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Ultima chiamata per i ristoratori: oli extra vergini di oliva di qualità sulle spiagge italiane

Riusciremo a resistere in attesa dell’olio nuovo? La campagna è ancora lontana e allora approfittiamo dell’”ultimo” extra vergine purchè sia buono. Rovinare un crudo di mare da 15 euro con un oliaccio è la norma. Ma tanto chi vuoi che se ne accorga?

24 giugno 2016 | Fausto Borella

Sapete cosa mi piace di queste stagioni calcistiche? Non è soltanto il tempo o la calura estiva (spesso non pervenuta). Sono pazzo del ritrovarsi. Quegli incontri tra commensali, che sanno di antico, di tradizione, di famiglia e di amicizia. Perché non fermarsi a mangiare un boccone, qualcosa di fresco e veloce intorno a una tavola? Fermarsi un attimino, rallentare i ritmi estenuanti del lavoro, della città. Arriva l’estate e ci si incontra a casa di qualcuno. E ora, con queste partite di calcio, tutti – anche chi non segue lo sport più amato dagli italiani – hanno piacere a passare del tempo con gli amici per mangiare qualcosa di semplice e scambiare due chiacchiere. È impensabile non riuscire ad avere un olio di qualità sulla tavola, non condire pomodorini freschi con origano, sale (poco) e olio buono.

Con l’estate è anche – e soprattutto – tempo di mare, di trascorrere le giornate del fine settimana in spiaggia. Una volta ho letto un articolo di un famoso scrittore italiano che ricordava i tempi della spiaggia durante la sua adolescenza. Fatidico il momento dell’ora di pranzo, istante quasi decisivo per la definizione di provenienza regionale. Era stupito dalla prosperità delle minitavole imbandite dai meridionali, rispetto ai panini (troppo piccoli per lui) di famiglie nordiche come la sua. Ormai non esiste più questo gap, tutti tendono a restar leggeri. Tuttavia, i bagni – i lidi – non si danno per vinti e adattano i loro menu a questo stile di vita contemporaneo. Non c’è nulla da dire sulla varietà di vini rosati offerti, sul pesce fresco, gli aperitivi alla moda. Tutto in regola. Eccetto l’olio. Quello lasciamolo stare pure al caldo nelle oliere trasparenti, tanto chi vuoi che capisca che il crudo di mare da 15 euro è stato appena rovinato da un oliaccio?

Questa è l’ultima chiamata per tutti i ristoratori, per i proprietari di stabilimenti balneari per allineare la loro offerta alla domanda di commensali sempre più attenti a quello che viene loro proposto. Mancano pochi mesi all’olio nuovo e le aziende olivicole sono più che disponibili a vendere il loro prodotto conservato nel migliore dei modi per poter ancora regalare profumi e struttura ai piatti della stagione calda.

Immaginate.
Siamo al mare.
Ora di pranzo.
Sediamoci al ristorante del bagno.
Mangiamo un po’ di crudo con due gocce (come Chanel n° 5 – è prezioso allo stesso modo) di olio extravergine di qualità (sottolineo di qualità).
Non è vita questa?
Sì, rispondo io. È una vita giusta, segnata dal mangiar sano e con prodotti di qualità che fanno da capolino in situazioni che, spesso, vengono ritenute non all’altezza di un rapporto qualità/prezzo adeguato.

Ho deciso che durante questi tre mesi indagherò sui progressi della ristorazione balneare. Sarò costretto – mio malgrado – ad assaggiare delle insalate di mare o degli spaghetti allo scoglio, così da verificare il livello dell’olio proposto.

Ne riparleremo a settembre. Intanto, dato il solstizio alle spalle, vi auguro buona estate.

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