Turismo

Grand tour Italia. Non c’è turismo senza cultura

Presentazione di Visit Fai alla Bit 2010. L’iniziativa del Fondo ambiente italiano, dedicata ai gruppi per conoscere le bellezze d’Italia, ora allarga la conoscenza del territorio al di fuori delle proprietà Fai. Daniele Bordoni incontra Francesca Cerini

27 febbraio 2010 | Daniele Bordoni



Appena conclusa la Bit, la Borsa Internazionale del Turismo a Milano, sono emerse alcune iniziative relative all’aspetto culturale del turismo che meritano particolare attenzione. Tra queste emerge quella del Fai, il Fondo ambiente italiano, con l’iniziativa Visit Fai 2010 (Speciale gruppi), presentata in fiera al grande pubblico.
L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione si occupa principalmente di proporre la visita dei Beni di proprietà del Fai sparsi nelle diverse località italiane.

Oltre alla presenza nel sito internet istituzionale, l’iniziativa trova anche la sua espressione cartacea, con una brochure illustrativa.
“Si tratta della seconda edizione di Visit Fai, dopo il successo raccolto dalla prima edizione dello scorso anno”, esordisce Francesca Cerini, referente per la pubblicazione ed anche per ciò che riguarda il patrimonio del Fai. “Abbiamo cercato di allargare l’offerta ai gruppi, perché non tutti si muovono e viaggiano con disinvoltura in giro per l’Italia. Alcuni hanno la necessità di essere guidati per superare il disagio di trovarsi in zone d’Italia a loro poco note”.

Francesca Cerini

Essendo l’Italia un paese che offre un numero incredibile di bellezze naturali, artistiche, culturali. Non le sembra una limitazione far conoscere esclusivamente le proprietà del Fai? “Proprio per superare la limitazione di un’offerta slegata e decontestualizzata dal territorio” risponde Francesca Cerini “abbiamo pensato di creare dei percorsi allargati, che includessero, oltre ai beni del Fai, anche altri beni e persino attività tipiche del territorio. Ad esempio dopo la visita al Castello di Masino, sede tra l’altro di un’altra iniziativa di grande successo, come la mostra di florivivicoltura, aggiungiamo la visita ad un altro bene ed una anche a una locale cantina, essendo il canavese anche una zona di ottima produzione vitivinicola.
È ovvio che il Fai non si può sostituire ai Tour Operator nel creare pacchetti, può però dare tutte le indicazioni e i consigli necessari, frutto di una pluriennale esperienza sul territorio, per la creazione di pacchetti adatti a presentare e far conoscere realtà poco conosciute nel nostro bellissimo Paese
”.

“Inoltre” prosegue la Signora Cerini “secondo noi è importante che le visite ai beni Fai abbiano una ricaduta sul territorio ed è proprio qui che si gioca il ruolo del Fai nell’ambito del turismo. Far conoscere non solo i Beni del Fai, ma anche le realtà locali, significa indurre i visitatori di gruppo a tornare, magari da soli, con gli amici o con la famiglia, per approfondire la conoscenza del luogo. Quasi sempre scoprire nuovi scorci del nostro Paese è un po’ come aprire uno scrigno di tesori. È difficile non venirne attirati e in un certo qual modo rapiti.
La nostra attenzione al territorio non si ferma a questa apertura, ma anche all’interno dei Beni Fai stessi, cerchiamo di offrire una porzione di territorio e di eccellenze locali. Prendiamo la ristorazione. Spesso abbiamo punti di ristoro o veri e propri ristoranti, ospitati nelle nostre proprietà, ma tali strutture devono avere il requisito principale della tipicità e del legame col territorio per poter essere da noi accettate. Lo stesso si può dire per alcune altre iniziative, che cercano di valorizzare il piccolo artigianato
(come l’iniziativa “Natale a Villa Bozzolo mercatino, d’alto livello artigianale, ndr).

