Mondo Enoico

LA SICILIA VITIVINICOLA E’ IN GINOCCHIO, NELL’INDIFFERENZA GENERALE. I DATI MOSTRANO UNA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE SU BASE REGIONALE DEL 43%. NON SOLO IL SETTORE, ORA E’ IN PERICOLO ANCHE TUTTO L’INDOTTO

Oltre la peronospora anche il caldo e la siccità estiva hanno contribuito al calo delle produzioni. Le cultivar più produttive sono state quelle autoctone: Catarratto, Grecanico, Grillo, Frappato, le più danneggiate sono state Chardonnay, Pinot Grigio, Muller Thurgau, Nero d’Avola e Insolia. Le istituzioni si stanno mobilitando per sostenere economicamente il settore; ma la popolazione agricola si chiede quando arriveranno gli aiuti

13 ottobre 2007 | Vincenzo Zerilli

La viticoltura è un comparto estremamente importante per l’economia agricola siciliana, interessa circa 126.000 ettari di superficie coltivata a vite, oltre ai 20.000 ettari in corso di reimpianto. La maggiore concentrazione di superficie coltivata a vite è sita in provincia di Trapani, con un’estensione di circa 60.000 ettari, con un numero di aziende che è pressappoco di 22.000 e una produzione di 4-5 milioni di quintali di uve. In particolare la viticoltura della provincia di Trapani ha una storia e delle tradizioni che in alcune aree è lunga più di due secoli.
Alle ricorrenti crisi di mercato che negli ultimi anni hanno messo in ginocchio la viticoltura siciliana, quest’anno si è aggiunto un attacco eccezionale di peronospora, che ha determinato forti riduzioni nel quantitativo di uva raccolta. In questo caso, la crisi non tocca solo il viticoltore, ma anche l’indotto, con un danno per l’economia locale elevato.
A nulla è valso la buona volontà e il sacrificio degli agricoltori, anche in termini economici, per il numero di interventi fitosanitari effettuati, purtroppo è stato un anno particolare, con inverno mite e piovoso, anche la primavera ha fatto registrare temperature al di sopra della media ed è stata abbastanza piovosa e con elevata umidità ambientale. Questo sicuramente il motivo di base che ha contribuito al forte attacco peronosporico che è stato molto prematuro ed ha interessato prevalentemente i grappoli tra la fase di prefioritura e di allegagione.
Un quadro più chiaro del fenomeno ci viene fornito dall’avv. Giovanni Manzo dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino (I.R.V.V.) di Marsala, dall’enologo Giacomo Manzo segretario regionale Assoenologi e dal Dott. Giuseppe Dimino del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS).



I dati forniti da entrambi anche se reperiti con modalità differenti mostrano egualmente una situazione simile e allo stesso tempo molto grave. Che interpretazione possiamo dare?
Avv. Manzo – Il danno è stato riscontrato in tutta la Sicilia, la provincia di Trapani non solo ha la percentuale maggiore di danno, ma anche in valore assoluto la perdita è notevole, più di 2 milioni di quintali, pari a quasi il 30% della produzione siciliana.
Enol. Manzo – E’ importante evidenziare che il calo di produzione è attribuibile oltre alla peronospora all’eccesso di caldo e alla siccità estiva, come ad esempio a Pantelleria che ha determinato un calo del 25 %, mentre i danni maggiori da peronospora sono stati riscontrati in provincia di Trapani nei comuni di Marsala, Mazara, Trapani, Salemi, Paceco, Salaparuta, Poggioreale, Valderice, Erice, Partanna, Santa Ninfa, Castelvetrano, ed altre aree più interne della Sicilia, mentre la parte marittima, ad es. Petrosino è stata la meno colpita. Questo dimostra come le zone più ventilate sono state meno danneggiate.



In base alla produzione quale o quali cultivar sono state più danneggiate dalla peronospora?
Enol. Manzo – Anche se ci vorrebbe uno studio comparativo per poter affermare quale cultivar è più resistente all’attacco peronosporico, dai dati di produzione in linea generale possiamo dire che le cultivar più produttive sono state quelle autoctone, ad es. il Catarratto, Grecanico, il Grillo, il Frappato e le internazionali Sirah, Cabernet e Merlot; le più danneggiate sono state Chardonnay, Pinot Grigio, Muller Thurgau, Nero d’Avola e Insolia.

Che interpretazione possiamo dare alle condizioni meteorologiche che si sono verificate questa’anno e gli attacchi peronosporici?
Dott. Dimino – L’analisi della dinamica di alcune variabili meteorologiche durante il periodo aprile giugno fa evidenziare come in molti comprensori delle province di Trapani, Palermo ed Agrigento si siano registrati temperature favorevoli, precipitazioni primaverili abbastanza frequenti e soprattutto valori di umidità dell’aria per molte ore della giornata al di sopra dell’80%. D’altronde il SIAS attraverso la sua rete di monitoraggio ha avvisato per tempo i viticoltori inviando, già il 2 maggio, a tutti gli utenti registrati al servizio un SMS di allerta. I sopralluoghi in campo eseguiti durante l’estate hanno confermato la stretta relazione tra entità del danno e ubicazione topografica del vigneto; in altre parole alcuni ambienti caratterizzati da particolari condizioni geomorfologiche (fondovalle, distanza dal mare, esposizione, giacitura, ecc.) risultano molto più a rischio di altri, pertanto nella programmazione futura assume particolare importanza definire la vocazionalità anche sotto l’aspetto climatico con una scala che guardi all’appezzamento e non al comprensorio. In tale direzione il SIAS con il progetto Topoclimatologia della Sicilia, avviato nel 2004, metterà a disposizione della collettività una cartografica climatica con una scala di dettaglio al 25.000 già dagli inizi del 2008.

