A regola d'arte 04/11/2021

Nasce Volìo, l'olio biologico che sostiene l'inclusione

Nasce Volìo, l'olio biologico che sostiene l'inclusione

Luigi, Paolo, Michele, Gaetano e Nicola lavorano nel progetto Hopeificio. Avviati i lavori per la realizzazione del frantoio, che renderà autonoma la filiera di produzione


Nei giorni scorsi, hanno ufficialmente preso il via i lavori per la costruzione del frantoio a Chieuti, in provincia di Foggia, nell'ambito del progetto “Hopeificio”, che in questi anni ha visto come beneficiari un gruppo di persone con disabilità psichica impegnati nella campagna olearia sui terreni dell'Asp Castriota e Corroppoli (Foggia). L'avvio dei lavori ha rappresentato il tassello finale dell'iniziativa promossa dalla cooperativa Medtraining di Foggia e sostenuto dalla Fondazione Con il Sud. In questo modo, la filiera di produzione dell'olio extravergine di oliva biologico Volìo sarà totalmente autonoma. Lo scorso 27 luglio, infatti, è stato stipulato il contratto di fitto dei terreni di proprietà comunale tra il comune di Chieuti e la cooperativa sociale Ortovolante in cui sarà realizzato il frantoio. L'iter di avvio lavori ha subito dei piccoli rallentamenti, complice anche il Covid, ma finalmente la fase di realizzazione è arrivata.

“A breve sarà pronto il capannone dove saranno svolte tutte le attività di produzione dell'olio Volìo. Tutto il progetto è basato sull'obiettivo di creare possibilità di inclusione per persone che hanno incontrato difficoltà nel loro percorso di vita. “Hopeificio” riguarda ragazzi, giovani e adulti con trascorsi di problematiche legate al disagio mentale. - spiega Carmine Spagnuolo, presidente di Ortovolante – Il lavoro è lo strumento più importante per arrivare ad una vera e significativa integrazione e a ridare dignità alle persone ed un ruolo da cittadini attivi”.

I beneficiari del progetto sono assunti con contratto regolare da braccianti agricoli nella cooperativa Ortovolante. Dopo il periodo formativo di tirocinio Paolo, Luigi, Gaetano, Michele e Nicola hanno iniziato l'attività pratica sul campo che oltre alla raccolta delle olive prevede la potatura, la molitura e l'imbottigliamento dell'olio. Ed ora, grazie alla realizzazione del frantoio, sarà possibile effettuare la trasformazione diretta dell'olio senza rivolgersi a frantoi esterni, come hanno fatto nelle ultime due stagioni di raccolta. Anche in chiave economica rappresenterà un importante risultato in quanto gli operatori potranno anche svolgere il lavoro di molitura per conto terzi. “Le attività più strettamente legate ai lavori di produzione iniziano nei mesi di maggio e giugno. - spiega Spagnuolo - In quel periodo, i ragazzi con disabilità psichica sono impegnati nella lotta alla mosca olearia, il temibile parassita che può provocare gravi danni alla coltura dell’olivo, disponendo tra gli alberi d’olivo le ecotrap, la nuova tecnica di difesa compatibile con il regolamento sull’agricoltura biologica. Poi verso fine agosto, dopo la pausa estiva, si svolgono i lavori di spollonatura degli oliveti. Il mese di settembre è più che altro di controllo, di cure delle piante, non ci sono particolari lavori da fare sui terreni. A metà ottobre, infine, inizia la raccolta delle olive. Oltre duecento alberi d’olivo da bacchettare per vedere piovere nelle reti stese a terra le olive destinate a trasformarsi in Volío. Il nome, invece, si rifà all’idea di stuzzicare la voglia di qualcosa di buono abbinata all’olio. Il desiderio di assaggiare qualcosa di diverso, di biologico, di particolare. È sapore di terra, di casa, di vita.”

Seguiti dagli operatori Francesco De Pasquale, Domenico Melchiorre, dall'agronomo Francesco di Lucia e dai volontari del servizio civile, i braccianti agricoli hanno potuto mettere in pratica tutte le competenze acquisite durante i mesi di lezione sentendosi parte attiva della comunità e completamente integrati nel tessuto socio-economico della comunità in cui vivono. L'anno scorso, parallelamente alla raccolta delle olive, i ragazzi hanno effettuato anche la piantumazione di nuovi alberi di ulivi, della varietà del Leccino: 69 nuove piante che incrementeranno il raccolto per l'olio biologico che porta il nome del progetto. Tra i beneficiari individuati dai dipartimenti di salute mentale dell'asl di Foggia c'è anche Paolo D'Amelio, che grazie alla partecipazione a questo progetto, si sta lasciando alle spalle un periodo di disagio sociale: “Dalla teoria della potatura al lavoro sul campo. Questo lavoro mi sta dando un grande senso di soddisfazione e di speranza per il futuro. Lavorare mi fa sentire meglio. Anche essere pagato, gestire i soldi che guadagno per le mie giornate di lavoro, mi aiuta ad essere più responsabile, ad avere cura delle mie cose. E soprattutto, mi sento rispettato e tutto questo ci aiuta nel reinserimento nella società. La cooperativa è una piccola società e piano piano ci reinseriamo nella grande società, nel resto del mondo.” La sua dedizione è così forte che è stato promosso come socio, e lavora a fianco della squadra anche 7 ore al giorno, a differenza degli altri che ne lavorano 3. Il progetto si mostra come una reale possibilità d'impiego, che insegna un mestiere spendibile anche all'esterno del progetto, e rafforza l'offerta di servizi rivolti a persone con disabilità psichiche col fine di contrastare lo stigma nei confronti di quanti affetti da questa forma di disagio. “La dedizione che impiegano sul lavoro – racconta l'operatore De Pasquale – è maggiormente visibile quando si creano piccoli litigi tra loro. L'instaurarsi di dinamiche di gruppo mette in evidenza l'attenzione che ognuno di loro ripone nel lavoro. Hanno uno scopo da raggiungere e cercano di farlo nel miglior modo possibile. Sono sette i ragazzi che lavorano in Ortovolante. Noi li chiamiamo ragazzi, ma si fa per dire. Il più piccolo di loro ha circa 30 anni, il più grande 65.” Leccino, Peranzana, Frantoiana e Provenzale. Tante sono le varietà di olive da raccogliere, quante le diversità che si intrecciano in questo percorso che restituisce speranza e fiducia del futuro a chi vive una condizione di emarginazione sociale ed esclusione. Oltre all'acquisizione di competenze nelle attività lavorative, dunque, i beneficiari del progetto “Hopeificio” stanno riscoprendo se stessi, i loro talenti e le professionalità che non credevano di possedere fino a qualche anno fa. I ragazzi ricevono una formazione a tutto tondo, imparano le norme di tutela delle arie boschive e sono in grado di programmare interventi ambientali. Per questo, anche la manutenzione del verde pubblico e privato rientra nelle attività che coinvolgono il gruppo di lavoro di Ortovolante nel processo di autonomia e di inclusione. D'altronde, agricoltura biologica e inclusione socio-lavorative sono le parole chiave dei benefici del progetto “Hopeificio” e dell'ortoterapia, che ha proprio la finalità di ricreare quel senso di comunità che, in molti, credevano perduto. Annie Francisca

di T N