Queste attività, gli ingressi nelle proprietà, le iniziative turistiche e commerciali, riescono a coprire il fabbisogno finanziario del Fai, almeno per quel che riguarda i beni di proprietà?
“ No, certamente no”, risponde la signora Cerini “Non le nascondo che in assenza di sponsorizzazioni e della dotazione di fondi da lasciti, sarebbe ben difficile per noi far fronte agli impegni finanziari, che la gestione dei Beni Fai comporta. Le spese continuano a crescere e le difficoltà indubbiamente ci sono, ma finora siamo riusciti nell’intento, anche grazie all’aiuto di tanti appassionati e dell’apporto di aziende ed enti.”

Alla domanda circa la presenza di un testo a fronte in lingua Inglese e la possibilità di allargare di conseguenza l’offerta di visite contestualizzate anche ai Paesi esteri, la signora Cerini risponde: “Si c’è una traduzione in inglese, ma per il momento non siamo ancora attrezzati per uscire dal territorio italiano. Per ora stiamo cercando di allargare le nostre proposte, oltre alle zone dalle quali abitualmente provengono i nostri visitatori, anche a quelle un po’ più lontane e fuori mano. Il nostro scopo primario è quello di far crescere la consapevolezza e divulgare una migliore conoscenza del nostro inestimabile patrimonio paesaggistico, artistico e culturale. Se le Giornate Fai di Primavera (27 e 28 Marzo prossimo, ndr) riescono a coinvolgere in grande misura coloro che nelle zone in cui sono svolte vivono, non di rado inconsapevoli dei tesori vicini a loro, l’iniziativa Visit Fai cerca di espandere il raggio d’azione e andare oltre la visita locale, ma favorire spostamenti a più largo raggio, per far viaggiare e conoscere meglio il nostro Paese. È vero che abbiamo spesso gruppi stranieri soprattutto sul Lago di Como, alla Villa del Balbianello, essendo quella un’area che attrae molti visitatori d’oltre confine, ma non abbiamo ancora veramente varcato i confini nazionali.
Non nascondo che stiamo valutando attentamente la cosa e non escludo affatto, che dopo l’allargamento della nostra offerta culturale in tutta Italia, ci si dedichi anche ai Paesi esteri.
Il ruolo che il Fai esercita è quello di aggiungere all’azione passiva di difesa o di denuncia, anche e soprattutto quella attiva di proposizione culturale, di crescita degli individui, iniziando dalle scuole, dove si inizia a formare la cultura.
”

Ritiene che il ruolo dell’aspetto educativo, della crescita culturale sia il vero compito che il Fai intende promuovere?
“È indubbio che questo sia l’aspetto fondamentale. I ragazzi che il mese prossimo faranno da Apprendisti Ciceroni, alla Giornata Fai di Primavera ne sono la testimonianza più evidente. Non si tratta solo di difendere, ma anche di conoscere, comprendere, apprezzare ed essere in grado di trasmettere questa conoscenza. Le iniziative del Fai Scuola, pur non essendo il mio campo specifico, sono numerose e non si limitano alla Giornata Fai di Primavera, ma coinvolgono le scuole medie e superiori con progetti ad ampio respiro.”

In un recente convegno sul turismo, un oratore ha affermato “non c’è turismo senza cultura. In assenza di cultura c’è solo mobilità”. Possiamo secondo lei affermare, dal momento che siamo ad una delle manifestazioni più importanti del Turismo, in Italia, che quest’affermazione sia condivisibile e che anche il futuro del turismo sia nel turismo culturale?
“Come negarlo” conclude la signora Cerini “è un po’ questa la ragione della nostra presenza in questa manifestazione. Noi siamo convinti che il futuro del turismo sia quello della conoscenza, della comprensione, dell’approfondimento, che poi a voler ben guardare è stato il turismo delle origini. Quello che un tempo era riservato ai pochi rampolli di famiglie benestanti, che potevano permettersi il Grand Tour nel nostro Paese, dedicato a conoscere la nostra arte e la nostra cultura. Oggi questo patrimonio d’arte, di paesaggio e di cultura è a disposizione di tutti e ritengo che il futuro vada in questa direzione.”