A regola d'arte
L'olio d'oliva come una macchina del tempo e un rilevatore di verità
Dall'olio rancido e avvinato, sentore di un lontano passato, fino agli extra vergini d'oggi. Si riescono a riconoscere le scelte e l’amore per ciò che si produce negli oli di qualità così come è chiara la superficialità di chi produce oli di scarsa qualità
09 luglio 2015 | Piero Palanti
La macchina del tempo esiste...da millenni!
É straordinario e meraviglioso come basti un solo istante e un odore per ritrovarsi catapultati più o meno consciamente in luoghi lontani chilometri, minuti, ore o anni e rivivere sensazioni, emozioni del nostro passato. Quella meravigliosa macchina è il nostro naso!
L'olfatto è magico, forse molto più degli altri sensi presi singolarmente! Sicuramente è il più affascinante!
Lo usiamo per amare, per difenderci, per scegliere il cibo e non ultimo per il piacere di assaggiare.
Io annuso tutto in modo incondizionato e inconscio, a volte è una tortura!
Mi ritrovo al ristorante ad alzare una pietanza e annusarla in modo sospettoso o al centro commerciale ad annuire più o meno piacevolmente al passaggio di un profumo femminile intrigante.
Non indosso mai nulla senza averlo annusato, è piacevole associare il profumo del pulito, dell’ammorbidente e indossare qualcosa di stirato, sovente faccio notare a qualche amica il suo cambio di profumo (passando a volte per lo squilibrato della situazione).
Mi ritengo una persona normale (non dovrei dirlo io….) anche se i miei standard qualitativi riguardanti l’olio extravergine sono molto al di sopra della media ed è grazie al mio naso che sono arrivato a questo.
Il mio avvicinamento al mondo dell’olio è dovuto proprio a un “viaggio nel tempo”. Tanti anni fa a Milano iniziai un corso per assaggiatori di oli vergini e extravergini; durante i primi tre incontri non ho capito nulla, non ho sentito nulla, ero arrabbiato con me stesso, normalmente imparo velocemente; nel quarto incontro assaggiando un olio sono stato sbalzato nella mia infanzia, mio padre, che non c’è più da molti anni, alla fine della seconda guerra mondiale andò via dall’Italia e si stabilì in Brasile, casa nostra era un punto di riferimento per cene, incontri culturali, incontri di lavoro, ed è allora che è nata la mia passione per il cibo, per l’arte e le varie culture; nelle serate più importanti papà prendeva la lattina di olio extravergine tenuta gelosamente nell’armadio in cucina, una piccola latta fasciata da un tovagliolo di stoffa che raccoglieva le gocce, lo trattava come il Sacro Graal, era uno dei suoi orgogli, un legame forte con la sua terra lontana; solo oggi, assaggiando, ho capito che quell’olio era rancido e avvinato ….. ma era l’olio che mi ha fatto rivivere mio padre.
Ogni volta che faccio assaggiare un olio rivivo le emozioni e la conoscenza dei produttori: si riescono a riconoscere le scelte e l’amore per ciò che si produce negli oli di qualità così come è chiara la superficialità di chi produce oli di scarsa qualità.
Oggi voglio condividere un olio bello e gratificante di uno dei tanti produttori che la pensano come me sulla qualità.
Linguine ceci e cozze:
Ingredienti
2 spicchi d’aglio
Uno scalogno
1 zucchina media
300 gr di linguine
300 gr di cozze pulite
50 gr di ceci già lessati
Olio extravergine da abbinare ? (Avete già una idea?)
Procedimento: mettere l’acqua per la pasta, tagliare aglio e scalogno molto finemente e con la mandolina ricavare strisce dalla buccia della zucchina.
In una padella grande mettere aglio, scalogno, ½ bicchiere di acqua e cuocere le cozze, quando si apriranno aggiungere ½ bicchiere di vino bianco chiudere il tutto con un coperchio e spegnere il fuoco.
Dopo qualche minuto separare le cozze dal guscio (lasciandone 7-8 intere per abbellire i piatti).
Quando bolle l’acqua mettere la pasta senza salare l’acqua, tre minuti prima di fine cottura trasferirla nella padella per completare la preparazione nel brodino delle cozze aggiungendo acqua di cottura che con l’amido aiuterà a “mantecare” la pasta, unire le zucchine e solo all’ultimo minuto aggiungere le cozze e i ceci, spegnere il fuoco e coronare il tutto con un bel giro di “La Patrãun”, pPeranzana in purezza della azienda Sabino Leone, che darà dei sentori di pomodoro, erba tagliata, erbe aromatiche e la giusta piccantezza.
Sfido chiunque a dimenticare sapori simili.
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Sergio Enrietta
14 luglio 2015 ore 19:42Tralascio la ricetta, già troppo complicata per me, ma mi complimento vivamente per l'articolo.
Mi ha fatto ripercorrere tutta l'esistenza a suon di profumi e gusti dei vari oli che di anno scandivano una quasi sempre vana ricerca.