Qual’è la perdita in termini economici?
Enol. Manzo – La perdita per l’intero comparto siciliano ammonta circa 180 milioni di euro, di cui circa 120 milioni di euro è il danno economico stimato per la sola provincia di Trapani, ma se calcoliamo l’intero indotto le cifre vanno al di sopra dei dati appena citati.

Quali ripercussioni potrebbe avere il territorio da una crisi di tali dimensioni?
Enol. Manzo - Le prime ripercussioni saranno di tipo ambientali, con abbandono dei vigneti coltivati, cosa che già stiamo riscontrando, ma si presume un ritorno all’emigrazione e crollo dell’intera economia provinciale, cui seguono le altre province più colpite dagli anzidetti fenomeni climatici e fitopatologici.



La qualità delle uve pervenute in cantina per il 2007 come la possiamo definire?
Enol. Manzo - Da verifiche effettuate in cantina le uve ottenute da vigneti che sono state adeguatamente difesi dalle ampelopatie e irrigati per sfuggire agli effetti negativi dello stress sulla fisiologia di accumulo negli acini, possiamo dire che la qualità del vino è eccellente.

Quali sono le leggi che possono venire in contro in casi di questo genere?
Avv. Manzo - Sono il regolamento comunitario 1857/2006 del 15 dicembre 2006 per gli aiuti di stato alle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli e il D.L. 102/04 convertito il legge n. 71 del 29 aprile 2005, che disciplina gli aiuti nel settore delle imprese agricole e nel settore agroalimentare in caso di calamità naturali, non che la legge regionale del dicembre 2005 n. 19 con la quale è stata messa a disposizione della vitivinicoltura regionale la somma di euro 100 milioni.

A seguito della crisi avete costituito il comitato autonomo delle cantine marsalasi e paesi limitrofi, quale funzioni ha e a cosa siete giunti?
Avv. Manzo – E’ servito a monitorare meglio la crisi di produzione che si è verificata sul territorio, ed ha permesso di effettuare una serie di incontri diretti con il governo regionale, e a seguire con l’ISMEA, le banche e l’IRCAC. Questi incontri, tenuti nella sede regionale dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino e con la collaborazione dello stesso istituto, hanno portato a una bozza di legge regionale di interventi a sostegno della viticoltura siciliana. In particolare le azioni che si prevedono sono: ristrutturazione del debito (operazione ISMEA-Banche-IRCAC-Regione), contributi agli agricoltori per ettaro danneggiato, esenzione IRAP, ricapitalizzazione delle cantine sociali attraverso fondi IRCAC, intervento IRCAC per finanziare attività promozionali e commerciali, aumento del contributo per la riduzione dei fitofarmaci a 600/700 euro/ettaro, finanziamento a medio e lungo termine alle cantine per le spese di gestione, esenzione pagamento per partecipazione al Vinitaly 2008.

Questi interventi a sostegno della viticoltura regionale in che tempi avverranno?
Avv. Manzo - C’è la consapevolezza, sia da parte nostra, sia da parte del governo regionale di intervenire con la massima celerità perché le necessità di far sopravvivere l’indotto è assolutamente pressante. Da parte nostra non tralasceremo di seguire costantemente l’iter che dovrà portare all’erogazione degli aiuti alla vitivinicoltura.

Onde evitare che si ripresenti un danno simile, come servizio agrometeorologico regionale, state lavorando a un progetto di previsione e monitoraggio per la peronospora; di cosa si tratta? come funziona e quali vantaggi potrà trarre l’agricoltore?
Dott. Dimino – Già dal 2006 il SIAS ha attivato un progetto in collaborazione con il Prof. Orlandini della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze, che mira ad implementare un modello di previsione della peronospora della vite. I primi risultati sulla calibrazione e validazione del modello lasciano ben sperare rispetto alla efficacia ed alla tempestività che tale strumento può avere per il monitoraggio ed eventuale controllo della peronospora. Con la stagione 2008 saremo operativi, ciò significa che i viticoltori possono accedere al servizio gratuito, previa registrazione nel sito www.sias.regione.sicilia.it, è ricevere periodicamente un SMS sul proprio cellulare circa l’andamento della malattia. Tale servizio punta ad informare sia sulla necessità di intervenire con la difesa ma anche sulla necessità di non intervenire con inutili trattamenti; Su quest’ultimo aspetto bisogna porre molta attenzione perché in condizioni di falso allarme è possibile eseguire inutili interventi di difesa che aggravano i bilanci delle aziende e si scontrano con i dettami del PSR e del rispetto dell’ambiente.