Gastronomia

I piatti del “Buon Ricordo” tornano a tavola

Da quest’anno saranno impiegati proprio come si faceva alle origini, assecondando la felice idea espressa da Dino Villani. E i commensali, al termine della cena, li avranno in omaggio

03 settembre 2011 | C. S.

I piatti del Buon Ricordo… ritornano sulle tavole: la pietanza simbolo del locale sarà nuovamente servita da ciascun ristorante nel piatto di ceramica che la rappresenta e che viene donato ai commensali al termine della cena come “buon ricordo” di una piacevole esperienza culinaria. Lo hanno deciso i soci del sodalizio fra ristoratori più antico e più noto d’Italia, che nel 2011 – con 126 soci - ha raggiunto il traguardo dei 47 anni di vita.

Tornano quindi alle origini i Ristoranti del Buon Ricordo: i loro famosi piatti, da oggetto simbolico e decorativo quali sono stati negli ultimi anni, saranno utilizzati in tavola, come aveva pensato ai suoi tempi l’ideatore del sodalizio Dino Villani, uomo d’arte e di cultura, ma anche un grande pubblicitario, capace di dar vita ad iniziative di enorme successo (basti pensare al primo concorso di Miss Italia e all’invenzione della Festa della mamma).

Dipinti a mano dagli artigiani della Ceramiche Artistiche Solimene di Vietri sul Mare con metodi tali da garantire la sicurezza alimentare, i piatti del Buon Ricordo sono da tempo oggetto di collezionismo (alcuni raggiungono cifre da capogiro) e, con i loro disegni naif e coloratissimi, abbelliscono le pareti di cucine e sale da pranzo di chi li raccoglie da anni con passione, nonché le sale di gran parte dei ristoranti dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo: ora, si propone di riportarli al loro originario utilizzo non solo nei locali associati, ma anche nelle case di chi li frequenta, per imbandire tavole giovani e allegre all’insegna del creativo mosaico della cucina italiana, di cui le insegne associate sono portabandiera.

L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo promette da 47 anni un viaggio tra i sapori e i colori della cucina italiana. Le oltre cento insegne racchiuse sotto il suo marchio, distribuite dal Nord al Sud dell’Italia, rappresentano la migliore espressione della cucina regionale e disegnano la mappa della gastronomia e dell’ospitalità Made in Italy.

Quella dell’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo è una storia lunga, consolidata e gloriosa. A una felice e puntuale idea di Dino Villani, uomo di cultura e maestro di comunicazione, si associò un gruppo di ristoranti di qualità con l’obiettivo di ridare notorietà e prestigio alle tante espressioni locali della tradizione gastronomica italiana, a quell’epoca poco valorizzata. Era la primavera del 1964. Chi si associava assumeva l’impegno di praticare una linea di cucina tipica del territorio, di tenere sempre in carta “una specialità” che ne doveva essere la rappresentazione più rigorosa ed esemplare. A chi consumava quella specialità veniva donato un piatto decorato a mano dagli artigiani di una “città della ceramica” (Vietri sul Mare) che doveva appunto costituire il “buon ricordo” di una degustazione che, per qualità e rigore, doveva essere veramente difficile dimenticare. Piatti divenuti oggetto di collezionismo, ancor oggi decorati a mano dagli artigiani delle Ceramiche Solimene di Vietri.

È cominciata così. Prima 12, poi 40, poi 80, 126 ristoranti. Prima solo in Italia poi, con scelte attente e qualificate, anche locali che avevano scelto di portare la qualità autentica dei prodotti e della gastronomia di qualche regione italiana all’estero.

Oggi i Ristoranti del Buon Ricordo sono 126 (di cui 16 all’estero) e la cucina “del territorio” non è più né segreta né negletta. Gode anzi di grande considerazione da parte di storici, dietologi, nutrizionisti e, soprattutto, dei consumatori. E loro ne sono stati gli antesignani.

Ma il compito dell’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo - di cui è presidente Ovidio Mugnai - è ben lontano dal considerarsi esaurito. L’Unione sta lavorando ancor più intensamente perché le evoluzioni, i cambiamenti, la creatività si sviluppino in modo corretto e coerente con la storia culturale dei nostri territori, con lo scopo di difendere e diffondere la ristorazione italiana di rigore e qualità, dentro e fuori i nostri confini. I ristoranti seri, professionalmente adeguati e culturalmente preparati, sono ambasciatori di questi valori. Per loro cucina della tradizione, km 0, ricerca dei prodotti di nicchia dl territorio, non sono una moda del momento, ma da sempre il modo e la filosofia del lavorare.

Per conoscere da vicino i Ristoranti del Buon Ricordo e le loro specialità, si può consultare il sito www.buonricordo.it o sfogliare la Guida, che annualmente presenta i locali, la loro cucina, la storia delle famiglie che li conducono e fornisce tutte le informazioni utili. I ristoranti sono raggruppati per regione. In evidenza sono segnalate, oltre che i nuovi associati, anche le sostituzioni delle ricette e del relativo piatto: la regola del Buon Ricordo vuole infatti che ogni cinque anni il ristoratore possa proporre, se crede, una nuova specialità “simbolo” del suo locale. A completare la Guida, l’elenco degli hotel che hanno al loro interno un Ristorante del Buon Ricordo. La si trova in distribuzione gratuita nei ristoranti associati o può essere richiesta alla Segreteria dell’URBR.

Nei ristoranti si trovano anche dei piccoli e pregevoli Ricettari, stampati in tiratura limitata con la copertina personalizzata per ciascun locale, dono che i ristoratori offrono ad amici ed ospiti.

Il primo raccoglie tutte le ricette dei piatti del Buon Ricordo : vi si illustra non solo come preparare le pietanze, ma anche la loro storia, i piccoli segreti che le rendono uniche, le curiosità che fanno di un cibo una storia e una tradizione. Il secondo, in distribuzione nel 2011, è dedicato ai primi piatti: zuppe, minestre, paste, risotti e molto altro ancora di cui ciascun ristorante propone una ricetta.

Fonte: Marina Tagliaferri

 

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