Italia
Vendemmia 2009: le prime stime erano troppo ottimistiche
Assoenologi ha rivisto al ribasso la produzione vitivinicola e i prezzi delle uve per una campagna ricca in qualità ma a tinte fosche per i viticoltori
31 ottobre 2009 | R. T.
Assoenologi rivede al ribasso le stime per la vendemmia 2009, sia per quanto riguarda la produzione (-4%), sia per i prezzi all'ingrosso in calo anche del 40%.
Se a fine agosto si ipotizzava una produzione nazionale di 46,3 milioni di ettolitri di vini e mosti, (in linea con il 2008), oggi Assoenologi prevede che si produrranno non piu' di 44,5 milioni di ettolitri, il 4% in meno della passata campagna, a fronte della media quinquennale (2004/2008) di 48,4 milioni di ettolitri e di quella decennale (1999/2008) di 49,5 milioni di ettolitri.
Il decremento rispetto alle prime previsioni, spiega Assoenologi, è dovuto a seconda dei casi o all'andamento climatico o a quello meteorico che hanno caratterizzato soprattutto, nel mese di settembre, le regioni del Sud d'Italia ed in particolar modo: Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia.
Il Veneto (7,7 milioni di ettolitri) si conferma, per il terzo anno consecutivo, la regione piu' produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono oltre il 50% di tutto il vino italiano.
Per quanto riguarda la qualità , le nuove stime dell'associazioni indicano che il mese di settembre ha maggiormente premiato il Centro-Nord d'Italia, dove, in molte regioni, la qualità e' ottima con diverse punte di eccellente.
Nel Centro-Sud il bizzarro andamento climatico e meteorico, caratterizzato prima da temperature elevate, poi da piogge di durata inconsueta, ha mantenuto l'eterogeneità inizialmente ipotizzata determinando una qualità a macchia di leopardo, dove il mediocre si scontra con l'ottimo ed il buono con il discreto.
Riguardo, poi, alle condizioni di mercato, i dati del primo semestre mostrano una decisa flessione dei valori che si riducono del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2008, mentre i volumi aumentano del 6,9%. Un segnale contrastante, che mette in luce la forte tensione che caratterizza i mercati internazionali, dove la diminuzione dei prezzi al consumo è evidente, tanto da far scivolare il valore unitario del vino italiano del 13,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Inoltre, nella stragrande maggioranza delle cantine italiane, le scorte non sono trascurabili.
In questo contesto si inserisce la produzione 2009 che paradossalmente vede una qualità complessivamente ottima, una produzione decisamente al di sotto della media pluriennale, ma un mercato all'ingrosso delle uve che si è rivelato alquanto fiacco e un mercato dei vini ancora fermo e orientato fortemente al ribasso con punte che, per alcune varietà , arrivano anche al 40% del prezzo pagato lo scorso anno
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