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La qualità degli extra vergini non può prescindere dal consumatore

La qualità degli extra vergini non può prescindere dal consumatore

A differenza di alcune associazioni olivicole, il Movimento Difesa del Cittadino ha dimostrato di avere a cuore le sorti dell’extra vergine, difendendo il metodo degli alchil esteri. Il professor Conte intanto denuncia il fatto che l'Italia non abbia suoi rappresentanti, per la sezione olio, nell'ambito delle norme Iso

14 maggio 2011 | Luigi Caricato

I grandi fritti dall’Italia e dal mondo. E’ questo il richiamo che compare in coda alla manifestazione “Fritto misto”, evento che si è svolto ad Ascoli Piceno dal 28 aprile al primo maggio scorso. Esperienza interessante, cui ho partecipato anch’io con curiosità e un misto di piacere. L’unica domanda che non ho fatto al direttore artistico di "Fritto Misto" Stefano Greco – probabilmente in maniera inconsapevole – è su quali liquidi di frittura facciano perno i tanti fritti proposti nel corso dei quattro giorni di gran festa del gusto.

Soffermandoci invece sul convegno cui ho partecipato – “L’extra vergine di alta qualità: strumenti per il consumatore” – noto con grande soddisfazione che, a differenza delle associazioni di categoria dei produttori, i associazioni dei consumatori hanno dimostrato maggiore serietà sul tema.

Perché una maggiore serietà? Perché intanto le associazioni dei consumatori amano il confronto dialettico e non pongono veti, come ben sappiamo accade invece da qualche tempo a questa parte con certe associazioni olivicole; e inoltre perché sul tema degli alchilesteri i movimenti dei consumatori hanno visto giusto, dimostrando maggiore preparazione, e appunto serietà, rispetto a certo associazionismo agricolo e olivicolo. E qui lo si mette in evidenza non certo per puro spirito di polemica (per carità, non sia mai), ma per un drammatico e lampante stato delle cose.

Al citato convegno ha partecipato tra gli altri un grande personaggio del mondo dell’olio, un accademico d’eccezione, tra i più stimati al mondo: il professor Lanfranco Conte, dell’Università di Udine.

Straordinario sin dalle battute iniziali: “credo sia un mio dovere mettere a disposizione di tutti la mia conoscenza”; e procede ricordando alcuni punti fermi della ricerca italiana, il suo maestro, il professor Umberto Pallota.

Conte si lancia subito in una precisazione che può sembrare scontata, ma che da sempre viene travisata e mal intesa: la differenza tra genuinità e qualità, due aspetti connotativi distinti. E questo lo si mette in luce per evitare che si insista su questa associazione indebita: in giro ci sono troppi oli genuini ma di scarsa qualità, non per questo meritevoli di considerazione, visto che la qualità è un parametro oggi fondamentale, che il consumatore richiede a gran voce. Con tutti i rischi cnnessi: Conte non a caso ricorda come già nel 1848 in un libro di un londinese si diceva come l’olio ricavato dall’oliva sia di fatto l’olio di maggior valore tra tutti i grassi e di conseguenza il più sofisticabile. Si comprende bene come il criterio della qualità diventi di conseguenza un parametro importante e decisivo, motivo per cui è bene star dietro a tutte le evoluzione normative internazionali. Non solo fermandosi a quelle dell'Unione europea e del Consiglio oleicolo internazionale, ma attribuendo la necessaria importanza soprattutto a quelle a più ampio raggio d’azione: le norme del Codex Alimentarius e nondimeno quelle Iso.

Il professor Conte chiarisce subito il peso del Codex Alimentarius, facendo notare come a partire dal 2010 stia ormai diventando un punto di riferimento per il Wto. E non solo, perché va precisato anche che i metodi Iso, a differenza delle norme Ue e Coi, valgono a livello mondiale. Un buon motivo per riflettere sullo scarso peso che ha l’Italia. Sì, perché per ciò che concerne le norme Iso, il nostro Paese non è rappresentato per la sezione olio. Proprio così! Anzi, c’è di peggio: sia la Francia, sia la Germania hanno voce in capitolo sul fronte olio, noi no. Così, lo si dice giusto per intenderci, per mettere in chiaro l’incosistenza di certe biasimevoli lamentele da parte di taluni gruppi di potere in Italia, con quelle grottesche battaglie contro il metodo degli alchil esteri a seguito dell’emanazione del Reg. Ue 61/2011. Questa è l’Italia, che vi piaccia o non vi piaccia.

Coloro che si sono lamentati del Reg. Ue 61/2011, ignorano il fatto che le norme comunitarie valgono ben poco, e che c’è da lavorare altrove. Come si fa, tanto per fare un esmpio, a imporre le proprie ragioni – dice giustamente il professor Lanfranco Conte – quando ci si deve confrontare con tante podsizioni diverse tra loro? Nell’Ue sono in campo 27 Paesi, 80 in ambito Coi, 280 in ambito Codex! E noi stiamo a perderci dietro al Reg. Ue che introduce il metodo degli alchilesteri.

Il Movimento Difesa del Cittadino con lucida schiettezza ha titolato un articolo del proprio magazine “Dall’Europa un nuovo strumento per riconoscere gli oli di oliva di qualità!”, proprio mentre altri, nel nostro Paese, sono scivolati malamente su un tema così delicato, facendo peraltro dell’inutile quanto improduttiva polemica. Insomma, ad ascoltare i rappresentanti dei consumatori alla fine c’è da guadagnarci.

Il convegno, la cui cronaca essenziale è stata riportata nel sito Help Consumatori, è stato molto prezioso e utile per quanti hanno partecipato all’incontro organizzato dalla sezione marchigiana del Movimento Difesa del Cittadino. Utile anche perché con i vari interventi si potuto scavare, senza tanti fronzoli e ipocrisie, nel cuore delle problematiche che coinvolgono un prodotto di grande pregio qual è l’olio extra vergine di oliva. Ritorneremo sicuramente più avanti sull’argomento, state certi. Affronteremo tale tema con gli occhi del consumatore, e senza dubbio sentiremo con l’occasione sia Antonio Longo, il presidente nazionale del Movimento Diufesa del Cittadino, sia la presidente della sezione marchigiana del Movimento Micaela Girardi.

 

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