Gastronomia

U’ bredette e lu vedrotte a Villa Livia

Stesso piatto, stesso mare, stesse motivazioni, due identità territoriali per due interpretazioni del brodetto di pesce, quello che un tempo, considerati pesci di scarto, appagava l’appetito dei marinai

10 novembre 2012 | Pasquale Di Lena

L’Adriatico con i suoi fondali e le sue buche, le sue triglie e i suoi merluzzetti, le cianchette, le panocchie, le seppie, i calamari, le gallinelle, la razza, lo scorfano, le tracine e, anche le vongole, le cozze, i granchi, esalta i profumi ed i sapori di questo piatto che si trova “da Trieste in giù”, come diceva una vecchia canzone, fino a Termoli, con nomi di versi a seconda delle località: ( brodeto a Trieste, broeto nel Veneto, con quello “ciozoto”, che sta per zuppa di pesce tra Caorle e Chioggia, il più noto; Brodet ad pès in Romagna; el brudet a Fano con altre patrie illustri come Senigallia, Ancona, Porto Recanati e lu vrudette a S. Benedetto del Tronto; lu vedròtte a Giulianova ; lu vredàtte a Vasto; u’ bredétte a Termoli, dove la ricetta è stata registrata davanti ad un notaio con il nome “brodetto termolese di Tornola”. Un piatto che tocca anche altri mari del mare Mediterraneo.

Ieri sera nel grande salone di Villa Livia, sotto la regia di Massimo Mastrangelo, titolare, insieme con la moglie Daniela, anche dell’antica Trattoria Z’Bass in Termoli, e nelle mani sapienti di Slow food Abruzzo – Molise, il confronto tra u’ bredétte alla termolese, preparato dagli chef di Villa Livia e lu vedròtte giuliese (Giulianova), che hanno visto all’opera gli chef dell’Hotel Cristallo per una sala piena di appassionati di cucina e del brodetto in particolare.

Un piatto povero, noto nella mitologia per essere stato preparato (senza il pomodoro) da Venere per addolcire il marito irato per un tradimento della stupenda dea dell’amore, che, solo di recente è stato adottato anche dai ricchi, attratti dai suoi delicati profumi, inebrianti che sanno stuzzicare l’appetito anche al peggiore degli inappetenti.

Il confronto, che non aveva in sé lo scontro di una gara con un vincitore e uno sconfitto, ma solo il piacere di una degustazione attenta per capire la differenza di sapori che c’era, ed era anche evidente, nel momento in cui erano differenti gli ingredienti e le dimensioni dei pesci, con la presenza di piccoli granchi nel brodetto giuliese, a differenza di quello termolese.

Una serata splendida con ospiti d’eccezione come il noto presentatore televisivo titolare anche dell’Agenzia Vedding planner in Italy, Enzo Miccio, che questa sera presenterà, sempre a villa Livia, il suo libro “Cercando Grace”, edito dalla Rizzoli.

Una serata allietata dalla voce stupenda di Iskra Menarini che ha cantato, accompagnata dal bravissimo musicista Leo Ciavarella di origine del Gargano, canzoni del suo amico Lucio Dalla, che manca a tutti quelli che lo hanno seguito e applaudito nel corso di tanti anni.

Ora l’attesa del prossimo confronto, sempre grazie a Slow food Abruzzo-Molise, che ci auguriamo arrivi presto per mettere in memoria altri profumi ed altri delicati, incomparabili sapori.

 

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