’oliva e la squisita paposcia vichese. “Questo incontro”, spiega il sindaco Raffaele Sciscio, “segna un altro passo in avanti nell’impegno dell'Amministrazione per coinvolgere la comunità in un progetto di valorizzazione del territorio, con un particolare focus sulla nostra agricoltura storica. È la prima volta che un'iniziativa così mirata mette al centro l'importanza di promuovere e preservare la nostra tradizione agricola. Il piano punta a rinvigorire l'economia locale, ma anche a preservare il paesaggio e l'ambiente, mantenendo la resilienza che ha caratterizzato i nostri uliveti nel corso dei secoli. La condivisione è essenziale poiché con questo piano, l'Amministrazione intende delineare un futuro per il nostro territorio che non può prescindere dalla sua forte e ineludibile vocazione agricola. È un piano che guarda avanti e i cui risultati non sono garantiti. La nostra agricoltura è di tipo tradizionale, strutturata sull’olivicoltura, colpita da decenni di abbandono generale che ha avuto ripercussioni sul paesaggio, sull'identità storico-culturale del nostro territorio e sulla stessa economia. Molti oliveti, a causa di questo abbandono, si sono trasformati in macchie e boscaglie, aumentando il rischio di incendi. È un problema diffuso in molte aree interne italiane e, per la Puglia, è il Gargano, a esserne particolarmente coinvolto. L'attenzione di questa Amministrazione verso tali questioni rappresenta una novità assoluta nel panorama politico-territoriale della Regione Puglia. Si tratta di un esperimento che, attraverso il recupero degli uliveti, mira a "restaurare" e potenziare i processi agricoli tradizionali che ci tramandano valori di sostenibilità economica e ambientale. Da qui la necessità di ottenere piena condivisione delle istituzioni ai suoi massimi livelli (Ente Parco Nazionale, la Provincia e la Regione)”.
Il recupero dei secolari uliveti di Vico del Gargano, dunque, assume un'importanza strategica poiché può stimolare processi di valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità storico-ambientali e naturalistiche (chiese rurali, le sorgenti, costruzioni rurali, aree archeologiche, SIC). “Dotarsi di un piano”, aggiunge Sciscio, “è necessario per affrontare questioni delicate e complesse che richiedono un approccio scientifico basato sullo studio, la sperimentazione, la definizione di un percorso attuativo. Il nostro modo di produrre olive e olio va ripensato e rimodulato alla luce dell’innovazione scientifico-tecnologica che sta trasformando l’agricoltura in ogni suo comparto. Di qui l'istituzione di un “tavolo di lavoro” costituito da studiosi e ricercatori, tra cui professori ordinari dell’Università di Foggia, che hanno già manifestato disponibilità e soprattutto interesse. Bisognerà sviluppare nuove competenze, sperimentare pratiche colturali (potature, trattamenti, ecc.) sostenibili sul piano tecnico-economico, che possono darci oli di alta qualità. Bisognerà formare anche tutti noi al consumo consapevole di questo “tesoro verde” che i nostri secolari uliveti continuano a produrre”.
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