Quo vadis 12/06/2019

Quando l'olio d'oliva e un frantoio esprimono la storia di un popolo

Quando l'olio d'oliva e un frantoio esprimono la storia di un popolo

Il primo oleificio cooperativo dell'Umbria festeggia i suoi primi settant'anni. Una storia che inizia subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Oggi ogni cittadino panicalese e ogni socio di questo territorio sente questo oleificio cooperativo come un patrimonio proprio da tutelare


Un Olio di Oliva può essere la linfa della passione della terra, del territorio e della storia di un popolo?

Oggi quando acquistate una bottiglia di extra vergine, dietro quel contenuto, anche se non riportato nell’etichetta, c’è una storia, una storia di uomini e di un ambiente colturale ma anche culturale.

Quindi non solo fattori fisici, come gli aromi che sprigiona, o quel gusto dolce piccante e amaro, o quelli salutistici, ma l’interazione con la storia, con la cultura di quel luogo, diremmo “fattori antropo-storici” o forse “Terroir”, termine recentemente traslato dal vino all’olio dagli studiosi del settore Pannelli-Alfei.

Storia di terra e di lotta contadina. Storia collettiva, dunque, contro i soprusi e le ingiustizie, che comincia nel secondo dopoguerra.

Ho partecipato ad una festa di un oleificio, per il compimento di settanta anni di attività, in uno dei luoghi più affascinanti d’Italia, difronte al lago Trasimeno e in uno dei borghi più belli d’Italia, quello scrigno che è Panicale.

Attorno colline verdi con gli olivi delle cultivar locali di Frantoio, Leccino, Moraiolo ma con una netta prevalenza di Dolce Agogia.

Ho scoperto una storia legata all’olio di oliva, certamente come tante in Italia, ma che non tutti conoscono. Però parlarne è anche una dimostrazione della forza di questo paese.

Abbiamo fatto una corsa nel produrre e consumare cibi manipolati e ricchi di additivi, con involucri accattivanti, dove pochi si sono soffermati a leggere gli ingredienti, qui a Panicale viene celebrata, ogni anno, la festa del “Pan’Olio”, uno dei piatti più semplici e salutari che hanno accompagnato molte generazioni del secolo passato.

Sono ricordi lontani nel tempo? No, ci torneremo quando la scienza, quindi la consapevolezza e la condivisione, prevarrà sulla moda del consumismo.

La storia di questo frantoio, immerso nel verde delle colline olivate del lago Trasimeno, inizia nel 1949 con la costituzione della prima cooperativa della regione Umbria. Su iniziativa di un gruppo di agricoltori locali, in un periodo di piena lotta contadina che, stanchi delle prevaricazioni perpetrate nei loro confronti, dai proprietari dei frantoi privati della zona, allora tutti in mano ai "padroni" terrieri, decisero di avviare una “Cooperativa di Consumo” alla quale diedero il nome di " La Panicalese".

Per le ristrettezze economiche in cui versava l’Italia, nel periodo post-bellico, maggiormente per coloro che traevano sussistenza dal lavoro dei terreni, anche perché spesso erano in affitto, questi contadini locali hanno avuto grandi difficoltà per privarsi del poco che disponevano.

Ma il tempo ha dato loro ragione e il "Molino dell'olio", così veniva chiamato localmente l'oleificio, ebbe sempre maggiore successo fino al punto che, nel tempo quasi tutti i proprietari terrieri della zona portarono le proprie olive a macinare presso la cooperativa, questo perché si iniziava a comprendere la professionalità di un lavoro che era elemento di riscatto sociale, dove l’importante non era il fare quanto fare meglio degli altri, con il massimo impegno.

Nel 1952 superate le difficoltà economiche e le lotte politiche, la cooperativa si trasforma e assume il nome attuale, Oleificio Cooperativo "Il Progresso". Oggi questa cooperativa conta oltre 450 soci, il prodotto reso dalla spremitura delle olive, tutte provenienti dalle colline di Panicale, restituisce un olio extravergine di alta qualità molto apprezzato. Per migliorare la sua produzione è nato anche il progetto “Filiera Dolce Lago” con tecnologie all’avanguardia per migliorare la qualità merceologica e nutrizionistica nel rispetto della tipicità.

Viene anche raccolta e lavorata l’oliva dell’Isola Polvese, una delle tre isole del lago Trasimeno.

Questa è un’isola incontaminata, piena di verde, molto conosciuta da un punto di vista turistico per il paesaggio. Non ci sono autostrade, grandi alberghi, solo verde, un polmone di ossigeno ed un traghetto che vi porta e riporta in giornata.

L'olio di Panicale pertanto si propone al mercato, con due marchi, “Olio Dolce Lago” e “Olio di San Sebastiano” come un prodotto soprattutto naturale e genuino che, estratto con l'ausilio di moderne macchine, nel rispetto delle più attuali conoscenze igienico sanitarie, racchiude ancora oggi i sapori veri di una volta senza tradire l’idea originaria di rispetto della natura e del lavoro dei soci.

La denominazione Olio di San Sebastiano deriva da una lunga storia di Panicale, culminata con il martirio del 1505 di questo soldato romano, martire del cristianesimo, ricordato da un famosissimo affresco di Pietro di Cristoforo Vannucci o Petrus de Castro, cioè Pietro Perugino, uno dei maggiori pittori del rinascimento umbro e dalla frase riportata sull’architrave del portale della chiesa: “ECC(lesi)A S(anc)TI SEBAST(ian)I C(ast)RI PANICALIS“. Oltre gli archi dell’affresco, in lontananza, si distende un dolcissimo paesaggio lacustre.

L’olio prodotto da questo oleificio ha un aroma di fruttato fresco e vivace con un sapore rotondo, quasi dolce con pregevoli sensazioni di un leggero amaro e piccante.

I suoi abbinamenti preferiti sono i piatti locali come le bruschette, le carni e il pesce del Trasimeno alla griglia, a crudo su primi piatti e non per ultimo le verdure e i legumi. Qui siamo nella zona del “Consorzio della fagiolina del Trasimeno”, un legume già coltivato dai Greci e dagli Etruschi, oggi utilizzata da gourmet e grandi chef per la preparazione di piatti tradizionali e di nuove ricette. Dal 2000 anche presidio Slow Food. Anche la coltivazione di alcuni vitigni dei Colli del Trasimeno risale alle colture e cultura degli Etruschi.

Ogni cittadino panicalese e ogni socio di questo territorio sente questo oleificio cooperativo come un patrimonio proprio da tutelare e sente l'olio come il frutto della passione per la propria terra. Da questa passione nasce l'eccellenza.