Gastronomia

Non si ferma la crescita dell’agroalimentare toscano nel mondo

Non si ferma la crescita dell’agroalimentare toscano nel mondo

Nei primi sei mesi del 2021 l’export delle eccellenze toscane, cibo e vino, rispetto al pre Covid aumentato di oltre il 17%. Il lockdown è stato superato per merito del
e-commerce e grande distribuzione

28 ottobre 2021 | Marcello Ortenzi

L’evento Buy Food Toscana 2021 a Siena, 20 – 24 ottobre ha evidenziato l’eccellenza agroalimentare toscana che batte anche il periodo Covid. La nuova edizione di Buy Food, promossa da Regione Toscana e Camera di commercio di Firenze ha presentato 46 buyers provenienti da 20 Paesi diversi, tra i quali Germania, Francia, Danimarca, Canada e anche Stati Uniti. La presenza è stata letta dagli organizzatori come segnale di grande importanza, significa che l’agroalimentare d’eccellenza attrae e resiste. Secondo i dati forniti dall’ufficio studi della Camera di commercio, nel secondo trimestre del 2021 le esportazioni di prodotti agroalimentari toscani sono cresciute del 17,4% rispetto al 2019, con valori che sono cresciuti passando da 1,27 miliardi a poco meno di 1,5, grazie alla crescita dell’export. La ripresa è iniziata con una grossa spinta e ha segnato un più 15,7% a giugno 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nello stesso periodo è cresciuta a ritmo sostenuto anche la produzione industriale agroalimentare: a fine 2020 ha segnato un più 5,5% mentre quella non alimentare arretrava del 13,5%. Le buone performance non sono da attribuirsi solo al vino perché sono cresciute le esportazioni in tutti gli ambiti delle produzioni agroalimentari: nel secondo trimestre di quest’anno le esportazioni di vino sono cresciute del 18% mentre per i prodotti a base di pesce e a base di ortaggi la crescita è stata del 49% e i prodotti lattiero-caseari sono cresciuti di oltre il 19%.

L’assessore regionale all’agricoltura toscana Stefania Saccardi ha commentato durante la manifestazione che “I prodotti agroalimentari toscani di qualità non solo sono belli e buoni ma sono veri e propri “beni rurali”, nell’accezione di beni agroalimentari e il solo modo per tutelarli è farli vivere, dalle aziende dove nascono, fino alle tavole dove si gustano. Questi beni sono strumenti eccezionali che danno a noi, amministratori pubblici, l’onere e l’onore di mantenere, far crescere e promuovere eccellenze che fanno parte dell’identità del territorio e ne costruiscono il valore ogni giorno”.

Nel complesso, il valore della produzione agricola toscana contribuisce al valore nazionale con il 5%, collocandola al nono posto nel ranking nazionale. Le eccellenze a marchio, 89 Doc, Dop e Igp, sono cresciute in termini di valore della produzione del 47% dal 2015 al 2019 mentre la performance nazionale è stata solo del 19%. La Toscana esporta beni per complessivi 40,5 miliardi di euro: di questi, 2,6 miliardi provengono dal settore agroalimentare che incide, quindi, per circa il 6,5% sul totale. Nel convegno di chiusura, dedicato a ‘Un new deal per la Toscana delle Indicazioni geografiche’, si sono evidenziati cinque prodotti, Prosciutto toscano Dop, Pecorino toscano Dop, Olio toscano Igp, Cantucci toscani Igp e Finocchiona Igp che da soli rappresentano l’80% del valore alla produzione Ig della regione ed appartengono ai comparti che hanno maggior peso sul valore alla produzione regionale. Da segnalare la performance del Cantuccio Igp, con una produzione passata da 385mila kg a oltre 2,6 milioni nell’arco di 5 anni, dal 2016, per un valore all’origine cresciuto da 12,7 a 23,9 milioni di euro l’anno e al consumo stimabile il doppio di questa cifra.

Per il futuro appare fondamentale il ruolo chiamato a giocare dai Consorzi: da qui la necessità di modifiche dei disciplinari che integrino al loro interno risposte alle istanze di sostenibilità dei processi e di qualità nutrizionali dei prodotti chiesti oggi da mercato, Unione Europea. Anche importante anche la diffusione di agriturismi, con oltre 5mila strutture attive sul territorio: il 97,8% dei Comuni ne conta almeno uno entro i propri confini, come ben presente alle organizzazioni turistiche mondiali. Tutti elementi di cui i consorzi dovranno tenere conto per affrontare le sfide del futuro.

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